Nucleare, frenata di Enel: «Meglio gas e rinnovabili»

Nucleare, frenata di Enel: «Meglio gas e rinnovabili»
di Donato NUZZACI
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Lunedì 5 Settembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 23:50

Energia elettrica da fonte nucleare in Italia? «Per ora i tempi non sono maturi, puntiamo sulle rinnovabili e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento del gas». Lo ha detto Michele Crisostomo, presidente del Consiglio di Amministrazione di Enel intervenuto alla seconda giornata della 48esima edizione del Forum Ambrosetti, ospitato nel Circolo Unione di Bari e promosso da Banca popolare di Puglia e Basilicata ed Exprivia. Imprenditori e autorevoli esponenti del mondo istituzionale e accademico locale hanno discusso prima a Molfetta e poi nel capoluogo di regione sui temi di stretta attualità legati alle sfide dell’Unione Europea. Dopo il primo appuntamento dedicato ai cambiamenti economici e tecnologici, con la presentazione del nuovo rapporto “Il Digitale in Puglia”, si è passati a esaminare il tanto discusso tema dei cambiamenti geopolitici e dei processi di approvvigionamento delle risorse e della sostenibilità. Atteso è stato l’intervento del presidente di Enel, Crisostomo, che ha spiegato come «l’ostacolo principale allo sviluppo delle rinnovabili è rappresentato dai procedimenti di autorizzazione, ma non è l’unico. Pesano anche le complessità della governance nell’identificazione delle aree idonee al loro sviluppo e le difficoltà nell’identificare le autorità competenti a rilasciare le autorizzazioni. La transizione nel Paese - ha detto - è ancora troppo lenta». Sul fronte del nucleare, il capo della società italiana dell’energia ha dichiarato che «forse si sa poco che l’unica azienda in Italia a gestire completamente una centrale nucleare è l’Enel, in realtà, e di esperienza sul nucleare non ne abbiamo tanta. Ricordo soltanto che nel 2009, qualche anno fa, Enel ed Edf (azienda produttrice e distributrice di energia in Francia, ndr) avevano chiuso un accordo per sviluppare insieme una centrale a Flamanville, ma in realtà quel progetto ancora non è completato. Questo dà un po’ il senso di quello che significa oggi avviare un programma di sviluppo nucleare in un Paese che il nucleare non ce l’ha». Tutto ciò, ha aggiunto Crisostomo, «porta a considerare che i tempi secondo me non sono maturi, quindi c’è ancora molto da fare in termini di ricerca e con grandi incertezze, che non si possono mettere a carico di un’azienda privata, anche guardando quello che è successo in Francia con la sostanziale nazionalizzazione di Edf e considerando che ci sono delle alternative decisamente con scala temporale diversa rispetto a un programma nucleare, alternative che sono: lo sviluppo delle rinnovabili, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento del gas con la costruzione dei rigassificatori, che danno delle prospettive molto concrete di affrancamento dal punto di vista energetico del nostro Paese. Ecco, conviene concentrarsi su questo e aspettare che la ricerca faccia il suo corso».

L'incontro di Bari

All’incontro a Bari erano presenti anche Leonardo Patroni Griffi, presidente di Bppb; Domenico Favuzzi, presidente di Exprivia; Marina Brogi, professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari all’Università La Sapienza; Fabrizia Lapecorella, direttore generale del ministero delle Finanze; Maurizio Loizzi, responsabile della Divisione di analisi e ricerca della Banca d’Italia; Giuseppe Benincasa, direttore Generale di Aniasa; Antonio Braccio, chief financial officier di Acquedotto Pugliese; Marina Lalli, presidente Federturismo e Ugo Patroni Griffi, presidente dell’autorità Portuale Mar Adriatico Meridionale. «Stiamo vivendo un periodo storico complesso di forte instabilità in cui è mutato radicalmente lo scenario economico di tutto il mondo. Nel summit di Bari c’è stato un confronto costruttivo e lungimirante sul quadro economico globale - ha detto il presidente di Bppb, Leonardo Patroni Griffi -. L’escalation del conflitto ha posto, infatti, ancora più in primo piano, il tema delle risorse energetiche e della criticità dell’approvvigionamento nell’economia del Paese e sull’importanza delle fonti alternative per un modello sostenibile. Mai come ora, occorre prevedere fonti alternative di approvvigionamento, nonché creare partenariati più stretti tra le parti interessate del settore delle materie prime critiche». Mentre Domenico Favuzzi, presidente e amministratore delegato di Exprivia, ha spiegato che «lo stato d’emergenza dovuto ai fenomeni geopolitici ed economici in atto sta comportando una grave carenza di materie prime e semilavorati, in particolare dei semiconduttori per il settore Ict; è necessaria una strategia unitaria a livello europeo per la gestione della supply chain (catena di approvvigionamento) che porti a una maggiore sostenibilità e autonomia del settore digitale. Questo permetterà agli attori coinvolti di elaborare e condividere previsioni più chiare e individuare meglio le alternative competitive». 

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