Nella Regione di Emiliano il Pd sotto la soglia del 15%

Nella Regione di Emiliano il Pd sotto la soglia del 15%
di Oronzo MARTUCCI
3 Minuti di Lettura
Lunedì 5 Marzo 2018, 09:51
In Puglia, come in quasi tutte le Regioni del Sud, il M5S ha stravinto andando ben oltre le più rosee previsioni degli stessi dirigenti pentastellati. I primi dati relativi allo spoglio delle schede del Senato hanno fatto emergere un risultato che porta il M5S attorno al 43 per cento dei consensi, con il centrodestra attorno al 33 per cento e il Pd che si attesta al 14,44% al Senato e al 13.85% alla Camera. Per Liberi e Uguali un misero risultato attorno al 3 cento che risulta ben al di sotto delle aspettative di qualche dirigente e candidato, a cominciare dall’ex premier Massimo D’Alema, che immaginava di portare il nuovo partito a un risultato a 2 cifre. In questo contesto si può immaginare che tutti i collegi uninominali saranno assegnati ai candidati del M5S, con possibilità di affermazione ridotta a pochissimi candidati del centrodestra tra Senato e Camera, visto che alla Camera il voto dei diciottenni dovrebbe far aumentare addirittura la percentuale del movimento guidato da Luigi Di Maio.
In 182 sezioni su 4.026 scrutinate il M5S ha ottenuto 33.369 voti validi con una percentuale del 43,94 per cento al Senato e 44,73% alla Camera. La coalizione di centrodestra 25.017 voti nei collegi uninominali con una percentuale del 32,94 per cento. Nella coalizione, i singoli partiti hanno sulle liste plurinominali i seguenti risultati: Forza Italia 19,53% per cento (14.329 voti validi); Lega 6,72 per cento (4.764 voti), Fratelli d’Italia 4,79 alla Camera (2.987), 3,92% al Senato e Noi con l’Italia-Udc, 3,04 per cento con 2.385 voti di lista al Senato e 2,77 alla Camera. È da sottolineare il risultato della Lega (6,72% al Senato, 5,99% alla Camera), un partito che ha reclutato i suoi dirigenti in Puglia negli ultimi mesi, che è superiore a quello del partito di Raffaele Fitto, nonostante il forte radicamento territoriale mostrato in tante occasioni dall’ex ministro del Mezzogiorno tornato nella coalizione di centrodestra e all’intesa con Berlusconi dopo un lungo periodo di dissenso proprio rispetto all’ex premier, in particolare nel periodo dell’accordo del Nazareno tra lo stesso Berlusconi e Matteo Renzi.
La coalizione di centrosinistra si è fermata al 17,25% al Senato e al 16.28 per cento alla Camera. Anche +Europa, la lista organizzata da Emma Bonino, è rimasta al di sotto delle previsioni ottenendo sulle liste plurinominali dei due collegi senatoriali collegate ai candidati dei collegi uninominali del centrosinistra l’1,31 per cento.
Proprio dalla lista +Europa il centrosinistra si aspettava qualche voto in più per contrastare i candidati dei collegi uninominali di M5S e centrodestra e per sperare di ottenere a livello nazionale quel 3 per cento che permette di partecipare alla ripartizione dei seggi con il sistema proporzionale.
Livello di testimonianza per le altre due liste della coalizione di centrosinistra: Insieme (lista composta da Psi, Verdi e Civica prodiana) che ha ottenuto sul proprio simbolo lo 0,50 per cento dei consensi e lista Civica Popolare, guidata dal ministro della Sanità Beatrice Lorenzin, ferma addirittura allo 0,34 per cento. Liberi e Uguali ha ottenuto sui candidati uninominali dei collegi senatoriali il 3,23 per cento.
L’effetto D’Alema è stato davvero limitato. Anzi, al momento dello spoglio delle prime sezioni risultavano più voti ottenuti da Leu nel collegio Plurinominale di Puglia Nord rispetto a quello di Puglia Sud, quello nel quale proprio D’Alema era capolista oltre che candidato nel collegio uninominale di Nardò-Gallipoli-Casarano.
Per quanto riguarda i partiti minori: Potere al Popolo ha ottenuto l’1 per cento dei consensi; Casa Pound l0 0,78 per cento; Italia agli Italiani lo 0, 56; il Popolo della Famiglia lo 0,49; Il Partito comunista lo 0,37 per cento; il Pri-Ala lo 0,14 per cento; la Lista del Popolo per la costituzione lo 0,08 per cento.

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA