Si è dichiarato estraneo ai fatti l’imprenditore edile e presidente del Foggia Calcio, Nicola Canonico, arrestato mercoledì scorso in seguito all’operazione denominata “Valenza” sulla presunta compravendita di voti durante le Comunali del 2019 a Bari e Valenzano. Canonico, durante l’interrogatorio tenutosi ieri pomeriggio, ha sottolineato di non avere nulla a che fare con qualsiasi accordo avente ad oggetto l’elezione di un candidato al consiglio comunale di Bari, e in particolare di Francesca Ferri. Inoltre, ha dichiarato di non avere commesso, né in alcun modo contribuito, alla corruzione elettorale contestata dal gip, Rossana De Cristofaro, sulla base delle indagini portate avanti congiuntamente da carabinieri, polizia di Stato e guardia di finanza. L’interrogatorio, durato poco meno di due ore, si è svolto alla presenza dei due pubblici ministeri, Fabio Buquicchio e Michele Ruggiero. L’ex consigliere comunale e regionale, assistito dall’avvocato Michele Laforgia, «pur eccependo preliminarmente la inutilizzabilità delle intercettazioni ambientali nei suoi confronti, ha risposto a tutte le domande del giudice e ha fornito la sua versione dei fatti», stando a quanto sottolinea lo stesso difensore. La difesa, inoltre, ha preannunciato la richiesta di revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari.
L'accusa
Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, sulla base principalmente di intercettazioni ambientali e telefoniche, Nicola Canonico sarebbe stato a capo, insieme alla consigliere Francesca Ferri e al di lei compagno Filippo Dentamaro di una vera e propria organizzazione, che avrebbe lavorato nell’ombra per far eleggere al consiglio comunale di Bari la stessa Ferri, nelle fila del centrodestra, in una lista civica a supporto del candidato della coalizione, Pasquale Di Rella, «“plasmando” e “manipolando” il consenso elettorale dei cittadini baresi, incidendo sulla loro libertà di espressione del voto».