“E già, fugate le stelle, rosseggiava l’Aurora, quando da lungi scorgiamo oscuri colli e il basso lido dell’Italia”. Il mito intramontabile di Enea e del suo nocchiero Palinuro, tradito dal Dio Sonno e caduto in mare durante una notte di navigazione, veleggiano in queste settimane sui riflessi verde azzurro dei mari pugliesi a bordo dell’omonimo veliero. E quando Palinuro, la seconda nave scuola della Marina Militare italiana, approda in Puglia è festa grande. Soprattutto se al comando c’è un giovane di questa terra: il capitano di fregata Francesco Rima, gallipolino, classe ‘79.
LA STORIA
Il legame è antico e senza tempo e affonda le radici nei versi immortali dell’Eneide di Virgilio: quelle sponde dove l’eroe troiano in fuga dalla Grecia approdò prima di raggiungere Roma potrebbero essere infatti proprio quelle salentine di Castro. E poi c’è la passione dei pugliesi, gente di mare per molti versi, la tradizione della marineria e il glorioso passato di Taranto, dove la goletta Palinuro è di casa e ogni anno imbarca gli allievi della Scuola Sottufficiali della Marina Militare di Taranto, la Mariscuola, per la campagna addestrativa.
IL COMANDANTE
«Fin dal momento in cui ho accostato per venire all’ormeggio a Gallipoli – racconta Rima - nella mente riaffioravano tutti i ricordi della mia infanzia quando uscivo con il mio optimist per gli allenamenti. Rivedere la città che mi ha visto nascere e crescere, stando al comando di una nave della Marina Militare mi ha reso fiero di me stesso e del faticoso percorso che ho fatto per essere qui». “Faventibus Ventis”, segno augurale di venti favorevoli, è il motto della goletta e la sua polena, un nocchiero con gli occhi chiusi ma con la barra del timone ben stretta fra le mani è un monito per i marinai, che al mare affidano la propria vita, a restare svegli e in guardia dalle insidie. Un equipaggio di circa 84 uomini a cui si uniscono gli allievi delle scuole militari; un’imbarcazione varata nel 1934 nei Cantieri Navali Dubigeon di Nantes in Francia, e acquistata nel 1950 dalla Marina italiana di cui è diventata un simbolo. «Quando mi è stato comunicato che sarei diventato il Comandante di un veliero come la nave Scuola Palinuro - prosegue il capitano - ho, fin da subito, capito che mi veniva affidata una grande opportunità: quella di custodire, assieme al mio equipaggio, le tradizioni dell’arte marinaresca che solo una nave a vela può tramandare attraverso le Campagne d’Istruzione a favore dei vari allievi. La Marina Militare ha sempre rappresentato l’eccellenza per tutto il Sistema Paese. Proprio a bordo delle Unità Navali è possibile toccare con mano quello che tutto il mondo ci invidia: il Made in Italy. La classe unita all’eleganza che riesce a stupire. Infatti, la Marina Militare, per riuscire a stare al passo con i tempi e con le grandi nazioni, è continuamente alla ricerca delle migliori tecnologie per quanto riguarda gli apparati e al continuo addestramento del proprio personale».
Il mare insegna la pazienza, la temperanza e il coraggio ma soprattutto il rispetto degli uomini e la fiducia. «Non mi è mai capitato di avere paura – continua- grazie al mio passato molto legato al mare. Da Ufficiale di Marina non sei mai solo: la cosa più bella è guardare negli occhi i propri uomini e le proprie donne e leggere la fiducia e l’approvazione. La gratificazione più grande è vedere nei loro occhi l’orgoglio di portare in giro per il mondo la bandiera italiana e quando proprio loro stessi, con il loro lavoro quotidiano e con le piccole azioni, mi fanno sentire il loro Comandante. Piccole cose che rendono ogni mio sacrificio assolutamente più lieve, anche se stare lontano dalla famiglia, dagli affetti, non è mai facile». Ma la Puglia ha proprio il mare come risorsa più grande. «Quello che stiamo vivendo è proprio il Secolo Blu», conclude l’ufficiale. «Tutte le attività commerciali passano per il mare che è diventato una grande e importante risorsa per tutti i Paesi rivieraschi. Proprio per questo motivo la Marina Militare pone grande attenzione al rispetto del mare e favorisce, nella formazione, lo sviluppo di questo sentimento verso questa risorsa».
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