Nell’esecutivo “mai nato”
dentro Lezzi e fuori Giuliano

Nell’esecutivo “mai nato” dentro Lezzi e fuori Giuliano
3 Minuti di Lettura
Lunedì 28 Maggio 2018, 11:33
Se non ci fossero stati intoppi oggi la nuova squadra di governo “Lega-Movimento Cinque Stelle” avrebbe giurato davanti al presidente della Repubblica. Invece, ieri pomeriggio, proprio il capo dello Stato, Sergio Mattarella, appellandosi al «ruolo di garanzia che sono chiamato a svolgere», ha fatto sfumare il progetto “giallo-verde”, dicendo “no”, perentoriamente, al nome del ministro scelto per guidare l’economia, Paolo Savona. A quel punto, il leader dei pentastellati, Di Maio, quasi in contemporanea al discorso di Mattarella, durante un’infuocata diretta Facebook, ha svelato la lista dei potenziali ministri del governo mai nato, sottoposta al capo dello Stato dal premier incaricato Giuseppe Conte.
Detto che Di Maio e Salvini sarebbero dovuti diventare entrambi vicepresidenti del Consiglio, il primo destinato a ricoprire l’incarico di ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro e il secondo dell’Interno, la lista prevedeva: Riccardo Fraccaro ai Rapporti col Parlamento e alla democrazia diretta, Giulia Bongiorno alla Pubblica amministrazione, Enrica Stefani agli Affari Regionali e alle Autonomie, Barbara Lezzi al Ministero per il Sud, Lorenzo Fontana al Ministero per la Disabilità, Luca Giansanti agli Esteri, Alfonso Bonafede alla Giustizia, Elisabetta Trenta alla Difesa. E ancora: Paolo Savona all’Economia, Gian Marco Centinaio alle Politiche agricole, Mauro Coltorti alle Infrastrutture e ai Trasporti, Marco Bussetti all’Istruzione, Alberto Bonisoli al Mibact, Giulia Grillo alla Salute, Giancarlo Giorgetti sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
«Questa - ha detto il leader M5S - era la squadra di governo che domani mattina (oggi per chi legge, ndr) poteva giurare al Quirinale».
Due le novità (che per la Puglia si sono tradotte in due sorprese) emerse dopo la lettura della lista della squadra dei ministri letta da Di Maio. Innanzitutto un ministero per il Sud, quasi una sorta di compensazione dopo le tante polemiche che avevano accompagnato il contratto di governo, in cui non si era fatto mai alcun riferimento specifico al Mezzogiorno. Dunque, un ministro del Sud. Anzi una ministra: la senatrice Barbara Lezzi, leccese, già eletta nel 2013 nella circoscrizione Puglia, nominata vicepresidente della Commissione Permanente Bilancio e Programmazione Economica e membro della Commissione permanente per le Politiche Europee. La senatrice che il 4 marzo scorso, alla prova del voto, nonostante la vicenda rimborsopoli (era stata tirata in ballo per un bonifico ma il suo nome non era mai stato nella lista degli otto eletti espulsi), era stata rieletta nel collegio salentino di Nardò.
L’altra novità sulla squadra presentata da Conte riguarda un altro pugliese: Salvatore Giuliano, il dirigente scolastico dell’Istituto “Majorana” di Brindisi, in pole position per diventare ministro alla Pubblica Istruzione, Università e Ricerca, ma poi, in zona Cesarini, sostituito con Marco Bussetti. Eppure il nome di Giuliano era da sempre dato per favorito per il dicastero di viale Trastevere, tant’è che figurava già nella lista dei ministri presentata da Di Maio prima delle elezioni. Precedentemente è stato infatti consulente al Miur sia con la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini che dell’uscente Valeria Fedeli. Ieri, inaspettatamente, il cambio in elenco.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA