Moda e super eventi: quella polvere di stelle che fa bene alla Puglia

Moda e super eventi: quella polvere di stelle che fa bene alla Puglia
di Alessandra LUPO
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Mercoledì 18 Maggio 2022, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 07:24

Una volta scadute le stories di vip e influencer su Instagram e letti i resoconti dell’evento che questa volta ha davvero convinto tutti per la sua perfezione, il capitolo Gucci a Castel del Monte lascia dietro di sé non solo tanta polvere di stelle (metafora mai azzeccata come in questo caso, in cui gli astri hanno avuto la centralità assoluta dell’evento). 
Da leggere, amministrare, governare c’è infatti il fenomeno nelle sue ricadute, anzitutto turistiche, sul territorio pugliese. E non solo per la breve abbuffata di ospiti nelle strutture ricettive del Barese e della Valle d’Itria e dov’è stato possibile anche nella Bat. 

L'effetto Puglia sulle star


Un evento internazionale come la sfilata della nuova collezione di Gucci a Castel del monte, infatti, porta con sé un contraccolpo mediatico irripetibile che la Puglia sa di dover capitalizzare per tempo. Negli ultimi anni il tacco d’Italia si è trovato sotto i riflettori in più di un’occasione: dalla sfilata di Dior in Piazza Duomo due anni fa a Lecce al compleanno di madonna a Savelletri passando per le puntate vacanziere delle celebrietis italiane e straniere che ogni anno confermano l’amore per la Puglia. L’ultima è stata Federica Pellegrini per il suo addio al nubilato a Polignano a mare, con l’intera squadra di damigelle vestite dalla casa di moda di Martina Franca Rossorame. 


L’artigianato, d’altronde, aveva tessuto i suoi fili anche con Dior, vista la collaborazione ormai consolidata con la Fondazione Le Costantine di Casamassella, nel Salento, per i ricami.

Un’intuizione della direttrice artistica Maria Grazia Chiuri. Ma la fruizione complessiva del territorio non vive di singoli eventi e gli operatori del settore lo sanno bene. 

«Un hype troppo breve se scollegato dal territorio»


Mattia De Gennaro, marketing director del The Nicolaus Hotel di Bari e del Patria Palace di Lecce ha le idee molto chiare a riguardo: «L’impatto di un evento di questa portata è interessante di per sé, anzitutto per gli hotel che riescono ad acquisire parte dell’organizzazione: a Bari in questo caso e a Lecce nel caso di Dior, c’è stata una bella ricaduta. Dal punto di vista del branding, il discorso cambia: il focus sulla location è importante, certo, ma occorre creare un legame forte con il luogo, proprio come Dior e le Costantine. Altrimenti l’hype che si ottiene ha un periodo breve e questa memoria comunque si perde». Il segreto, insomma, è saper offrire ai turisti un’esperienza che vada al di là dell’ondata emotiva dell’evento. Tanto più che la stessa Maison si è impegnata a stanziare dei fondi per migliorare le visite al Castello, che restano per molti un punto assai dolente. «Nel caso di Gucci, ad esempio, la narrazione cosmologica potrebbe trovare una prosecuzione nell’esperienza del Castello. Un’operazione che dovrebbe essere promossa da chi ne ha il compito (Regione amministrazioni locali). Altrimenti il rischio è che al grande clamore, come per il film “Il Racconto dei racconti” di Matteo Garrone che nel 2014 fu girato nella fortezza, poi non ci sia alcun seguito».

«I luoghi attirano ma è il contesto a farci scegliere»


Marino Gentile è il presidente di Green Blu, società che gestisce Il Borgo Bianco di Polignano, una delle mete più battute in assoluto dal pubblico più esigente e negli ultimi giorni letteralmente al centro a Mare e anche il President di Lecce, piccolo gioiello della città moderna che proprio oggi svelerà il nuovo volto dopo il restyling e il passaggio al brand Mercure Hotel: «Gucci, come Dior a Lecce due anni fa, sono eventi che danno tanto riscontro di immagine immediato e rafforzano la nostra immagine sempre più internazionale. Un processo lento ma costante - prosegue Gentile - iniziato 15 anni fa, quando la Puglia era soprattutto una meta da mare e oggi invece offre cultura, enogastronomia, accoglienza a 360 gradi. Un contesto cambiato che ha fatto sì che questi grandi marchi scegliessero noi. I luoghi sono importanti, è ovvio, ma senza un apparato adeguato non basterebbero. Al President - prosegue Gentile - ospitammo parte dello staff di Dior e negli ultimi giorni al Borgo Bianco di Polignano abbiamo avuto parte del team di Gucci: il livello di ospitalità raggiunto fa la differenza». In tutta la Puglia? «Sì, credo che da Nord a Sud la Puglia sia pronta a questo tipo di ricettività, anche perché non si parla più di Salento, Barese e Gargano ma di Puglia. Intera. Adesso dovremmo puntare alla qualità anche fuori dalla fascia lusso: migliorare il midscale, la fascia media, rappresenta la vera crescita». 

«Alla pubblicità va affiancato il duro lavoro quotidiano»


Ada Miraglia, direttrice commerciale della catena CDSHotels insiste sul lavoro giornaliero degli operatori: «Gli eventi hanno la loro ricaduta sul brand Puglia non sul turismo vero e proprio che ha bisogno di rapporti con i tour operator stranieri, promozione quotidiana e credibilità. L’evento attira un turismo di fascia più alta che si aspetta qualità - prosegue Ada Miraglia -. L’unica a non tradire mai». La sfilata di vip di ogni anno lo dimostra?. «Sì, ma l’utenza è fatta soprattutto da famiglie, che magari hanno lavorato tutto l’anno e che si aspettano il meglio in ogni fascia. Finalmente ci stiamo arrivando». L’evento è solo una vetrina, insomma? «L’evento contribuisce a far conoscere e desiderare il territorio ma nelle undici strutture che abbiamo in Puglia, suddivise tra Valle d’Itria e Salento, il pubblico è pretende la qualità - prosegue la direttrice di CDSHotels -. L’evento aiuta ma non è tutto». Vale di più una Bit? «Servono entrambe, anche le fiere che facciamo all’estero e che sono meno istituzionali. Nel turismo occorre un insieme di voci, di strumenti. Nessuno deve tacere».

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