Autonomia e Sanità, l'allarme di Palese: «Medici più pagati al Nord, a Sud il Servizio sanitario è a rischio»

Autonomia e Sanità, l'allarme di Palese: «Medici più pagati al Nord, a Sud il Servizio sanitario è a rischio»
di Massimiliano IAIA
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Mercoledì 28 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 04:20

È un fiume in piena, l'assessore regionale alla Salute Rocco Palese. Che l’autonomia differenziata presentasse diverse controindicazioni non fa nemmeno più notizia. Ma il possibile esodo dei medici che dal Sud si sposteranno al Nord perché potranno percepire paghe più elevate nelle Regioni più ricche rende il quadro del Sistema sanitario nazionale ancora più sbilanciato in favore dell’area settentrionale. E proprio per questo motivo Palese non usa mezzi termini: «Così è il calciomercato dei medici, la gestione del Ssn diverrà insostenibile. Questa norma è una bomba atomica sui servizi essenziali. E il ministro Calderoli sta usando l’articolo 143 della Legge di Bilancio come cavallo di Troia per ingannare un Parlamento completamente escluso dal dibattito sull’Autonomia».
Autonomia che, va detto, la Regione non sostiene.
«No, non è esattamente così, anzi ne approfitto per chiarirlo una volta per tutte: noi Regioni del Sud non siamo contrari. Semplicemente, vorremmo partire ad armi pari. È chiedere troppo?».


Dove sta la sperequazione, a suo modo di vedere?
«È presto detto: non si può pensare di sistemare il Ssn con i Lep se poi si ignora l’articolo 119 della Costituzione, secondo cui la legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante. Ma con 21 sistemi sanitari diversi è in gioco la certezza del sistema sanitario».
Immagina già una corsa dei medici verso il Nord per guadagnare stipendi più alti, sguarnendo di fatto gli ospedali al Sud?
«Ma quella è una delle tante conseguenze dell’Autonomia differenziata, uno scenario del genere è ampiamente prevedibile. È chiaro che con queste premesse saltano i contratti nazionali, siamo al calciomercato dei medici».
Le Regioni non sono state coinvolte nel dibattito?
«Figuriamoci. Leggo che molti parlamentari meridionali hanno votato questa norma “al buio”, ma almeno è chiaro a tutti come cambieranno le cose d’ora in poi? Il Parlamento è stato escluso e oserei dire ingannato».


Da chi? Dal ministro Calderoli?
«Guardi che non è solo Calderoli a volere l’Autonomia, in questo senso molte Regioni del Nord si sono mosse per giungere ad una norma che non ci permette di competere ad armi pari. A Calderoli, però, che sta usando l’articolo 143 della Legge di Bilancio come cavallo di Troia per ingannare un Parlamento, vorrei chiedere: perché non ripartiamo invece dalla legge 42 del 2009? La Legge 42 di fatto dava attuazione dell’articolo 119 della Costituzione, assicurando autonomia di entrata e di spesa di comuni, province, città metropolitane e regioni e garantendo i principi di solidarietà e di coesione sociale, in maniera da sostituire gradualmente, per tutti i livelli di governo, il criterio della spesa storica e da garantire la loro massima responsabilizzazione. Ripartiamo da lì. Altrimenti, i pugliesi saranno considerati cittadini di serie C. E si badi bene: qui non è in ballo solo il sistema sanitario, ma anche tutto il resto».
A cosa si riferisce?
«L’Autonomia così com’è andrà a incidere anche sui trasporti, sui servizi sociali, sulle infrastrutture. Un esempio? Perché i pugliesi sono condannati a non avere l’Alta Velocità? Qui bisogna sperare nei fondi del Pnrr per completare, un giorno, forse, la Bari-Napoli. Ma stiamo scherzando?».
C’è chi sostiene che l’Autonomia sia una conseguenza degli errori - o degli sprechi - commessi in passato dal Sud, che avrebbero fatto “saltare il banco”. Cosa risponde?
«Qui nessuno vuol venire meno alle proprie responsabilità. Se il Sud sbaglia è giusto che risponda dei propri errori, ma questa non è una buona ragione per non partire ad armi pari. Vogliono la secessione? Allora facciamola al contrario, facciamola in modo direi provocatorio».
Cosa ha in mente?
«Penso a questo: non esistono compagnie assicurative in Puglia? Bene, creiamone una qui, così evitiamo che i nostri automobilisti o motociclisti paghino le polizze agli istituti del Nord, arricchendo ulteriormente quell’area del Paese. E lo stesso vale per e sedi legali delle grandi banche. La vogliamo mettere su questo piano? Cui prodest? ».
Al momento, invece, qual è la contromossa delle Regioni del Sud?
«Abbiamo chiesto un incontro al governo. Dobbiamo assolutamente evitare un disastro di questo genere. La nuova norma è una bomba atomica sui servizi essenziali».
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