Tir di merci sui carri ferroviari, dallo scalo di Brindisi a quello di Forlì: destinazione Italia, Europa e Asia, lungo i corridoi della “Nuova Via della Seta”. Dopo gli annunci e il taglio del nastro, ieri il via. È partito alle 19.30 il primo treno: in tutto, 26 semirimorchi per oltre mille tonnellate. Svolta intermodale per il traffico da e per il Salento, un binario rapido e diretto per import-export. È il primo esperimento in Italia di “autostrada viaggiante non accompagnata” lungo l’asse Adriatico, con tecnologia “RoadRailLink”, che consente di caricare sui treni anche i mezzi non sollevabili con gru. Durata della tratta? Dodici ore.
Il progetto
Ne sono artefici il vettore foggiano Lotras (famiglia De Girolamo) e il leader logistico-ferroviario tedesco Vtg Rail Europe GmbH. In 6 mesi hanno elaborato e realizzato il progetto proposto dagli autotrasportatori della provincia di Lecce, capeggiati da Primiceri (Casarano), società sotto la cui regia l’intera operazione continua a essere coordinata.
Per l’occasione, Terminali Italia ha ripristinato la funzionalità dello scalo brindisino di “Via Porta Lecce”, chiuso e in disuso da tempo. E vi ha trasferito da Bari una decina di tecnici. Che, nel giro di poche ore, con il sistema “R2l”, hanno collaborato al carico sul treno dei semirimorchi contenenti i prodotti di almeno 1.500 aziende salentine: «C’è tutto ciò che l’industria salentina esporta. Dai prodotti del tessile, abbigliamento e calzaturiero all’agroalimentare passando per la metalmeccanica. Ci sono i vini provenienti dalle cantine leccesi e brindisine - spiega Luigi Primiceri, amministratore della omonima azienda di autotrasporto -, e c’è tanto olio. Trasportiamo allo scalo forlivese “Villa Selva”, in quota a Lotras, anche manufatti in pietra leccese».
Il viaggio dei prodotti
Merce quasi tutta destinata al Nord Italia: almeno un 20% proseguirà il viaggio verso Olanda e Francia, attraverso le due “autostrade viaggianti” che si disarticolano, rispettivamente, tra Torino e Lyon e tra Novara e Friburgo, snodo operativo a soli 400 chilometri da quello di Duisburg, al quale si agganciano i binari provenienti dalla Cina meridionale (Chongqing) e, ora, anche da quella centro-settentrionale (Wuwei).
«Con l’aereo queste merci impiegano meno ad arrivare da Shanghai a Milano che su gomma da Milano a Casarano. Con il treno, sfateremo anche questo tabù». Ma la domanda appare intensa anche dall’Italia: «È stato appena chiuso - svela Primiceri - anche un contratto per il trasporto di materiale ferroso proveniente da Genova su 10 bilici e destinato a Taranto per un ampio arco temporale».
Sfida ambiziosa. Parla di sicurezza, sostenibilità ambientale ed economica (di 375 euro è il prezzo del biglietto). E il tentativo di realizzarla, ieri, ha messo in luce anche le prime difficoltà. Niente ritardi ma 6 semirimorchi sono rimasti a terra, problemi del debutto: «Siamo riusciti a caricare il treno in partenza da Brindisi all’80 per cento», fa sapere lo stesso imprenditore. Questione tecnica, di orario: «Terminali Italia vuole chiudere le operazioni di carico alle 18, ma le aziende manifatturiere chiudono alle 17 e non hanno il tempo di raggiungere lo scalo. Ragion per cui - spiega Primiceri - potremmo posticipare le partenze. Ci stiamo misurando tutti con un sistema completamente nuovo: bisogna rodarlo e renderlo flessibile. E poi riusciremo anche a esportarlo».