Natalità, scommessa lavoro: in arrivo 69 milioni del Pnrr

Natalità, scommessa lavoro: in arrivo 69 milioni del Pnrr
di Antonio RODI
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Lunedì 16 Maggio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:11

Il mercato del lavoro e la natalità, legati a doppio filo in una dinamica che vede la Puglia fra le regioni con il minor numero di figli per famiglia e un lavoro spesso precario e mal retribuito. I dati - a partire da quelli dell’Istat diffusi nei giorni scorsi - sono quanto mai eloquenti. E dicono chiaramente come il rilancio dell’economia passi necessariamente da una diversa politica attiva del lavoro, da investimenti nei servizi per le famiglie e l’infanzia, da una decisa sterzata in favore dell’occupazione femminile. 


Il lavoro, dunque. Per il demografo Alessandro Rosina, docente all’Università Cattolica di Milano, decisive sono le politiche attive del lavoro, delle quali si è discusso nei giorni scorsi a proposito del progetto “Gol”, ovvero Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori. L’iniziativa - perno di una più ampia riforma regionale delle politiche attive per il lavoro - si inserisce nell’ambito del piano di investimenti del Pnrr e può contare su una dote complessiva di 4,4 miliardi, a cui si aggiungono i 500 milioni di React-UE. Alla Puglia sono destinati circa 69 milioni di euro.
«Stiamo parlando del più importante programma di politiche attive del lavoro della storia recente, che si pone l’ambizioso obiettivo di rilanciare l’occupazione nel contesto nazionale e in Puglia, a seguito dell’emergenza sanitaria ed economica che ha sconvolto le nostre vite» ha spiegato il direttore generale di Arpal Puglia, Massimo Cassano, nell’illustrare l’iniziativa presso la Camera di Commercio di Bari.

L'obiettivo


Uno degli obiettivi da raggiungere entro il 2025, è rafforzare i Centri per l’Impiego e ridisegnare il sistema del mercato del lavoro, ponendo al centro il potenziamento dei servizi e la formazione a livello regionale, coerentemente con le caratteristiche e i bisogni del mercato territoriale del lavoro e con le specificità dei diversi contesti locali.
«I beneficiari delle misure - ha spiegato Cassano - saranno i lavoratori in cassa integrazione, ma anche i beneficiari di Naspi e Dis-coll, del Reddito di cittadinanza, i lavoratori fragili o vulnerabili come Neet, disabili, donne in condizioni di svantaggio, over 55, i disoccupati senza sostegno al reddito, e i cosiddetti “working poor” cioè coloro che, pur lavorando, versano in condizione di precarietà e non dispongono di salari dignitosi». In questo quadro, sarà proprio l’Agenzia, insieme ai Centri per l’impiego, a dare concretezza alle previsioni del Piano di potenziamento grazie a nuove strumentazioni tecnologiche, metodi di lavoro all’avanguardia e professionalità elevate.
«Siamo tra le prime Regioni italiane ad aver concluso l’iter concorsuale e le assunzioni previste dal Piano di potenziamento. Siamo passati da 200 a più di 1.200 dipendenti - ha concluso il direttore Arpal - così da dare finalmente vigore ai Centri per l’Impiego del territorio pugliese. Anche l’approccio è mutato: l’Arpal conta non solo persone formate nell’ambito delle politiche attive del lavoro, ma anche uffici tecnici specializzati in settori che spaziano dalla comunicazione, ai sistemi informativi, al legale».
Sulla carta, dunque, un primo passo verso un reale cambiamento sembra essere compiuto, ma sarà solo il tempo a dire se i Centri - come ridisegnati e con nuovo personale - si riveleranno davvero utili a far incontrare domanda e offerta di lavoro, garantendo ai tanti che vanno via dalla Puglia l’opportunità di restare e costruire qui una famiglia, un futuro.
 

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