Patuanelli attacca Emiliano: sostegno a Mellone surreale

Patuanelli attacca Emiliano: sostegno a Mellone surreale
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Mercoledì 11 Agosto 2021, 09:03 - Ultimo aggiornamento: 15:24

Il cortocircuito continua. E rischia di bruciare più di qualche relazione politica, alla lunga e potenzialmente. Non si placa l'incendio divampato dopo l'endorsement ufficiale di Michele Emiliano a Pippi Mellone, sindaco di Nardò (ricandidato, si vota a ottobre) con solide radici a destra e oggi a capo di una coalizione a ranghi ampi.

La stoccata del M5s

 

Dopo gli attacchi partiti da una parte del Pd, ieri la stoccata è arrivata dai cinque stelle. E non certo da un nome di terza schiera: «Surreale il sostegno di Emiliano a Mellone», ha scandito senza mezzi termini Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole e forestali. Per aggiungere tasselli al mosaico: Patuanelli è uno dei dirigenti pentastellati più vicini a Giuseppe Conte, ex premier e da pochi giorni ufficialmente alla guida del M5s. Conte intreccia accordi, locali e nazionali, con Emiliano, a cui è legato da solida e ormai duratura amicizia: e allora?, che messaggio è partito dal quartier generale contiano all'indirizzo di Emiliano? Proprio l'ex premier e il governatore coltivano il cantiere civico, in Puglia come su base nazionale.
Ma tant'è. Le parole di Patuanelli sono senza appello: «Sono surreali le esternazioni del governatore della Puglia, Michele Emiliano, sul sostegno al sindaco di Nardò e con un passato nell'ultradestra, Pippi Mellone». Il ministro, peraltro, non ne ha parlato nemmeno stimolato dal contesto pugliese: le dichiarazioni sono arrivate a margine del sopralluogo nelle zone dell'Oristanese colpite dagli incendi a luglio. «L'alleanza col Pd è un rapporto che va costruito - ha chiarito poi Patuanelli - non può essere una fusione a freddo che non funziona, ma un rapporto che va fatto sui territori. In alcuni luoghi lo abbiamo fatto. In altri un po' meno». Secondo il ministro, «ogni movimento politico ha le sue tensioni e suoi problemi da gestire, ma anche nel rapporto col Pd dobbiamo aiutarci a gestire queste situazioni: credo che il futuro del nostro movimento sia guardare al campo del centrosinistra e al Pd su un rapporto che però deve essere paritario».
Il primo a far suonare i tamburi di guerra era stato Dario Stefàno, senatore salentino del Pd: «Mi autosospendo dal partito, in attesa di un chiarimento non più rinviabile e che, mi auguro, possa avvenire il più presto possibile». «Con un commento al post di Mellone, Emiliano ha confermato un chiaro endorsement alla sua ricandidatura a sindaco di Nardò, la seconda città per dimensione demografica della provincia di Lecce. Inutile sottolineare che Mellone è notoriamente un militante di movimenti di estrema destra. Inutile ricordare anche che il Pd a Nardò è parte attiva di un'altra coalizione». «Non censuro Emiliano, ma non condivido. E credo che si possa, si debba, stigmatizzare il silenzio del Pd davanti a comportamenti così evidenti e dinanzi a tali anomalie».
Va detto che la relazione chiacchierata tra Emiliano e Mellone non è cronaca solo di questi giorni: l'asse è stato saldato negli anni scorsi. Evidentemente, a innescare la scintilla è anche altro: dalla legge pugliese sull'enoturismo (agli antipodi rispetto a quella nazionale promossa da Stefàno) al nuovo attivismo del governatore in chiave politica (la trasformazione della lista civica Con in movimento è il primo passo, nonostante Emiliano si professi ancora un «militante» non tesserato dei dem). E se l'ex ministro Francesco Boccia ha preso le difese del governatore, il segretario regionale pd Marco Lacarra ha dovuto necessariamente difendere la candidatura espressa dai dem a Nardò. Proprio come Peppe Provenzano, vicesegretario nazionale Pd: «A Nardò, come ovunque, il partito non solo si presenta con un'alleanza di centrosinistra ma ne è il perno. Questo è il Pd. Casapound e l'estrema destra rappresentano tutto ciò che combattiamo». Risposte però ritenute «generiche» da Stefàno.
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