Il ministro Tajani: «Puglia hub per l'energia e osservatorio per l'Asia, le nuove sfide per il Governo»

Antonio Tajani
Antonio Tajani
di Massimiliano IAIA
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Sabato 27 Maggio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17:14

«La Puglia è un territorio con straordinarie potenzialità», e il governo è intenzionato a puntarvi particolarmente, come d’altra parte confermato dall’averla scelta come sede per il G7 del 2024. Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha vissuto a Brindisi le ultime ore della campagna elettorale per le Amministrative, sottolinea quanto l’esecutivo guardi alla Puglia «sia come hub energetico» sia come «“osservatorio verso l’Asia”, nell’ambito della dimensione dell’“Indo-Pacifico” nella quale l’Italia è coinvolta sempre più direttamente». E, proprio in occasione della visita a sostegno del candidato sindaco brindisino del centrodestra Giuseppe Marchionna, il ministro ha annunciato che a Brindisi prima dell’estate si terrà un vertice dei Paesi europei interessati al Corridoio paneuropeo 8.

Ministro Tajani, la scorsa settimana la premier Giorgia Meloni ha annunciato che la Puglia sarà la sede del prossimo G7, in programma nel giugno 2024. Il G7 in qualche modo riconosce il ruolo che la Puglia ha sempre avuto, ponte di dialogo tra Oriente e Occidente. Qual è la sua opinione in tal senso? 
«La Puglia è da sempre una terra d’incontro tra Oriente e Occidente. Sono convinto che, anche grazie all’organizzazione del prossimo G7, in prospettiva la Regione avrà un ruolo ancora più marcato nella promozione del dialogo e della cooperazione internazionale. Il suo riferimento immediato è l’altra sponda dell’Adriatico, l’Albania, i paesi dei Balcani occidentali. Ma la Puglia è anche un trampolino verso il resto dell’Asia, in una fase in cui il mondo si restringe incredibilmente e dovremo occuparci di luoghi che ci sembrano ancora lontani ma che invece influenzano giorno per giorno le nostre vite, il nostro futuro».

Da qui al prossimo anno la stretta attualità non potrà che imporre nuove tematiche, impossibili da ipotizzare oggi. Ma esistono dei temi che pensa di poter considerare già adesso come ineludibili nell’agenda del confronto del 2024?
«Sicuramente la guerra in Ucraina.

Noi speriamo che il conflitto possa terminare ampiamente entro il 2023. Ma comunque nel 2024 dovremo occuparci della gestione di un eventuale post-conflitto. Abbiamo temi come il rafforzamento della sicurezza delle nostre economie, cambiamento climatico e transizione energetica, sicurezza alimentare, migrazioni, non proliferazione. Mi sento di dire che non possiamo escludere che ci possa essere un’attenzione crescente anche per temi nuovi, come quello dell’Intelligenza Artificiale. Per non parlare di un altro tema che ormai si impone, e al quale idealmente guardiamo proprio dalla Puglia come osservatorio verso l’Asia, ovvero la dimensione dell’“Indo-Pacifico” nella quale l’Italia è coinvolta sempre più direttamente».

Stando a oggi, però, l’argomento prioritario resta la guerra tra Russia e Ucraina. Teme l’escalation del conflitto? E, in caso affermativo, quali ripercussioni potrebbero esserci per l’Italia, e – eventualmente - in particolar modo per il Sud?
«L’Italia continuerà a lavorare per una pace giusta e a sostenere l’Ucraina finché sarà necessario. Ma voglio essere ottimista: molti attori possono contribuire a lanciare un negoziato rispettoso di sovranità, indipendenza e integrità territoriale ucraina. Lavoriamo con i nostri partner a questo obiettivo. Fra gli Stati con cui ci confrontiamo stiamo allargando l’orizzonte a Paesi di quella parte del mondo che per mesi è rimasta forse più distante. Nel quadro del ripristino della legalità internazionale sono i paesi del “Sud del mondo” ai quali dobbiamo presentare meglio le idee di chi vuole una Ucraina libera e indipendente. Penso ad Angola o Sudafrica: il presidente angolano è stato a Roma su invito del presidente Mattarella, e il suo discorso sulle responsabilità della guerra è stato chiaro. Ho parlato con la ministra degli Esteri sudafricana: noi appoggiamo l’azione diplomatica dei 6 capi di Stato africani che vogliono la pace in Ucraina. Lavoreremo con loro».

