Passeggeri, Alitalia “va piano”: in dieci anni Ryanair fa volare oltre il quadruplo dei viaggiatori

Passeggeri, Alitalia “va piano”: in dieci anni Ryanair fa volare oltre il quadruplo dei viaggiatori
di Oronzo MARTUCCI
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Sabato 27 Giugno 2020, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 12:46
Dal 2009 al 2019 i passeggeri trasportati da Alitalia in Puglia sono passati da un milione e 16mila circa (663mila a Bari, 353mila a Brindisi) a un milione e 526mila (928mila a Bari, 597 mila a Brindisi) senza collegamenti esteri. La società Ryanair nello stesso periodo è passata da 818mila passeggeri (580 mila a Bari, 235 mila a Brindisi) a 3milioni 848mila (2milioni 409mila a Bari, 1milione 438mila a Brindisi), con (nel 2019) il 55 per cento circa di passeggeri sui voli internazionali a Bari e il 25 per cento a Brindisi.

Alitalia ha ottenuto il risultato massimo nel 2011 con un milione e 700mila passeggeri, Ryanair è sempre cresciuta, garantendo nel 2019 la movimentazione nel solo aeroporto di Brindisi dello stesso numero di passeggeri trasportati da Alitalia tra Bari e Brindisi, con la differenza di 100mila unità in più per l'ex compagnia di bandiera. La performance di Ryanair è stata possibile solo grazie agli incentivi, dicono in tanti. Ma è proprio cosi? Facciamo un po' di conti e vediamo i risultati.

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Alitalia costa agli italiani (che con le loro tasse ripianano i debiti di gestione) tra i 500 e i 600 milioni l'anno. Senza contare costi di cassa integrazione e altre situazioni varie. Ogni italiano (popolazione di 60 milioni) ci rimette 10 euro. I pugliesi, che sono 4 milioni (il 6,7 circa della popolazione italiana) teoricamente si caricano circa 40 milioni di euro di quel buco. A essere onesti, poiché i pugliesi hanno un reddito lordo pro capite molto basso (la metà della media italiana) il costo per sostenere Alitalia si riduce a 20 milioni circa all'anno. A fronte di questa cifra, l'ex compagnia di bandiera ha garantito alla Puglia solo pochi collegamenti degli aeroporti di Bari e Brindisi con Roma e Milano. Il minimo sindacale. Ora, nella fase di ripartenza post lockdown, neppure quello, come emerge dalla querelle che riguarda i due collegamenti annunciati sulla rotta Brindisi-Milano, ma non ancora sicuri a quattro giorni dalla partenza.

Ryanair, il vettore low cost irlandese che opera in Puglia a Bari e Brindisi dal 2009, ha già quasi definito l'intero piano operativo delle rotte con arrivi e partenze dai due scali gestiti dalla società Aeroporti di Puglia per i mesi di luglio e agosto e prevede di garantire la stessa quantità di voli pre lockdown dal marzo del 2021. Ai pugliesi il servizio di Ryanair è costato 12 milioni di euro all'anno in attività di marketing che la Regione ha finanziato attraverso la società Aeroporto di Puglia per rafforzare i collegamenti delle capitali europee e di molte città italiane, ottenendo la destagionalizzazione e in parte la internazionalizzazione del turismo, ma anche una maggiore mobilità per i pugliesi sia in Italia che all'estero, a prezzo bassi, sia per turismo che per attività di business.

È vero: Alitalia paga le conseguenze di scelte aziendali poco chiare; Ryanair opera in un contesto a volte senza regole, con contratti e condizioni di lavoro che non rispondono alle leggi italiane e con la possibilità di assumere e licenziare a proprio piacimento.
I dati sono inequivocabili: le scelte compiute dalla Regione, che permise alla società Aeroporti di Puglia nel 2009 (amministratore unico Domenico Di Paola) e nel 2014 (amministratore unico Giuseppe Acierno) di sottoscrivere l'accordo con una società collegata a Ryanair per la promozione delle rotte hanno cambiato il volto della Puglia. Con l'arrivo del presidente Emiliano, nel 2015, sono cominciati i problemi (i contributi per l'accordo con Ryanair considerati debiti fuori bilancio da sanare con legge approvata dal Consiglio, contestazioni di Alitalia che chiedeva di ottenere incentivi per l'avvio di nuovi voli come nel caso di Ryanair, inchieste di vario genere). Alla fine la Regione ha deciso di non finanziare con fondi propri l'accordo con Ryanair e di trasferire il costo su Adp, la quale è stata obbligata a sottoscrivere un prestito da 60 milioni di euro per continuare a incentivare Ryanair.

Altre Regioni (Toscana e Calabria) stanno rafforzando la politica degli incentivi ai vettori low cost, anche partendo dal fatto che c'è la possibilità che un questa fase che l'Unione europea allenti i controlli e non consideri aiuti di stato i fondi destinati a sostenere il trasporto aereo. Anche la Puglia sta mettendo in campo iniziative per incentivare nuove rotte, ma deve farlo con lo stesso coraggio con cui sono state condotte le iniziative del passato. Se la Puglia è attrattiva gran merito va alle scelte compiute dalla società Aeroporti di Puglia con coraggio negli anni scorsi. Nel 2019 i turisti stranieri hanno speso in Puglia 635 milioni. Nello stesso anno i pugliesi hanno speso nei loro viaggi all'estero 702 milioni. Si tratta di un processo che non deve essere interrotto e al quale Alitalia non può offrire un contributo significativo.
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