Nuove scelte in giunta, il Pd all'attacco di Emiliano

La nuova giunta regionale
La nuova giunta regionale
di Antonio BUCCI
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Martedì 8 Febbraio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 14:41

«Zero a zero», riassume il risultato un consigliere in auto, tornando a casa. Il governatore Michele Emiliano seduto alla punta del tavolo bianco, in una delle sale di via Gentile. Accanto a lui, il capogruppo dei democratici, Filippo Caracciolo. Dall’altra parte, lo stato maggiore di un partito che non ha ancora digerito la nomina di Rocco Palese a nuovo assessore alla Sanità e non sa ancora se e come andrà allo strappo ma è lì, schierato e per nulla silenzioso, a manifestargli tutta la sua contrarietà. La polaroid del vertice convocato dal numero uno dei dem in Aula e dal segretario pugliese – Marco Lacarra – per provare a spegnere i fuochi delle polemiche che ardono da giorni, è tutta in quel colpo d’occhio. 

I PRESENTI
C’è la pattuglia del parlamentino ma ci sono anche onorevoli e senatori, da Ubaldo Pagano a Michele Bordo, i segretari delle federazioni locali collegati da remoto e pure Francesco Boccia, responsabile enti locali di Enrico Letta. Le posizioni restano distanti. «Riunione insoddisfacente, il gruppo deve ora esprimersi sulla mia proposta di appoggio esterno e sulle proposte degli altri colleghi», tiene il punto Fabiano Amati. Il presidente della commissione Bilancio era stato il primo, a decreti appena firmati, a chiedere l’uscita degli assessori dall’esecutivo, dicendosi stupito che non lo facesse anche Sinistra Italiana. «Emiliano ha giustificato la scelta sulla base dell’ampiezza della sfida che abbiamo davanti, citando argomenti di merito tecnico e di qui a descrivere questa curiosissima insostituibilità tecnica dell’assessore prescelto in ambito addirittura regionale. In altri termini, in Puglia non ce ne sarebbero di migliori. E invece è proprio il contrario». 
Il senso è prendere le distanze apertamente e marcare le differenze, fuori dalla selva di malumori esternati a mezza bocca degli ultimi giorni. Una geografia del dissenso, che va dal tarantino Michele Mazzarano al manfredoniano Paolo Campo, passando per il barlettano Ruggiero Mennea e il salentino Donato Metallo, solo a citarne alcuni. Ancora presto per dire se sarà l’embrione di una proposta congressuale alternativa a quella dello stesso Lacarra, costruita sull’onda dell’“orgoglio ritrovato” a fare da collante.

Anche nei confronti delle civiche sui territori, la cui «concorrenza troppo intensa», ammette lo stesso Emiliano. «Il programma non cambia e resta quello sul quale ci hanno dato fiducia gli elettori. Poi capiamo l’imbarazzo ma bisogna arrivare a delle soluzioni e certamente non è una soluzione privare il governo regionale del Pd. Naturalmente, faremo pelo e contropelo a Palese, se non dovesse rispettare il programma di governo», prova a tenere tutto insieme Lacarra. 

IL GOVERNATORE
D’altro canto, è il Governatore in primis a rallentare, dopo aver tirato dritto. E smussare gli angoli. Difende Palese, nel giorno della prima firma sulle nomine dei direttori generali Asl, e ne blinda la caratura. Obiettivo: «Utilizzare a favore della Regione Puglia un uomo esperto, competente, riconosciuto nei ministeri, stimato dalle forze politiche di maggioranza e opposizione. Ovviamente, bisogna dargli una mano, nel senso che il Partito democratico deve anche rendersi conto che non è un compito semplice quello che ho delegato a lui». Senza, però, mortificare il primo degli alleati e grande azionista della coalizione. «C’è soprattutto una cosa che va chiarita: il Pd avrebbe tranquillamente potuto avere personalità in grado si svolgere il ruolo di assessore, ma le condizioni in questo momento hanno fatto scegliere al presidente un tecnico, un dipendente della Regione», è il ponte che lancia. Chi c’era racconta che abbia persino fatto il nome di Donato Pentassuglia - alla guida dell’Agricoltura - come profilo che avrebbe speso volentieri, se non avesse innescato un altro cambio della guardia in un comparto altrettanto delicato. Il prossimo passaggio è interno: «Abbiamo discusso in maniera molto franca e non solo di nomine. Adesso il gruppo tornerà a riunirsi per gli approfondimenti di merito, dopo questa discussione iniziale», tratteggia la road map il capogruppo. A sera, il barometro fuori segna tempesta ma nel Palazzo non va granché meglio.

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