Negli ospedali è allarme per l'influenza: «Tra 10 giorni il picco»

Negli ospedali è allarme per l'influenza: «Tra 10 giorni il picco»
di Andrea TAFURO
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Domenica 18 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:53

Cresce la curva dei contagi da influenza “australiana” in Puglia e sale l’allerta negli ospedali della regione, per l’aumento dei ricoveri legati a patologie connesse alla diffusione dei virus influenzali. 

I Fragili


Osservati speciali i soggetti fragili, i pazienti con cronicità, gli anziani e i bambini. Proprio tra questi ultimi c’è stata una esplosione di contagi nell’ultima settimana: nella fascia dai 0 ai 4 anni l’incidenza è sopra la media stagionale ed è pari a 39,10 casi ogni mille assistiti, mentre nella fascia 5-14 anni l’incidenza è pari a 23,46 casi ogni mille assistiti. Tra gli adulti si scende invece a 8,71 casi ogni mille, tra gli over 65 l’incidenza si ferma a 5,12 casi ogni mille. Solamente nell’ultimo periodo di monitoraggio (dal 5 all’11 dicembre) della rete Influnet, in Puglia sono state 1.093 le persone costrette a letto dall’influenza, con almeno quattro casi gravi, tre adulti e un bambino costretti a ricorrere alle cure ospedaliere. 

La Situazione


Un quadro allarmante per medici ospedalieri e i colleghi di medicina generale in vista delle prossime settimane, in particolare a cavallo tra Natale e Capodanno, poiché in Puglia è atteso il picco dei contagi. Previsione dettata anche dai numeri nazionali, che ha fatto registrare nella 49esima settimana del 2022, l’incidenza pari a 15,5 casi per mille assistiti e un’intensità di fascia alta, in particolare in Lombardia dove sono oltre un milione le persone colpite dal virus. «Il dato pugliese al momento è sotto la media nazionale, ma il quadro epidemiologico è in divenire e questo richiede massima attenzione. In ospedale – spiega il primario del pronto soccorso del Dea-Fazzi di Lecce, Maurizio Scardia – stiamo riscontrando un aumento degli accessi, soprattutto nel fine settimana quando diminuisce l’assistenza dei medici di famiglia, ma i ricoveri sono ridotti ai casi dei soggetti fragili o con patologie pregresse, in cui l’influenza funge da seria complicanza, e quindi necessita di cure ospedaliere». 
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’analisi del direttore sanitario dell’Asl Bari, Danny Sivo. «Registriamo una maggioranza di casi polmonari di influenza rispetto a quelli da covid, con riguardo particolare verso bambini e anziani. Come tutti gli inverni – aggiunge - questo sta comportando maggiori accessi in pronto soccorso e alcune difficoltà, ma vista l’esperienza e il metodo acquisito durante la pandemia, stiamo riuscendo a far fronte alle richieste dell’utenza senza particolari affanni. Necessario però non abbassare la guardia e sostenere la vaccinazione anticovid e influenza». 
Alert sulla diffusione del virus che arriva però dai pediatri: nelle terapie intensive italiane ci sono ricoveri per bronchioliti provocate proprio dal virus respiratorio sinciziale. In questo periodo infatti, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, l’incidenza più alta della malattia stagionale è tra i bambini da 0 a 4 anni. «A Natale, come ogni anno, i bambini in età scolare porteranno la malattia nelle famiglie e così a gennaio vedremo una crescita di casi tra gli adulti: il meccanismo ormai lo conosciamo bene», commenta Silvestro Scotti, segretario del sindacato dei medici di famiglia Fimmg. «Nelle riunioni familiari ci saranno anche soggetti fragili, come i nonni. Comunque osserveremo un aumento tra gli adulti suscettibili perché non vaccinati e perché non hanno avuto l’influenza negli ultimi due anni». Richiamo quindi alla campagna vaccinale antinfluenzale, che procede un po’ a singhiozzo in tutti i territori, e su cui l’assessore alla salute della Regione Puglia interviene per ribadirne l’importanza. «È fondamentale fare il vaccino antinfluenzale per proteggersi e proteggere anche chi ci sta vicino. Quest’anno l’influenza, come non accadeva da diverso tempo, è particolarmente aggressiva e la prevenzione è un’arma importante nel contrastare la diffusione dei contagi». I tempi stringono dunque per accedere alla vaccinazione prima dell’arrivo del picco stagionale, considerato che in media, per ogni soggetto, occorrono due settimane per ottenere la protezione dal virus.
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