Rt e non solo: i numeri “caldi” della pandemia di coronavirus in Puglia

Rt e non solo: i numeri “caldi” della pandemia di coronavirus in Puglia
di Francesco G.GIOFFREDI
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Lunedì 2 Novembre 2020, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 17:47

Nel club delle 11 regioni a maggior rischio - e tra queste c'è la Puglia - si abbozzano i distinguo, si pesano gli indici, si valutano i pericoli e le misure di restrizione. È il tema bollente di queste ore: come e dove declinare i lockdown territoriali? In che modo differenziarli? Nei mesi scorsi, quando l'Italia usciva traumatizzata dalla prima ondata, il ministero della Salute e l'Istituto superiore di sanità hanno elaborato una griglia di indici-sentinella regionali da monitorare settimanalmente. E in base ai quali imporre restrizioni. Ecco: non è ben chiaro che fine abbiano fatto quei parametri, in queste complicate e spinosissime settimane.


Ad ogni modo, tra gli indicatori-sentinella c'è anche Rt, cioè l'indice di riproduzione netto di una malattia: ci dice quante persone un soggetto infetto può contagiare. A differenza di R0, viene misurato in un arco di tempo ben preciso. La soglia di guardia è di 1,5: le 11 regioni a maggior rischio sono oltre quell'asticella, di molto (come il Piemonte: 2,16) o di poco (come la Puglia: 1,65, ottava in classifica). Rt italiano si attesta a 1,7. Ecco: l'obiettivo dev'essere calmierare l'indice di riproduzione, oltre che appiattire la curva di contagi, ricoveri e decessi.


L'Istituto superiore della sanità ha scorporato Rt delle 11 regioni: in Puglia è maggiore di 1,5 (secondo la dicitura del Cts) a Brindisi; tra 1,25 e 1,5 a Taranto, nella Bat e a Foggia; tra 1 e 1,25 a Bari; e infine sopra soglia per periodi limitati (inferiore a un mese) a Lecce. La classificazione non aderisce in tutti i casi all'andamento provinciale della pandemia o allo stock di contagi quotidianamente registrati: Bari trascina ogni giorno il bollettino regionale, ma non svetta per un Rt oltre soglia; Brindisi al contrario ha numeri all'apparenza sotto controllo, ma è nella fascia più severa quanto a rischio di contagiosità. Perché queste discrepanze? Innanzitutto perché Rt è condizionato perlopiù dalla concentrazione di focolai e dalla impetuosità delle impennate. Spiega poi l'Iss: «Il conteggio dei casi si riferisce al numero complessivo delle persone con infezione confermata diagnosticate ciascun giorno sul territorio, mentre l'Rt è calcolato sul sottogruppo dei casi con sintomi non importati (cioè le infezioni contratte all'estero ed individuate al successivo ritorno in Italia,
ndr) e riferito ai tempi in cui questi sintomi si sono sviluppati (per data di inizio sintomi).

Quindi il calcolo dell'Rt è relativo ad una parte della curva e ad un periodo temporale sfalsato».


L'indice Rt però non basta per stilare una pagella: è "solo" un criterio. La famosa griglia pre-estiva prevedeva altro: per esempio - oltre naturalmente al numero di contagi - doveva essere soppesata anche la capacità delle regioni di garantire l'offerta sanitaria territoriale, il tasso di occupazione dei posti letto, la reattività nel tracciare i contagi e spegnere sul nascere i focolai. Come sta andando? Non benissimo, in Puglia. Per esempio: l'occupazione delle terapie intensive è al 23,5%, 87 ricoveri su un potenziale di 369 posti letto; al momento ne sono realmente attivi però 104, spazio e strumentazione per rendere operativi gli altri 265 ci sono, tuttavia latita il personale dedicato. La sanità territoriale zoppica, le stesse Usca sono il grande assente della seconda ondata: solo 32 operative, dovrebbero essere almeno 80. La reattività nel tracciamento dei contatti si sta rattrappendo sempre più, fino a implodere: lo stesso Pierluigi Lopalco, epidemiologo e assessore regionale alla Sanità, ha ammesso che proprio l'ingestibile carico di lavoro sui Dipartimenti Asl ha indotto a chiudere le scuole, che gravavano più di qualsiasi altra realtà sul contact tracing. Ieri tuttavia, a "Che tempo che fa" su RaiTre, Lopalco ha dichiarato: «La Puglia è una delle regioni meno colpite dalla seconda ondata», e «abbiamo migliaia di ragazzi a casa in isolamento perché contagiati o perché entrati a contatto con positivi» e questo implica «migliaia di tamponi, telefonate, etc. Così si blocca il contact tracing». I test rapidi antigenici, caldeggiati anche dai pediatri, potrebbero viceversa rendere più fluida la trafila.


I numeri pugliesi, quelli assoluti, viaggiano a velocità costante. Con qualche oscillazione. Ieri, per esempio, il rapporto positivi-tamponi è sceso al 10,4%, ma ci sono stati 39 ricoveri in più. I nuovi casi quotidiani si aggirano sui 700 circa, ma Michele Emiliano nei giorni scorsi ha accennato persino a «2.500 nuovi contagi giornalieri» entro un mese. E i modelli matematici elaborati in Regione restituiscono risultati da allarme rosso. «Si segnala - dice il report di ministero e Iss - che in alcune regioni italiane la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4 con rischio di tenuta dei servizi sanitari nel breve periodo». E ancora: «La situazione descritta evidenzia una forte difficoltà nel tracciare in modo completo le catene di trasmissione». Rischia di saltare tutto e a breve, di questo passo.

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