Omicron, la Puglia verso il picco: «Ma gli ospedali reggeranno»

Omicron, la Puglia verso il picco: «Ma gli ospedali reggeranno»
di Paola ANCORA
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Martedì 11 Gennaio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 13:34

Omicron spaventa i pugliesi, riempie gli ospedali più che tre settimane fa, in qualche caso – come è accaduto a Lecce – mandando in tilt il Pronto soccorso e rallentando l’assistenza ai pazienti no-Covid. Tuttavia, i responsabili delle strutture sanitarie della Puglia sono pronti ad agire per dare risposta alla domanda di ricoveri che non dovrebbe, ritengono, superare quella dello scorso inverno. Anche perché Omicron non è assimilabile a un raffreddore, come qualcuno pensa, ma ha comunque un impatto molto più contenuto rispetto alla variante Delta e, soprattutto se si è vaccinati con tripla dose, spesso passa senza lasciare strascichi, “accompagnando” la pandemia alla sua fase endemica, ovvero di convivenza con Sars-Cov2: il virus diventerà, probabilmente, un “ospite” dei nostri inverni come quello dell’influenza. Qual è, dunque, la situazione negli ospedali regionali?
Sembra ormai certo il passaggio della Puglia alla zona gialla e questo dipende dagli indicatori che le autorità sanitarie – ministero e Istituto superiore di Sanità – hanno stabilito nel sistema dei colori per identificare un determinato grado di rischio territoriale. In questo caso – va ribadito – più che gli effetti sulla salute delle persone (come si vedrà, la percentuale di malati in Terapia intensiva è cresciuta, ma resta ancora sotto soglia e riguarda, in particolare, chi non è protetto dal vaccino), a preoccupare è l’impatto di Omicron sulla tenuta del sistema sanitario, che qui conta 12mila posti letto fra pubblico e privato e 3.300 posti dedicati esclusivamente ai malati Covid. 

 

Gli indicatori


Agenas ha certificato che in Puglia l’occupazione delle Terapie intensive è salita in una settimana dal 7 all’8% (il tetto massimo è fissato al 10%): come Basilicata e Molise, la nostra regione mantiene una percentuale a una sola cifra, mentre il resto del Paese viaggia su valori compresi fra il 10% dell’Abruzzo e il 29% della provincia autonoma di Trento.

L’occupazione dei posti letto nei reparti pugliesi di Medicina Covid ha superato la soglia massima del 15%, uno dei parametri che decreta il passaggio in zona gialla, arrivando al 16% in pochi giorni, dal 2 gennaio – quando era ferma al 10% - a sabato scorso, 8 gennaio. 

Gli ospedali


I medici del Policlinico di Bari seguono al momento 153 pazienti Covid positivi ricoverati: 19 si trovano in Terapia intensiva, 91 all’ospedale allestito alla Fiera del Levante. Altri 11 ricoveri si contano nel reparto di Pediatria. «Non avremo il problema di saturare i posti letto disponibili – fanno sapere dall’ufficio stampa del presidio ospedaliero -, sia perché siamo in grado di assistere fino a di 152 pazienti bisognosi di una ventilazione meccanica, sia perché durante il picco della terza ondata siamo arrivati a un massimo di 90 pazienti ricoverati nelle Terapie intensive». 


A Foggia, all’ospedale “Riuniti”, nel reparto di Malattie infettive restano tre posti disponibili, 4 sono liberi in Pneumologia Covid, 8 in Rianimazione e un posto in Chirurgia, mentre 10 puerpere positive sono seguite in Ostetricia e la Terapia intensiva neonatale si prende cura di due piccoli di meno di un mese contagiati. Non proprio grandi spazi, insomma. «Nelle prossime ore – spiegano gli uffici, in attesa della nomina di un nuovo direttore – attiveremo 30 posti letto aggiuntivi in Area medica, 14 saranno disponibili in 24 ore al massimo, altri 16 la prossima settimana».


Anche dalla Asl di Brindisi, il direttore Giuseppe Pasqualone afferma di «non essere preoccupato. Naturalmente – dice – ci auguriamo che l’escalation di Omicron non sia tale da portarci all’occupazione piena dei posti letto, ma sabato prossimo attiveremo 80 posti letto a Ostuni, qualora ve ne fosse bisogno sarebbero pronti altri 80 posti a San Pietro Vernotico e stiamo per rendere disponibili 25 posti post-Covid a Cisternino e a Ceglie, il che ci aiuterà a dimettere velocemente i pazienti dai reparti Covid». All’ospedale Perrino, al momento sono ricoverati 83 contagiati e 18 sono i posti letto disponibili nei reparti di Area medica, mentre all’ospedale di Mesagne sono occupati 13 letti sui 16 totali.


Lecce soffre, forse, più di altre realtà per l’effetto imbuto creatosi nei giorni scorsi al Pronto soccorso, dove alla già cronica carenza di personale si è aggiunta la prolungata assenza per Covid di sei medici contagiati e una infermiera. Altri positivi si contano fra il personale del 118, in una miscela esplosiva che ha trasformato il reparto di Emergenza di riferimento dell’intera provincia in una polveriera. 

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