Nuovo Codice degli Appalti, le imprese: «Così i bandi sono a rischio»

Nuovo Codice degli Appalti, le imprese: «Così i bandi sono a rischio»
di Paola ANCORA
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Domenica 18 Dicembre 2022, 05:00

Il blocco degli appalti Pnrr in primavera: è questo il rischio concreto che, secondo le imprese, porta con sé il nuovo Codice degli Appalti licenziato dal Consiglio dei Ministri. Qualunque riforma sul tema negli ultimi 30 anni, del resto, ha prodotto l’immediata paralisi del mercato, come avvisa il presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) di Lecce, Valentino Nicolì. «Quando entrò in vigore l’attuale Codice, nel 2016 - argomenta - il numero dei bandi di gara pubblicati crollò del 76%. Se con l’entrata in vigore del nuovo Codice, prevista in aprile, si ripetesse questo copione saremmo davanti a un vero e proprio disastro perché ci troveremmo nel pieno dei bandi Pnrr». Un rischio tutt’altro che remoto alla luce della immediata esecutività del Codice - che con i suoi 35 allegati, diversamente dal passato, non rimanda ad alcun regolamento - e delle difficoltà operative nelle quali versano molte stazioni appaltanti, a partire dai Comuni. Si pensi, per fare un esempio, allo scarso personale negli Uffici Tecnici. 

Il Codice


Non a caso il ministro per le Infrastrutture, Matteo Salvini, che giovedì scorso ha incontrato Ance a Roma, scommette sulla possibilità di spostare l’entrata in vigore del Codice dal 31 marzo alla fine del 2023, tramite un accordo da stringere con l’Europa, vera “regista” delle principali novità introdotte in tema di appalti, come si spiega nella relazione messa a punto dalla commissione del Consiglio di Stato presieduta da Franco Frattini, coordinata da Luigi Carbone e autrice del testo. Fra le novità il principio del risultato e quello della fiducia, che mirano a scardinare da un lato l’eccessiva attenzione ai formalismi e, dall’altro, la burocrazia difensiva e la «paura della firma», cioè la riluttanza di molti funzionari di assumersi la responsabilità delle decisioni. Nel Codice il principio della fiducia è stato specificato rendendo più chiaro il confine tra colpa lieve e colpa grave, quest’ultima sanzionabile dalla Corte dei conti in sede di accertamento della responsabilità per danno erariale.
Il nuovo Codice riformula le soglie di 140mila e 150mila euro per il valore degli appalti rispettivamente di servizi e forniture e di lavori che potranno essere affidati senza gara, portandoli a 500mila euro. Una previsione che, secondo Nicolì, rischia di aprire le porte a una eccessiva discrezionalità: «È una formula che sembra non considerare la storia degli appalti pubblici in Italia». Viene anche introdotto il cosiddetto “subappalto a cascata” adeguandolo alla normativa europea, ovvero eliminando gli attuali limiti ai subappalti e prevedendo criteri di valutazione discrezionale da parte della stazione appaltante, chiamata a decidere caso per caso.
Per l’avvocato Gianluigi Pellegrino, che ha fatto parte della commissione di esperti sul Codice, cambia «la filosofia del Codice», con innovazioni importanti: «Le semplificazioni introdotte per gli appalti sotto soglia, ovvero sotto i 5 milioni di euro - dice - che costituiscono l’80% degli appalti; i termini tassativi di conclusione delle gare, che ora durano secoli e dovranno invece concludersi fra i 5 e i 10 mesi». Non ci si fermerà nemmeno in presenza di un ricorso: «Non si potrà rifiutare la stipula del contratto e non ci sarà più lo “stand still”, cioè il tempo di attesa di 35 giorni per firmare un contratto dopo l’aggiudicazione». Ancora. Le imprese raggiunte da interdittive antimafia e sottoposte a controllo giudiziario non perderanno automaticamente l’appalto se il tribunale deciderà di autorizzarne la prosecuzione, affiancando all’azienda un controllore giudiziario. «Passiamo da un Codice guardiano, figlio di Tangentopoli e ossessionato dal formalismo, a un Codice volano, che non è lassista, ma cerca un equilibrio avanzato fra concorrenza e interesse pubblico» conclude Pellegrino. Con il nuovo Codice, per esempio, le imprese avranno un fascicolo virtuale che permetterà di mandare in soffitta i bastimenti di documenti da inviare per la partecipazione a una gara. 
Eppure anche i professionisti storcono il naso. «C’è una preoccupante tendenza - dice il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Lecce, Francesco Micelli - a ridurre la centralità della progettazione, che deve invece incorporare e soddisfare i bisogni e l’interesse pubblico. Questo Codice scommette sull’appalto integrato, affidando all’operatore economico anche la fase progettuale. Le semplificazioni non devono avvenire a discapito dell’opera di ingegneria». O a pagarne il prezzo saranno i cittadini. Si vedrà quali osservazioni solleveranno ora Comuni, Regioni e il Parlamento.
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