Energia e sistemi sostenibili: la sfida di Politecnico e Atenei. In gioco oltre un miliardo e mezzo

Energia e sistemi sostenibili: la sfida di Politecnico e Atenei. In gioco oltre un miliardo e mezzo
di Giuseppe ANDRIANI
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Lunedì 8 Agosto 2022, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:53

In palio 1,61 miliardi di euro, di cui il 40% devono essere destinati ad Enti del Sud. Il bando per i cosiddetti partenariati estesi si trasforma in un’enorme opportunità per la Puglia. Per gli atenei, dall’Università degli Studi di Bari al Politecnico, ma non solo, anche per tutto l’indotto legato alla ricerca e al campo dell’innovazione. Sono stati promossi i primi 14 progetti, che hanno superato la prima fase e ora saranno nuovamente valutati.

Cosa sono i partenariati estesi

Lo step più duro, però, è alle spalle. E tra questi giocano un ruolo fondamentale gli atenei baresi: il Politecnico di Bari è hub di ricerca per uno dei quattordici ambiti, fa da capofila, l’Università di Bari, invece, è inserita in dieci di questi. 
I partenariati estesi sono «programmi di ricerca caratterizzati da un approccio interdisciplinare, realizzati da reti diffuse di Università, Enti Pubblici di Ricerca ed altri soggetti pubblici e privati, impegnati in attività di ricerca». Il Politecnico di Bari farà da hub per il progetto Nest (Network 4 Energy Sustainable Transition). L’area tematica è quella degli “scenari energetici del futuro”, ed è l’unica in quest’ambito ad esser stata ammessa alla seconda fase di selezione. La proposta, del valore di 160 milioni di euro, coinvolge, oltre al Politecnico, altri 24 partner pubblici e privati a livello nazionale (università, enti di ricerca e imprese) e consiste in due grandi obiettivi: sviluppare, attraverso la ricerca scientifica, nuove tecnologie per la produzione di energie pulite e utilizzare i risultati della ricerca per favorire la nascita di startup e imprese innovative. Se il progetto di partenariato esteso dovesse arrivare fino in fondo ed essere finanziato, il Politecnico avrebbe denaro fresco da reinvestire sia in macchinari e laboratori, che in personale.

In totale, a livello nazionale, saranno 100 i ricercatori da assumere, di cui il 40% al Sud. E il Mezzogiorno ne esce benissimo dal bando sui partenariati: oltre al Politecnico, sono tra i soggetti proponenti anche gli atenei di Salerno, Palermo e la Federico II di Napoli. 

I progetti dell'Università di Bari

E ne esce bene anche l’Università degli studi di Bari, che rientra in 10 linee di ricerca su 14. Ed è sicura, quindi, di arrivare fino in fondo in questa partita. Uniba è spoke per i progetti su Intelligenza artificiale; Rischi ambientali, naturali e antropici; Cultura umanistica e patrimonio culturale; Sostenibilità economico-finanziaria dei sistemi e dei territori e Modelli per un’alimentazione sostenibile. Ed è, invece, partner su queste tematiche: Scienze e tecnologie quantistiche; Cybersecurity; Neuroscienze e neurofarmacologia e Malattie infettive emergenti. Ma è co-leader sul progetto “Conseguenze e sfide dell’invecchiamento”, proposto dall’Università di Firenze. 
«La valutazione dei progetti sui Partenariati estesi – aveva detto qualche giorno fa il rettore Stefano Bronzini - premia l’eccellenza presente in UniBa, trasversale a tutti gli ambiti scientifico-culturali del nostro Ateneo. Siamo certi che le attività di ricerca potranno, in collaborazione con Università, enti di ricerca e imprese, avere significative ricadute sul territorio».
Il bando tutela le assunzioni delle quote rosa (il 40% dei ricercatori assunti con un contratto a termine dovrà essere donna) e la questione meridionale anche nell’ottica della ricerca. In questo, per altro, i due atenei baresi da sempre hanno lanciato la sfida del futuro, inserendosi nel contesto sociale, così come ha fatto l’Università del Salento, che a breve dovrà annunciare quanti dottorati di ricerca innovativi industriali saranno finanziati. L’aspetto più importante per i partenariati estesi, però, riguarda la rete: è l’occasione per intessere legami e fare network tra gli enti di ricerca e - come nel caso del Politecnico - prendersi la scena e un ruolo da protagonisti. Forse il vento sta cambiando, ma adesso serve superare la fase due.

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