I rincari dal grano al pane «I prezzi aumentano fino a 16 volte»

I rincari dal grano al pane «I prezzi aumentano fino a 16 volte»
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Giovedì 18 Novembre 2021, 05:00

«Un chilo di grano tenero in Puglia è venduto a circa 31 centesimi mentre un chilo di pane è acquistato dai cittadini a Foggia fino a 5 euro al chilogrammo, a Lecce a 4,20 euro al Kg, a Taranto a 3,50 euro al Kg come anche a Bari, fino ad arrivare a Brindisi dove il prezzo è di 3,10 euro al chilogrammo». È quanto denuncia Coldiretti Puglia parlando di un «aumentano fino a 16 volte dal campo al pane sugli scaffali». «Peraltro i prezzi al consumo - continua la Coldiretti regionale - non sono mai calati negli ultimi anni nonostante la forte variabilità delle quotazioni del grano che per lungo tempo sono state al di sotto dei costi di produzione. Con il grano sottopagato agli agricoltori negli ultimi 4 anni è aumentata la dipendenza dall’estero che ha raggiunto addirittura il 64% del fabbisogno, sul quale ora pesa il calo delle produzioni in Russia e Ucraina per effetto del clima».

COLDIRETTI

E a preoccupare sono le prossime semine con i costi che sono raddoppiati per gli agricoltori che - spiega la Coldiretti Puglia - sono costretti ad affrontare rincari fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione ma ad aumentare sono pure i costi per l’acquisto dei fertilizzanti delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne. Per ridurre la volatilità e stabilizzare i prezzi occorre - afferma la Coldiretti Puglia - realizzare rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto «equo», basato sugli effettivi costi sostenuti.

Una necessità - conclude Coldiretti - per ridurre la dipendenza dall’estero da dove oggi arrivano oltre 6 chicchi di grano su 10 consumati in Italia.

LE MATERIE PRIME
Intanto, Marcello Del Ferraro, presidente di Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia, chiede di rivedere «urgentemente la strategia del nostro sistema produttivo: soltanto così l’economia italiana potrà combattere contro gli aumenti delle materie prime ed il rischio inflazione, i principali avversari della ripresa in atto». Le nostre imprese - afferma il presidente - stanno lottando contro i rincari consapevoli che uno scatto in avanti dell’inflazione provocherebbe il calo dei consumi, mettendo anche in difficoltà la ripresa dell’industria agroalimentare. La risposta non può ricadere esclusivamente sulle aziende, ma deve coinvolgere l’intero comparto». Energia, materie prime di origine agricola, metalli: l’aumento è generalizzato. Secondo l’indice Fao, da dieci anni non si assisteva ad un rialzo così rilevante dei prezzi. La combinazione tra meteo estremo, che ha ridotto le produzioni agricole, e pandemia ancora in corso, ha in parte determinato le tensioni di mercato. Tuttavia per Assitol, che mette insieme la filiera degli oli e dei grassi alimentari, quella della panificazione e delle bioenergie, le ragioni della global inflation sono ancora più profonde.

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