Nel 2018 la Puglia ha speso 243 milioni di euro per la mobilità passiva, un anno dopo la cifra è scesa a 241 milioni, nel 2020, complice la pandemia Covid-19 l'esborso è stato solo, si fa per dire, di 172 milioni. Terminato l'effetto lockdown, almeno quello totale, sono tornati ad aumentare i viaggi della speranza: così nel 2021, nonostante ci fossero ancora alcune restrizioni anche nel settore sanitario, la spesa è tornata a crescere sino a 181 milioni. Negli ultimi quattro anni, e manca ancora il dato finale del 2022, la Puglia ha pagato per le cure dei suoi cittadini fuori dai confini regionali 837 milioni circa. Altro che i 105 milioni mancanti per completare il nuovo ospedale San Cataldo, con quella cifra la Regione avrebbe potuto costruire almeno due ospedali di medio-grande dimensione. La Giunta Emiliano sta limando un piano per mettere un freno ai cosiddetti viaggi della speranza, l'idea è quella di stipulare accordi bilaterali con le altre Regioni per porre un limite alla fuga di pazienti ma, se il discorso è più facile da intavolare con il resto del Sud, non saranno facili le trattative con Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Liguria e Lazio, cioè coloro che più ci guadagnano dalla mobilità passiva. Basti pensare che ci sono voluti 20 anni per iniziare a cambiare i criteri di ripartizione del fondo sanitario nazionale in Conferenza Regioni, favorevoli al Nord. Il percorso per porre fine all'emorragia di pazienti è di certo in salita, lo dimostrano i numeri e lo sottolinea persino la Corte dei Conti: terminata la fase emergenziale legata alla pandemia Covid-19, nella sanità italiana sono riemersi i vecchi problemi.
L'analisi
A cominciare dalle differenze territoriali sempre meno accettabili che sono alla base di saldi negativi di mobilità sanitaria per ben 14 regioni, in prevalenza nel Mezzogiorno, è la bacchettata della Corte dei Conti inserita nella nota di aggiornamento del Def 2022.
I tempi di attesa
In tema di recupero dei tempi di attesa è scritto ancora - i dati diffusi di recente dal Ministero della salute e da Agenas confermano il permanere di criticità: sono, ad esempio, ben 14 le regioni che presentano performance peggiori di quelle del 2019 nel caso degli interventi cardio vascolari caratterizzati da maggiore urgenza (classe A) che dovrebbero essere eseguiti entro 30 giorni. Solo di poco migliore l'andamento per quanto riguarda i tumori maligni: sono 12 le regioni che hanno peggiorato le loro performance. Tornando ai viaggi della speranza, nel 2021 dei 181 milioni spesi, 10 milioni riguardano una mobilità passiva inappropriata, cioè quelle stesse cure potevano essere assicurate in Puglia, come evidenzia un report dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). In media in Puglia il costo per la mobilità passiva evitabile è di 20,77 euro per ogni residente. A guadagnarci, invece, sono l'Emilia Romagna con un saldo attivo monstre da 293,9 milioni. Ma non è andata male alla Lombardia con +274,9 milioni, in attivo anche il Veneto (+102 milioni), la Toscana (+38,1 milioni), il Lazio (+34,2 milioni), il Piemonte (24,8 milioni) e, infine, il piccolo Molise (+8,7 milioni). Facendo due calcoli, le Regioni del Mezzogiorno, soltanto nel 2021, hanno speso per pagare visite e ricoveri dei loro cittadini 630 milioni, mentre il Nord ha guadagnato 732 milioni.