Quando si parla di Ucraina, oltre alla drammatica perdita di vite umane, si pensa anche alla problematica legata agli approvvigionamenti energetici. È noto a tutti il peso che, in termini di produzione energetica, rappresenta la Puglia. Ma in futuro, e proprio alla luce del conflitto, quale potrà essere il contributo che potrebbe dare questo territorio?
«Dopo la guerra, il Governo italiano ha stretto accordi con molti Paesi in Africa e Medio Oriente per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico. Il Tap è un asset fondamentale per la nostra sicurezza energetica. L’Azerbaigian è un nostro importante partner. Il Sud e in particolare la Puglia possono diventare un hub energetico per l’Europa: il nostro obiettivo è realizzare questa visione».

Anche la Puglia, fatalmente, è oggetto di sbarchi di migranti, che vedono anche nelle aree di Leuca o di Otranto, solo per fare qualche esempio, delle mete di una possibile salvezza per tanti disperati. Quale potrà essere il ruolo della Puglia sull’emergenza migranti nei prossimi anni?
«Il Governo ha posto il tema migratorio al centro dell’agenda europea. La Tunisia ci preoccupa per la grave crisi che sta vivendo. Lavoriamo per mobilitare i principali attori internazionali a sostegno dell’economia tunisina: non possiamo permetterne il collasso. Il rischio è un esodo in massa verso l’Italia. La Puglia ha una lunga tradizione di accoglienza, sin dai tempi della crisi in Albania. Ma vogliamo una migrazione regolare e ordinata, che sia in linea con le nostre esigenze».

Il brand Puglia continua a essere apprezzato all’estero. Nella sua esperienza internazionale, partendo anche dalla prestigiosa carica di presidente del parlamento Ue da Lei ricoperta dal 2017 al 2019, quali sono i riscontri che ha avuto modo di ottenere circa le qualità e le potenzialità del territorio pugliese?
«L’economia pugliese è quella che ha reagito meglio dopo il Covid nel Mezzogiorno. Allo stesso modo, il dato sulla disoccupazione in Puglia resta inferiore alla media del Sud. È un territorio con straordinarie potenzialità e molto apprezzato all’estero. Le presenze record di turisti stranieri nel 2022, con oltre 5 milioni di presenze, sono un chiaro segnale dell’interesse che la Puglia riscuote nel mondo».

Amministrative a Brindisi: al primo turno la proposta del centrodestra unito è stata premiata dall’elettorato, che ha espresso un forte consenso in favore del candidato sindaco Giuseppe Marchionna, in vantaggio di circa 11 punti percentuali sul suo avversario, Roberto Fusco. Per quale motivo, a suo modo di vedere, gli elettori brindisini dovrebbero puntare su Marchionna al ballottaggio?
«Per un motivo molto semplice, di cui parlo con tutti in Puglia in queste settimane: Marchionna è un uomo che ha dimostrato di saper governare bene a Brindisi. Ha esperienza amministrativa, capacità politica, ha una visione larga che gli permetterà di parlare e ricevere consensi da parte di brindisini di ogni orientamento politico. È un uomo che ha intenzione di costruire il futuro della sua città con forza e ottimismo. Bisogna difendere e preservare il bello di Brindisi, ma migliorare quello che non va». 

Nei mesi scorsi lei da ministro degli Esteri si è occupato di Brindisi soprattutto quando ha confermato che l’Italia vuole rafforzare il polo delle Nazioni Unite della città.
«Non solo per questo. Il polo Onu è una realtà importante per Brindisi, non solo per l’impatto economico e sociale che ha sul territorio. Sono posti di lavoro, sono attività economiche, ma quella base delle Nazioni Unite è un arricchimento intellettuale e sociale per tutto il territorio. Avere personale internazionale, avere scuole di aperte a studenti di altre nazioni è già un elemento che offre apertura e respiro maggiori a Brindisi. Ma il governo Meloni e il mio ministero seguono anche altro».

Per esempio? 
«Ma innanzitutto il Centro di controllo di assistenza al volo di Brindisi: il nuovo Consiglio di amministrazione dell’Ente Nazionale di Assistenza al Volo ha deciso di riunirsi proprio a Brindisi. È in discussione il rafforzamento di questo centro, e il fatto che il Cda si riunisca qui è segno di interesse e attenzione. Tornando al mio ministero, proprio a Brindisi terremo un vertice sul “corridoio 8”, la via di comunicazione sostenuta dall’Unione europea per facilitare le comunicazioni con i paesi in questo caso dei Balcani. Assieme ai governi di Albania, Bulgaria, Macedonia del Nord e con la Commissione europea dovremo lavorare a questo progetto per avvicinare ancora di più i Balcani occidentali all’Europa Voglio dire: Brindisi non sarà il centro del mondo, ma il mondo passa da Brindisi e anche così noi costruiremo il futuro di questa città».

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