Negozi chiusi, tutti a casa: in crisi anche la malavita

Negozi chiusi, tutti a casa: in crisi anche la malavita
di Valeria BLANCO
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Sabato 28 Marzo 2020, 10:47
Spostamenti fortemente limitati se non addirittura vietati, gran parte delle attività economiche in tutta la Penisola con le saracinesche abbassate, strade pressoché deserte e cittadini chiusi nelle proprie case per timore del contagio da coronavirus. Così, la crisi finisce per colpire anche chi vive nell'illegalità, traendo sostentamento e guadagni dalle attività illecite. Ogni tipo di reato dai furti alle rapine, passando per lo spaccio, la prostituzione e le violenze sessuali negli ultimi venti giorni (cioè da quando sono entrate in vigore le misure di contenimento del contagio che hanno trasformato il Paese intero in una grande zona arancione) ha registrato una diminuzione vertiginosa su tutto il territorio nazionale. Una buona notizia, in un periodo in cui giornali e telegiornali sembrano veri bollettini di guerra.

Stando a quanto emerge dal Report sulla delittuosità in Italia elaborato dalla direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza e relativo al periodo che va dall'1 e il 22 marzo scorso, i delitti rispetto allo stesso periodo del 2019 si sono ridotti di circa il 65 per cento.

In termini assoluti sono stati 52.596 i delitti registrati nel 2020 a fronte dei 146.762 commessi nel 2019. La Puglia, con 3.750 delitti commessi nei 22 giorni presi in esame dal report, registra una diminuzione pari al 55,6%, attestandosi quindi un po' al di sotto della media nazionale. In particolare, a livello nazionale l'analisi dei dati mostra una diminuzione più rilevante per alcuni tipi di reati quali lo sfruttamento della prostituzione (-77%), le violenze sessuali (-69,9%), i furti in genere (- 67,4%), i furti in abitazione (-72,5%), i furti con destrezza (-75,8%), le rapine in uffici postali (- 73,7%) ed una diminuzione meno rilevante per altri reati quali le rapine (-54,4%) e quelli inerenti agli stupefacenti (-46%). Andando a prendere in esame i numeri in termini assoluti, si scopre che i furti sono passati dai 68.519 del marzo 2019 ai 22.356 del marzo 2020 (-67,4%); i danneggiamenti da 18.111 casi a 6.103 (-66,3%); le lesioni dolose sono passate da 3.721 casi a 1.260 (-66,1%); le truffe e frodi informatiche da 13.209 episodi a 4.796 (-63,7%); le rapine da 1.672 a 762 episodi (-54,4%) e infine i reati inerenti agli stupefacenti si sono quasi dimezzati passando da 2.623 episodi a 1.416 (-46%).

Colpisce che i furti e le rapine ai danni delle farmacie denotino un decremento inferiore rispetto ad altri reati predatori, attestandosi rispettivamente sul -13,8% (passano da 58 a 50) e -24,6% (da 57 a 43): un dato che può certamente interpretarsi con il fatto che le farmacie sono tra i pochi esercizi commerciali rimasti aperti dopo le ultime restrizioni del Governo e quindi risultano essere più esposte.

Nel periodo in esame i maltrattamenti in famiglia registrano una diminuzione inferiore rispetto ad altri reati: passano da 1.157 a 652, pari al -43,6%. In questo caso, in Puglia sono stati registrati 32 delitti di questo tipo: non pochi, sufficienti comunque a porre la regione all'ottavo posto in un'ideale classifica dei territori con il maggior numero di violenze e maltrattamenti. Ma comunque molto meno della metà dei 72 relativi allo stesso periodo del 2019, con una riduzione percentuale superiore a quella della media nazionale. Un capitolo a parte meritano gli omicidi: la riduzione è stata drastica, si è passati cioè dai 23 del marzo dell'anno scorso agli appena 8 del mese in corso.

Purtroppo, però, la gran parte di questi omicidi (ben 5) ha riguardato vittime di sesso femminile ed è maturato in ambito familiare: si tratta, quindi, di femminicidi. E questo apre a considerazioni relative al fatto che in questo momento la categoria più a rischio è proprio quella delle donne vittime di maltrattamenti e violenze da parte di mariti o conviventi, costrette a rimanere chiuse in casa con i loro aguzzini e spesso senza neppure la possibilità di chiedere aiuto.

Non stupisce infine che, tra i tanti tipi di reati analizzati, l'unico che invece in questi ultimi venti giorni ha registrato un'impennata - pari a circa il 22% - sia proprio l'usura: ne sono stati registrati 11 casi. In realtà sono solo due in più rispetto ai 9 del marzo dell'anno scorso, ma sufficienti comunque ad annunciare un trend e a destare l'allarme sui rischi e pericoli che l'inevitabile crisi economica e la già annunciata recessione, inevitabilmente, una volta passata l'emergenza sanitaria, porteranno con sé.
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