Opere, 81 quelle ferme. E la Puglia peggiora

Opere, 81 quelle ferme. E la Puglia peggiora
di Maria Grazia Fasiello
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Mercoledì 22 Luglio 2015, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 09:31
Opere inghiottite dalla burocrazia. È così che la Puglia conquista un amaro primato: seconda regione in Italia, dopo la Calabria, per numero di infrastrutture incompiute. Ben 81, stando ad un elenco pubblicato dal Ministero, 22 in più rispetto all’anno precedente. La denuncia arriva da Ance Puglia. «La situazione è grave - spiega il presidente Nicola Delle Donne - è da lì che dobbiamo ripartire se vogliamo rimettere in moto il paese».



Strade, scuole o mercati, cantieri avviati e mai chiusi. Un valore di circa 235 milioni che rischia di andare in fumo prima ancora di vedere la luce.



Secondo l’elenco dell’anagrafe delle Opere incompiute pubblicato il 30 giugno scorso dal Ministero delle Infrastrutture e relativo al 2014, le opere sono ben 22 in più rispetto alle incompiute riferibili al 2013. Nè il quadro sembra essere cambiato più di tanto, in questi mesi. C’è la provincia di Foggia al primo posto (23) seguita da quella di Lecce (con 18), e poi da Taranto (16), Bari (11), Brindisi (9) e Bat (3). Un’altra opera è divisa tra due province (Bari e Bat). Nel 2013 c’erano 160 milioni sul piatto, un anno dopo il valore è salito a 235 milioni per infrastrutture per la mobilità, realizzazione di scuole, mercati, carceri e cimiteri, restauri, opere irrigue e fognarie, adeguamenti normativi a bonifiche ambientali. Ance scende nel dettaglio. Per lo più si tratta di piccole opere, essendo solo cinque quelle che superano i 10 milioni di euro: i lavori di sistemazione idraulica negli agri di Gravina e Poggiorsini (34 milioni), il restauro del Palazzo degli Uffici di Taranto di Piazza Archita (33 milioni), la costruzione di un serbatoio per scopi irrigui in agro di Altamura (30 milioni), i lavori di messa in sicurezza dell’area ex-Fibronit di Bari (14 milioni) e quelli di bonifica del sito inquinato dell’ex-Gasomentro di Bari (12 milioni).



Scendendo a cifre al di sotto di 10 milioni, si possono trovare i nuovi alloggi popolari di Lecce, la costruzione del nuovo palazzo di città o il completamento della scuola elementare di Nardò, l’ultimazione di strutture sportive a Racale, Tricase, Manfredonia, l’adeguamento alle norme e la manutenzione straordinaria dell’edificio scolastico di Minervino Murge, fino all’ampliamento del cimitero di Taranto e alle infrastrutture a servizio della mobilità della Fiera del Levante (quasi 8 milioni di euro).



«L’appello che mi permetto di lanciare alla politica - afferma Delle Donne - ma soprattutto a chi gestisce questi blocchi burocratici è uno sforzo di volontà. Non è una situazione sostenibile in un paese civile. Le opere rappresentano occupazione, servizi per i cittadini e qualità del territorio. Bisogna guardare al futuro dei prossimi 20 anni, questa regione non può vivere solo della grande bellezza che la caratterizza. Se vuole puntare sullo sviluppo ha bisogno di far ripartire le opere. L’aspetto paradossale - fa notare il presidente di Ance Puglia - è che spesso non mancano i fondi ma la volontà di assumersi una responsabilità di fronte a ciò che va fatto. Abbiamo bisogno di maggiore coraggio, anche da parte dei dirigenti che dovrebbero snellire le procedure ed evitare intoppi. Con questi dati si misura la capacità di chi gestisce la macchina amministrativa. È una follia che deve finire».



La Puglia, con 81 opere incompiute, è seconda solo alla Calabria (che ne conta 93) in una graduatoria che, in totale, conta 649 opere iniziate ma non terminate in tutta la penisola. «Si presenta – aggiunge Delle Donne - con forza il tema della “qualificazione” delle amministrazioni appaltanti, oltre che delle imprese. Dobbiamo pretendere amministrazioni competenti, valide, che declinino l’efficienza e l’efficacia a partire dall’ideazione dell’opera fino all’esecuzione della stessa. Se si riuscirà a cogliere questo obiettivo, se si dirà stop alla bulimia normativa, questi elenchi non avranno più ragion d’essere, relegati a un passato che ci auguriamo non più ripetibile. È in corso il procedimento per recepire la nuova direttiva Ue in materia di appalti, - conclude - e il nuovo Codice può essere l’occasione per dare l’attesa svolta».



All’elenco del Ministero si aggiungono i cantieri in provincia di Lecce su cui preme molto la categoria degli edili, e cioè la realizzazione della Regionale 8, il completamento della statale 16 con il raddoppio della Maglie-Otranto e della 275 direzione Maglie - Santa Maria di Leuca (maxi appalto da 288 milioni di euro). I sindacati parlano di centinaia di posti di lavoro a rischio a causa del blocco.



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