Nuovo stop agli spostamenti. Regioni chiuse per 30 giorni

Nuovo stop agli spostamenti. Regioni chiuse per 30 giorni
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Lunedì 22 Febbraio 2021, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 09:21

Niente spostamenti tra regioni fino al prossimo 27 marzo. La diffusione delle varianti continua a colpire duro, soprattutto in alcune zone del Paese. E il governo proroga lo stop agli spostamenti in scadenza il 25 febbraio di altri 30 giorni. Il provvedimento dovrebbe essere firmato già oggi dal Consiglio dei ministri di domattina. Restano valide, comunque, le eccezioni agli spostamenti per motivi di lavoro o necessità. Così come, resta la possibilità di fare rientro al domicilio o alla residenza e spostarsi tra piccoli Comuni con meno di 5mila abitanti.

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La decisione è giunta nella serata di ieri, a margine di un confronto tra i ministri della Salute Roberto Speranza e delle Autonomie Mariastella Gelmini. «Non possiamo pretendere di chiamarvi a ratificare decisioni già prese, ma possiamo e vogliamo chiedervi di partecipare ad un processo decisionale che certo dovrà essere tempestivo, snello, ma che non potrà calare sulle vostre teste» ha rimarcato Gelmini durante il vertice. Chiaro il riferimento alla spaccatura tra i governatori rispetto alla proposta formulata venerdì da Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna, di collocare in fascia arancione tutta l'Italia per un paio di settimane. L'obiettivo di Bonaccini era duplice: ridurre la diffusione delle varianti e limitare la confusione fra gli italiani. Ipotesi rispedita al mittente, però, dalla maggior parte dei presidenti di Regione. Dunque, il richiamo del ministro Gelmini: «Non servono divisioni, ma soluzioni». E si partirà dalla proroga di 30 giorni del divieto di spostamento tra Regioni che scade il 25 febbraio, primo provvedimento sulla crisi pandemica del governo Draghi. La nuova dead line dello stop alla mobilità anche tra zone gialle - sulla quale c'è il consenso dei governatori - sarebbe così fissata al 27 marzo. Ma la strategia complessiva del nuovo Esecutivo sarà definita con il nuovo Dpcm che seguirà quello in scadenza il 5 marzo.
In sede di videoconferenza con Gelmini e Speranza, comunque, i governatori hanno presentato una piattaforma di proposte che già oggi saranno vagliate dal nuovo governo di Mario Draghi. A partire dall'inserimento nella cabina di regia politica - diversa da quella del monitoraggio del contagio - anche i ministri economici «al fine di dosare gli impatti delle decisioni sui cittadini e le imprese». «In via strutturale, lo stesso provvedimento che introduce restrizioni per il Paese e poi restrizioni particolari per singoli territori - si legge nel documento della Conferenza delle Regioni - deve anche attivare gli indennizzi e salvaguardare le responsabilità, garantendo la contestualità a prescindere da chi adotta il provvedimento». In altre parole, dunque, ristori tempestivi a qualsiasi livello per le categorie penalizzate dalle chiusure sia nazionali che locali. «È necessario, inoltre, condividere maggiormente i provvedimenti» hanno messo nero su bianco i governatori, insistendo sul preavviso congruo che il governo deve dare per evitare il caos come per lo sci e i ristoranti aperti o chiusi nel weekend. E su questo Gelmini ha dato le prime rassicurazioni. Il monitoraggio potrebbe essere effettuato, infatti, non più alla fine ma all'inizio della settimana per scongiurare l'applicazione delle restrizioni previste dal sistema dei colori a ridosso del weekend.
Pressing dei governatori anche sul fronte dei vaccini: la richiesta è quella di accelerare con la fornitura delle dosi necessarie. «Si ritiene indispensabile procedere, infine, ad una revisione dei parametri e alla contestuale revisione del sistema delle zone - hanno rimarcato i governatori -, nel senso della semplificazione, che passi funzionalmente anche da una revisione dei protocolli per la regolazione delle riaperture, in senso anche più stringente laddove necessario. Occorre in questa fase un cambio di passo che consenta di coniugare le misure di sicurezza sanitaria con la ripresa economica e delle attività culturali e sociali».
Intanto in Puglia l'indice nuovi positivi al Covid a fronte dei tamponi effettuati si attesta al 10.7% e cresce di un punto percentuale rispetto all'ultima rilevazione. Nel dettaglio, su 7.083 test effettuati ieri sono stati registrati 758 casi positivi e 6 decessi. Il tasso di positività, come si diceva, è pari al 10,7%. I nuovi infetti sono così registrati: 336 in provincia di Bari, 46 in provincia di Brindisi, 78 nella provincia BAT, 99 in provincia di Foggia, 78 in provincia di Lecce, 118 in provincia di Taranto, 3 residenti fuori regione. I sei decessi si sono verificati: 3 in provincia di Bari, 2 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Taranto. Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.494.986 test. 103.496 sono i pazienti guariti. 33.198 sono i casi attualmente positivi.
Re. Att.
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