Pass su treni e aerei: buona la prima. È flop dei no vax: pochissime persone in piazza

Pass su treni e aerei: buona la prima. È flop dei no vax: pochissime persone in piazza
di Paola COLACI
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Giovedì 2 Settembre 2021, 05:44 - Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 09:22

Biglietto alla mano e green pass in evidenza sullo schermo dello smartphone, pronto per essere passato allo scanner per la verifica. Ieri primo giorno di carta verde obbligatoria per viaggiare a bordo dei mezzi di trasporto a lunga percorrenza. Tutto ok anche per le scuole, con gli istituti che hanno aperto per i collegi docenti e per altre attività, in attesa della ripartenza della didattica vera e propria. E controlli minuziosi nelle stazioni, negli aeroporti e nei porti pugliesi per verificare il possesso del certificato che attesta la vaccinazione, la negatività a un tampone anti-Covid oppure la guarigione dal virus.

Le città di Puglia


Ma nonostante la novità introdotta dal Decreto legge di agosto, nei principali hub di trasporto pugliesi tutto è filato liscio. Tutto, o quasi. Perché in qualche caso turisti e viaggiatori sono rimasti a terra, costretti a rinunciare al viaggio proprio perché sprovvisti di pass. Oppure in possesso di una documentazione non in regola. Un test rapido fai da te, per esempio, invece del canonico tampone. Sin dalle prime ore del mattino, comunque, a Bari le forze dell'ordine hanno effettuato un servizio di prefiltraggio nei pressi di tutti i varchi di accesso alla stazione centrale per gestire i flussi dei passeggeri e verificare che non entrassero persone non in possesso del biglietto. Controlli anche a Lecce e nelle principali stazioni pugliesi. E se nel capoluogo salentino i viaggiatori hanno dovuto esibire il pass già sui binari e prima di salire ai bordo per agevolare la verifica da parte dei controllori, a Bari la procedura di autenticazione del documento è stata effettuata a bordo. Ma anche in questo caso chi non è stato grado di esibire la carta verde è stato fatto scendere dal treno.
Alla base del dispiegamento di forze dell'ordine nei pressi degli accessi e lungo i binari delle stazioni, tuttavia, la necessità di garantire l'ordine e la sicurezza pubblica. A prevedere i presìdi in tutta Italia è stato, infatti, ministro dell'Interno Luciana Lamorgese in vista della manifestazione di protesta dei movimenti no vax e no pass. Un'iniziativa annunciata nei giorni scorsi sui canali social e programmata in 54 stazioni italiane a partire dal primo pomeriggio di ieri. A fronte del clamore mediatico dei giorni scorsi, tuttavia, nei fatti l'iniziativa si è rivelata un flop. Poche decine di appartenenti al gruppo dei 41mila iscritti al canale Telegram - tra associazioni, comitati e movimenti che avevano annunciato l'intenzione di voler paralizzare il traffico ferroviario - si sono realmente presentati nei pressi stazioni.

E da Nord a Sud, il gruppo Bastadidattura! è stato rappresentato solo da qualche capannello di manifestanti. Al massimo qualche decina di persone.

Le dichiarazioni di chi ha protestato


Proprio come è accaduto a Bari, dove la protesta ha visto protagonisti una decina di cittadini radunati in piazza Aldo Moro. «Non siamo qui per bloccare treni o creare problemi - hanno detto ai giornalisti che provavano a comprendere le ragioni dell'iniziativa - ma per proporre la nostra versione dei fatti sui diritti costituzionali ormai calpestati e cancellati in questo Paese». I pochi manifestanti si sono poi scagliati contro i green pass, contro i vaccini obbligatori, soprattutto. Ma anche contro gli stessi giornalisti, insultati come «schifo, al soldo di un regime che ci sta distruggendo». Un docente precario di filosofia, un artigiano, un pensionato, una casalinga: questi i no- pass baresi i quali hanno annunciato l'intenzione di tonare presto in piazza. Con buona probabilità già sabato.
«Servirebbe colpire duro chi fa propaganda attiva contro i vaccini. Si tratta di una schiera nutrita a cui si sono iscritti anche medici e sanitari. Soprattutto con loro non dobbiamo avere remore, un medico va radiato seduta stante. È impensabile che circolino sul web terapie domiciliari assurde, sono solenni stupidaggini». Per parte sua, in una intervista a Il Messaggero ha sferzato Pier Luigi Lopalco epidemiologo e assessore alla Salute della Regione Puglia. Poi, sull'ipotesi di far pagare ai no vax le spese per le Terapie intensive lanciata in Lazio dall'assessore Alessio D'Amato ha precisato «Faccio una provocazione - dice -: dovremmo estendere il ragionamento anche chi cade con il motorino e non indossa il casco? Parliamo di cittadini che non comprendono il valore della prevenzione e quindi danneggiano se stessi, la comunità e le casse dello stato». Io non dico che la proposta dell'assessore D'Amato non sia percorribile o sbagliata in assoluto, ma penso che debba essere valutata con grande attenzione. Anche perché non vorrei che porti più danni che benefici». Secondo Lopalco tuttavia, «la resistenza al vaccino dipende anche dalla cattiva comprensione del valore della prevenzione. Serve comunicazione». Dunque, la proposta dell'epidemiologo: «Cerchiamo di ingaggiare i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. Loro conoscono i pazienti e potrebbero spiegargli ogni cosa. Abbiamo un Servizio sanitario nazionale che è un esercito, i no-vax sono pochi. Lanciamo una contro-propaganda in ogni ospedale, negli studi medici, negli ambulatori».

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