Voti venduti, Canonico si difende nell'interrogatorio: «Nessun accordo con Ferri»

Voti venduti, Canonico si difende nell'interrogatorio: «Nessun accordo con Ferri»
di Elga MONTANI
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Mercoledì 2 Novembre 2022, 22:11

Si è dichiarato estraneo ai fatti l’imprenditore edile e presidente del Foggia Calcio, Nicola Canonico, arrestato mercoledì scorso in seguito all’operazione denominata “Valenza” sulla presunta compravendita di voti durante le Comunali del 2019 a Bari e Valenzano. Canonico, durante l’interrogatorio tenutosi ieri pomeriggio, ha sottolineato di non avere nulla a che fare con qualsiasi accordo avente ad oggetto l’elezione di un candidato al consiglio comunale di Bari, e in particolare di Francesca Ferri. Inoltre, ha dichiarato di non avere commesso, né in alcun modo contribuito, alla corruzione elettorale contestata dal gip, Rossana De Cristofaro, sulla base delle indagini portate avanti congiuntamente da carabinieri, polizia di Stato e guardia di finanza. L’interrogatorio, durato poco meno di due ore, si è svolto alla presenza dei due pubblici ministeri, Fabio Buquicchio e Michele Ruggiero. L’ex consigliere comunale e regionale, assistito dall’avvocato Michele Laforgia, «pur eccependo preliminarmente la inutilizzabilità delle intercettazioni ambientali nei suoi confronti, ha risposto a tutte le domande del giudice e ha fornito la sua versione dei fatti», stando a quanto sottolinea lo stesso difensore. La difesa, inoltre, ha preannunciato la richiesta di revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari.

L'accusa

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, sulla base principalmente di intercettazioni ambientali e telefoniche, Nicola Canonico sarebbe stato a capo, insieme alla consigliere Francesca Ferri e al di lei compagno Filippo Dentamaro di una vera e propria organizzazione, che avrebbe lavorato nell’ombra per far eleggere al consiglio comunale di Bari la stessa Ferri, nelle fila del centrodestra, in una lista civica a supporto del candidato della coalizione, Pasquale Di Rella, «“plasmando” e “manipolando” il consenso elettorale dei cittadini baresi, incidendo sulla loro libertà di espressione del voto».

Da quanto emerge dalle indagini, il ruolo di Canonico sarebbe stato quello di svolgere «un’attività nelle retrovie, quasi di concetto. Un’attività più strategica che operativa, finalizzata alla individuazione dei collaboratori e alla definizione di “questioni” sorte nell’espletamento delle varie attività». Canonico in quanto promotore della lista “Sport Bari con Dirella Sindaco” e in virtù del «prestigio derivatogli dalle sue pregresse esperienze politiche» avrebbe, tra le altre cose, partecipato agli accordi con quelli che vengono definiti “portatori di voti”, individuandoli in molti casi lui stesso (evento che sarebbe dimostrato nel caso dell’ex sindaco di Grumo, Michele D’Atri, o per i due Zaccaro, padre e figlio). Canonico si sarebbe anche offerto come garante sul piano finanziario nel caso in cui l’esito della competizione elettorale avesse dato un riscontro di voti inferiore a quelli promessi. Aspetto questo che viene definito dagli inquirenti come «conferma della piena consapevolezza del meccanismo illecito che governava l’operato del sodalizio». Per l’attuale patron del Foggia Calcio, d’altronde, viene sottolineata la «gravità della sua posizione», in quanto viene considerato «uno dei promotori dell’associazione in parola», nonché «ideatore, assieme alla coppia Ferri-Dentamaro, dell’articolato sistema di corruzione elettorale che avrebbe garantito alla Ferri l’elezione». Canonico avrebbe, nell’espletare tale ruolo, dimostrato «estrema professionalità, notevole esperienza e ampia disponibilità di canali tramite cui garantirsi l’illecito procacciamento di voti».

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