Multe ancora da incassare: la Puglia sfiora la maglia nera

Multe ancora da incassare: la Puglia sfiora la maglia nera
di Massimiliano IAIA
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Martedì 7 Gennaio 2020, 10:44 - Ultimo aggiornamento: 10:52
Lotta ai furbetti delle multe? Brindisi e Taranto si classificano rispettivamente al secondo e al quarto posto nella mancata riscossione delle sanzioni soprattutto stradali. Lecce è al 38esimo posto. A far peggio di Brindisi c'è soltanto Catania (che risulta così la maglia nera del territorio nazionale).

È quanto emerge dalla classifica pubblicata nei giorni scorsi da IlSole24ore, sulla base dei dati ricavati dai bilanci dei capoluoghi di provincia. In totale i Comuni italiani avrebbero dovuto incassare 1,6 miliardi di euro, ma le multe pagate si sono fermate a 605 milioni, vale a dire il 37 per cento di quanto previsto.
Nel 2018 il Comune di Brindisi avrebbe dovuto incassare circa un milione e 200mila euro, invece ne ha recuperato appena 114mila, cioè il 9,7% degli accertamenti e infrazioni. I numeri indicano un monte sanzioni che è pari a una media di 13,65 euro per ogni brindisino.

La situazione è particolarmente negativa anche a Taranto, che infatti si piazza al quarto posto della graduatoria (Brindisi e il capoluogo jonico sono separate solo da Rieti). A Taranto il Comune avrebbe dovuto incassare oltre 16 milioni di euro. Nelle casse pubbliche, invece, sono finiti meno di due milioni e mezzo, ossia il 10,1% per cento. Il monte sanzioni, in questo caso, è pari a 82,82 euro per tarantino.

Più lontana in classifica, ma certamente si può fare meglio, è Lecce (38esimo posto). A Palazzo Carafa sarebbero dovuti finire oltre sei milioni di euro, se ne sono visti poco più di due milioni e mezzo, cioè il 43,4% degli accertamenti, per un monte sanzioni di 65 euro a leccese. Puglia, insomma, sostanzialmente bocciata nella classifica stilata.

La riforma della riscossione offre nuovi poteri ai Comuni e soprattutto taglia i tempi e le procedure per arrivare a confische e ipoteche importando anche nel fisco locale il meccanismo dell'accertamento esecutivo: fino al 2019, dopo la notifica dell'avviso di accertamento, il Comune doveva inviare la cartella di pagamento o l'ingiunzione fiscale, mentre dal primo gennaio di quest'anno le azioni possono iniziare già dopo 120 giorni dalla notifica dell'atto, salvo il caso della proposizione del ricorso. C'è, tuttavia, un problema: non è ancora chiaro infatti se la riforma della riscossione possa essere applicata anche alle multe, che sono entrate patrimoniali ma sono anche disciplinate dal Codice della strada. E sull'opposizione alle richieste comunali, il Codice fa riferimento a un articolo diverso dalla legge di bilancio.

Di fatto, c'è un miliardo di euro ancora da riscuotere su tutto il territorio nazionale e nei prossimi giorni bisognerà dare una risposta anche a questo problema, in chiave di riforma. Anche l'Anci preme per dar vita a una norma che consentirebbe ai Comuni di potersi assicurare quel miliardo di euro di multe. Somme che anche l'ex Equitalia fatica a recuperare, considerando gli importi contenuti e gli alti costi di recupero.
I dati relativi al 2019 devono essere pubblicati da ogni Comune entro il 30 aprile prossimo, e pubblicati dal Viminale nei mesi successivi.
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