Nel Dl infrastrutture 135 milioni anche per i piccoli Comuni del Sud

Nel Dl infrastrutture 135 milioni anche per i piccoli Comuni del Sud
di Massimiliano IAIA
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Sabato 4 Settembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:21

Il governo lo ha assicurato: questa volta non si tratta dei soliti fondi inizialmente previsti per il Sud e successivamente impiegati altrove. Il Decreto Infrastrutture da 4,6 miliardi di euro punta - come ha spiegato il ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna - ad annullare il divario infrastrutturale tra il Nord e l’area meridionale del Paese.

L'ITER
Impossibile, tuttavia, stabilire sin da ora le opere che saranno realizzate per «abbattere il muro», riprendendo ancora un’espressione utilizzata dal ministro: entro il 30 novembre sarà effettuata dal Mims (Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili) un’attività di ricognizione e censimento delle infrastrutture statali sanitarie, assistenziali, scolastiche, stradali e autostradali, ferroviarie, portuali, aeroportuali e idriche, mentre per altre infrastrutture la ricognizione verrà eseguita dagli enti territoriali e dagli altri soggetti pubblici e privati competenti. Al termine di quest’attività, d’intesa con le Regioni e gli enti locali, saranno individuate le priorità e le azioni necessarie per ridurre il divario infrastrutturale, potendo appunto contare sul fondo da 4,6 miliardi da utilizzare tra il 2022 e tra il 2033. Il piano si dovrà comunque raccordare alle priorità definite dal Pnrr. Per il mese di aprile del 2022 dovrebbe poi partire un piano Sud aggiuntivo per scuole, assistenza sanitaria, strade, autostrade, ferrovie, porti e aeroporti.

IL FONDO
Ma, sempre sul fronte infrastrutture, il Consiglio dei ministri ha assunto un’altra decisione, questa volta in favore dei Comuni del Sud al di sotto dei 30mila abitanti. La novità è costituita dall’istituzione del “Fondo concorsi progettazione e idee per la coesione territoriale”, cui accederanno tutti i Comuni e le Unioni di Comuni con popolazione complessiva inferiore a 30.000 abitanti. Si tratta di una dotazione significativa - circa 135 milioni di euro - in favore di 4.600 Comuni di Puglia, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna e Sicilia, che potranno così dotarsi di un “parco progetti” adeguato alle tante opportunità che ai Comuni stessi vengono offerte in questi anni, con il Pnrr, con il Fsc (Fondo per lo Sviluppo e Coesione), con i fondi strutturali. Per redigere i progetti, i Comuni potranno anche avvalersi di professionisti esterni. La procedura va completata in sei mesi per non perdere i fondi, che sarebbero passati ad altre iniziative. L’autorità responsabile della gestione del Fondo è l’Agenzia per la coesione territoriale.
«Si è compiuta una svolta epocale per il Mezzogiorno d’Italia», ha detto il parlamentare brindisino di Forza Italia Mauro D’Attis. «Finalmente si inizia a fare sul serio per colmare il divario tra Nord e Sud del Paese ed eliminare le diseguaglianze. Siamo orgogliosi di questo straordinario risultato che porta la firma del governo Draghi ed è il frutto dell’impegno incessante del ministro Carfagna e di Forza Italia. Per la prima volta dopo 12 anni, verrà effettuato un censimento delle infrastrutture nei territori».
Anche D’Attis si mostra soddisfatto per l’intervento a sostegno della progettualità dei Comuni al di sotto dei 30 mila abitanti. «È un fatto di primo piano - afferma - perché molto spesso i piccoli Comuni non riescono a presentare i progetti per carenza di organico e di risorse. Il che, naturalmente, incide sullo sviluppo del territorio che perde chance di crescita. Poi, il decreto contiene altre disposizioni in grado di disegnare un percorso di crescita per il Sud e per tutto il Paese: un lavoro in cui abbiamo creduto da subito e siamo fieri di aver portato a casa un grande risultato per il futuro del nostro territorio».
Il decreto prevede inoltre misure per una rapida realizzazione del “Parco della Giustizia di Bari”, opera considerata di preminente interesse nazionale, attraverso l’attribuzione al Commissario straordinario, che potrà bypassare tutta la burocrazia locale, il progetto andrà direttamente in appalto e se ci dovessero essere ricorsi al Tar la realizzazione dell’opera proseguirà. «In pochi mesi, il governo ha fatto un lavoro che si attendeva da 20 anni», ha concluso D’Attis, non prima di aver riconosciuto «l’impegno del sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto».
Quanto agli investimenti sulle infrastrutture, per aumentare l’efficienza delle infrastrutture idriche e migliorare i servizi a favore dei cittadini e delle attività economiche, il decreto prevede la semplificazione delle operazioni di manutenzione delle grandi dighe e degli invasi.
Intanto, sul Dl Infrastrutture ha preso posizione anche il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo di “La Puglia domani”. «Quale migliore occasione - dice Pagliaro, riferendosi al Dl Infrastrutture - per candidare il progetto dell’alta velocità Napoli-Bari-Lecce-Taranto e sanare il gap infrastrutturale dei trasporti su ferro che condanna il Salento all’arretratezza?».

Per questo motivo, Pagliaro sostiene di aver presentato una mozione «che impegna la Giunta regionale ad adoperarsi per l’inserimento del progetto di estensione della linea ferroviaria fino a Lecce nell’elenco delle opere che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti presenterà al Governo per candidarle a finanziamento, attingendo alle risorse aggiuntive del Piano Nazionale Complementare al Pnrr».

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