Imprenditori e negozianti: «Nuove regole sul Pos? Ma servono interventi»

Imprenditori e negozianti: «Nuove regole sul Pos? Ma servono interventi»
di Giuseppe MARTELLA
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Martedì 6 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 03:37

Imprenditori ed esercenti di Puglia ribadiscono il loro favore verso Pos e pagamento elettronico ma chiedono interventi sostanziali. Le questioni Pos e soglia per i pagamenti in contanti toccano anche la Puglia. L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, tra fughe in avanti e improvvisi rallentamenti, cerca di trovare la quadra sulla questione del limite in euro sotto il quale non è obbligatorio consentire la transazione elettronica: dopo l’innalzamento a 60 euro dato per certo, ora dagli ambienti di Palazzo Chigi filtra la possibilità di una marcia indietro tesa ad abbassare la soglia. 

Il Dibattito


La discussione, intanto, si alimenta tra l’opinione pubblica, Bankitalia sottolinea come “bloccare” in qualche modo la moneta elettronica aiuti l’evasione e alcuni sondaggi dimostrano come sempre più consumatori siano affezionati a questo metodo di pagamento, le associazioni di categoria che mettono insieme imprenditori e commercianti pugliesi cercano di fare chiarezza sull’argomento e prendono una posizione netta. 
«Il tema vero non è essere favorevoli o contrari al pagamento elettronico – taglia corto Raffaella Altamura, presidente di Confesercenti Bari – siamo dalla parte della modernizzazione e sappiamo che non si può fermare. Del resto, dal 2015 a oggi, i dati a nostra disposizione dimostrano come sia quintuplicata in Puglia la quota di piccoli e piccolissimi commercianti e di ambulanti che si sono dotati delle strumentazioni Pos. Il problema reale è il costo delle commissioni, dei canoni e di quant’altro legato a questo tipo di pagamento». 
Non serve, a sentire la presidente Altamura, confrontare gli oneri italiani con quelli superiori di diversi Paesi europei. E a tale proposito la numero uno di Confesercenti Bari rimarca: «La percentuale da stornare per la commissione bancaria rimane uguale sia su acquisti di somma importante che su quelli per un caffè o un valore bollato in tabaccheria. In questo caso i margini di guadagno sono già marginali, applicare anche i costi della transazione li fa diventare antieconomici». Altamura solleva poi la questione riguardante la giungla dei costi differenti a seconda dei circuiti di appartenenza di carte di credito e bancomat e sottolinea: «La discussione sulla soglia per l’obbligatorietà dei pagamenti elettronici è un dibattito mediatico e politico che non ci appassiona. La risoluzione passa – conclude la presidente di Confesercenti Bari – dall’abbattimento del costo delle commissioni, da una quota che dovrebbe essere bassa e fissa su canone annuo darebbe nuovo slancio al commercio di prossimità». 
Da più parti il non accettare il pagamento al Pos è visto come un assist all’evasione fiscale. «Non scherziamo – le parole a riguardo di Leonardo Giangrande, presidente di Confcommercio Taranto – le attività commerciali in Italia sono un mondo super controllato, ciascuno di noi ha un “cassetto fiscale” nel quale deposita qualsiasi passaggio fiscale che compie e che può essere controllato in ogni momento. In più, esistono normative, prima fra tutte quella del rilascio della scontrino, e sono previste pene per chi evade le tasse. L’evasione è un male che penalizza – ricorda Giangrande - in prima battuta il commerciante che segue le regole e che paga in termini di competitività sul mercato». L’esponente di Confcommercio Taranto sottolinea poi come il pagamento digitale risolva tanti problemi per l’esercente anche in termini di sicurezza, se è vero che si riduce il contante presente in azienda, e aggiunge: «È inammissibile, però, che in un periodo già caratterizzato da caro bollette e pressione fiscale altissima, anche l’intero costo di un servizio utile ricada sulle tasche dei commercianti, soprattutto delle attività più piccole. Servirebbe – la conclusione del presidente Giangrande – che il governo “tirasse le orecchie” alle banche, riducendo i costi per le transazioni e l’acquisto delle apparecchiature, dando così uno stimolo nuovo alle nostre attività». 
Anche Confindustria Brindisi entra nella discussione con il suo presidente Gabriele Lippolis: «Ribadiamo dalla Puglia quella che è stata la presa di posizione del nostro numero uno nazionale Bonomi.

Quella di alzare la soglia sotto la quale pagare in contante, così come l’innalzamento al tetto del contante, non è stata una nostra richiesta. È una scelta politica che rispettiamo, ma siamo convinti che questi non siano gli interventi strutturali dei quali – dice ancora Lippolis – abbia bisogno». Il rappresentante di Confindustria Brindisi aggiunge: «Queste misure non favoriscono l’aumento del Pil. Necessario spingere su misure che risulterebbero importanti anche per la nostra regione, basti pensare Bonus Sud o al rifinanziamento delle Zone Economiche Speciali».

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