Emiliano a Bari dai sostenitori di Schlein: «Riconosco la sconfitta ma non rompiamo i tavoli»

Michele Emiliano sul palco dei sostenitori di Elly Schlein in Puglia
Michele Emiliano sul palco dei sostenitori di Elly Schlein in Puglia
di Antonio BUCCI
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Mercoledì 8 Marzo 2023, 05:15

«Sono venuto a riconoscere la sconfitta», sorride Michele Emiliano, salendo a sorpresa sul palco. Il colpo di scena della prima riunione pugliese della mozione Schlein dei dem è la visita del governatore: «Questa è una meravigliosa comunità, che ha sempre ragione quando prende le sue decisioni. Ho provato una grande felicità per come il congresso si è svolto e bisogna avere la forza di lasciarsi dietro le scorie della procedura elettorale», getta acqua sul fuoco del post voto delle primarie Pd. 
Ad ascoltarlo c’è tutto lo stato maggiore del gruppo che ha sostenuto la neo segretaria: Titti De Simone ma anche le donne del partito in via Gentile, l’assessore barese Paola Romano, la collega di Mola Elvira Tarsitano e Adalisa Campanelli di Articolo 1. C’è l’ex numero uno della massima assise pugliese, Mario Loizzo e Loredana Capone, dopo di lui sullo scranno più alto dell’aula. 

Le parole del presidente-garante


Emiliano parla da garante, non più da big sponsor dello sfidante, Stefano Bonaccini: «Chiunque dovesse pensare di far saltare il tavolo perché non è andata come pensava, ovviamente, ci troverà tutti contro. Alla fine, bisogna comprendere la lezione che è venuta dal processo democratico. Basta farsi passare la scottatura, olio di oliva e sale e si prosegue», scherza ma neppure tanto, prima di correre a Francavilla a benedire lo schema tra dem, pentastellati e civici a sostegno del sindaco uscente. 
Gli equilibri sono tutti da costruire e la presenza di Domenico De Santis, neo segretario regionale, conferma che i pontieri sono al lavoro: «In tanti, ancora non si sono accorti di quanto questa vittoria sia stata importante, non credo che ci sia la consapevolezza piena delle cose da fare e di come aprire il partito. Vedo ancora degli arroccamenti», mette in chiaro Loredana Capone. Vale per l’azione amministrativa e per il fronte interno: cita la proposta di legge sullo psicologo di base, che la prossima settimana approda in commissione, mentre oggi ha in agenda l’incontro con le ostetriche sul percorso nascita e il servizio domiciliare. Chiede di aprire la prima riunione dell’assemblea provinciale anche ai non delegati e ai non iscritti e ne approfitta per mettere paletti sugli organismi: «Può rimanere tutto così? No, perché così è maschile e noi non possiamo permettercelo», rilancia. Il primo a farne le spese potrebbe essere il gallipolino Stefano Minerva, quando si tornerà a parlare della presidenza dell’assemblea pugliese. D’altro canto, è la titolare delle politiche giovanili nell’esecutivo di Antonio Decaro a raccontare come sia cambiato il profilo degli elettori, dopo i gazebo di fine febbraio: «Prevalentemente donne, giovani e con una indicazione di voto prevalente a sinistra.

Praticamente, uno spostamento a sinistra e nel futuro del Pd. E anche se qui non siamo stati mozione maggioritaria, sarebbe un peccato non ascoltarla. Se rimanesse tale, avremmo nel migliore dei casi l’astensionismo. Non possiamo dire che resterà tutto come prima», invoca Paola Romano. Il primo cittadino di Ruvo, Ninni Chieco, domenica 12 sarà al suo fianco come delegato nazionale, il collega di Polignano – Vito Carrieri – lo raggiunge dopo poco. Davide Carlucci, in fascia tricolore ad Acquaviva e in testa alla piattaforma dei sindaci di Recovery Sud, prende il microfono per chiamare a raccolta, in vista della manifestazione napoletana contro l’autonomia differenziata: «Da Corato a Santeramo, ci stiamo muovendo per dimostrare che c’è un sud che reagisce e non è remissivo. Cerchiamo di essere tanti e forti».

Gli equilibri da costruire


Un pezzo della road map lo traccia Lucia Parchitelli: «È iniziata una nuova fase, nella quale condurre insieme ad altri partiti e movimenti battaglie come quella sul salario minimo e sulla difesa della sanità pubblica. La nostra linea guida deve essere un progetto per il Paese, e sarebbe irresponsabile non tentare di trovare temi comuni con le altre forze di opposizione», lancia ponti. O, a dirlo con le parole di Debora Ciliento: «Tocca a noi tornare a dare una speranza e recuperare un senso di condivisione, tocca a noi tornare a fare politica, non parlare di posizionamenti». Neppure una settimana fa, è stata lei a chiedere al partito una verifica di fine mandato. Non avrà quella forma ma sarà ugualmente «un momento di riflessione comune su quello che è stato fatto in Regione e che si farà», stando alla definizione di De Santis. Primo banco di prova saranno le amministrative di maggio, poi il cantiere sui capoluoghi alle urne: «Anche a Bari, cerchiamo di dimostrare che avere aderito alla nostra mozione non voleva dire solo aderire ad un progetto di Paese ma anche ad una diversa modalità di esercizio della rappresentanza e del potere», lancia la palla in avanti Loredana Capone. La strada per la successione ad Antonio Decaro è ancora lunga. 
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