​Medici e "scudo penale", ok dai sindacati pugliesi: «Stop analisi e test inutili»

Sull'ipotesi di una depenalizzazione Anaao e Cisl d'accordo con Schillaci

Medici e "scudo penale", ok dai sindacati pugliesi: «Stop analisi e test inutili»
​Medici e "scudo penale", ok dai sindacati pugliesi: «Stop analisi e test inutili»
di Paola ANCORA
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Mercoledì 12 Aprile 2023, 07:19 - Ultimo aggiornamento: 12:50


Sì allo "scudo penale" per i medici: la strada indicata dal ministro della Salute Orazio Schillaci piace ai sindacati pugliesi dei medici, pur con qualche distinguo. Per l'esponente del Governo Meloni - di professione medico e docente universitario urge una sforbiciata alle spese e agli sprechi sanitari. Fra questi Schillaci annovera il bubbone degli esami inutili, prescritti a centinaia di migliaia da medici preoccupati di essere trascinati in tribunale da pazienti più attenti ai suggerimenti di Google che al sapere di un professionista formatosi nel corso di oltre un decennio di studi e di attività in corsia. Esami che, inevitabilmente, finiscono per ingrossare le liste d'attesa e ingolfare laboratori analisi e ospedali.

«C'è un eccesso di medicina difensiva ha detto il ministro -.

Il medico, per evitare cause e guai con la giustizia, eccede a volte negli esami da far fare: per questo agiremo depenalizzando la responsabilità medica, tranne che per il dolo, e mantenendo solo quella civile. Stenderemo delle linee guida con criteri chiari su quali esami prescrivere e quando».

Il confronto

Il nostro Paese è l'unico, insieme a Polonia e Messico, a sanzionare penalmente l'errore medico. E ciò nonostante oltre il 90% delle cause intentate presso le Procure d'Italia finisca con un'assoluzione. A snocciolare i dati sono proprio i sindacati pugliesi dei medici. «La proposta di Schillaci è ottima dice Angelo Mita, responsabile regionale di Anaao Assomed perché la depenalizzazione dell'atto medico è da sempre un nostro obiettivo. Le sanzioni penali per l'atto medico sono la genesi di un male chiamato medicina difensiva, che ha provocato e provoca i guai che conosciamo, a partire dalle liste d'attesa. Gli unici funzionari dello Stato che sono sottoposti a un triplice tribunale siamo noi medici, giudicati dalle Asl, dalle Procure e dal punto di vista ordinistico, con conseguenze psico-emotive non indifferenti. Ciò nonostante oltre il 90% delle cause nei confronti dei medici finisce con un'assoluzione. Anche questo ha portato a una diffusa disaffezione verso la professione medica. Con la proposta di Schillaci finalmente ci allineeremmo ai Paesi più evoluti».

Sulla stessa lunghezza d'onda di Anaao Assomed, anche la Cisl medici con il rappresentante regionale e segretario generale per il Salento, Fernando Monteforte. «Se questa proposta andasse in porto - commenta - sarebbe un grande passo avanti non solo per tutti i medici, ma per l'intero servizio sanitario nazionale. Ci sono colleghi chiamati in causa in procedimenti penali soltanto per essersi trovati coinvolti nel circuito diagnostico che ha portato a un decesso. Ecco perché, oggi come oggi, si è portati a chiedere più esami del necessario, confidando così di mettersi al riparo da possibili denunce. Riuscire a dare un taglio netto alla medicina difensiva, significa mettere al sicuro il sistema sanitario universalistico che oggi risente di un eccesso di spese e di sprechi, come quelli causati dagli esami inutili e dalle spese legali sostenute dalle Asl per i vari processi».

Non dello stesso avviso Antonio Mazzarella, responsabile pugliese della Cgil medici. «A noi - spiega - interessa di più che gli operatori sanitari, tanto i medici che gli infermieri, lavorino in condizioni di sicurezza. La depenalizzazione dell'atto medico distrae l'attenzione dalle condizioni di lavoro che è indispensabile ripristinare per tutelare tanto gli operatori sanitari che i pazienti. Condizioni che partono, indubitabilmente, da un incremento del personale in servizio perché è ovvio che dopo un turno di 15 ore, se va bene, incorrere in un errore sia più facile per chiunque». L'interesse della Cgil di Mazzarella, insomma, è quello di «ripristinare condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro». Dunque bene «i protocolli con le forze di polizia per impedire le aggressioni nei Pronto soccorso, ormai all'ordine del giorno», mentre lo "scudo penale" immaginato da Schillaci desta qualche scetticismo: «Il timore - argomenta il sindacalista - è che, subito dopo i medici, venga concesso anche alle Aziende sanitarie o ai direttori generali, come si è tentato di fare nel 2021 con la pandemia da Covid. Ci si dimentica però, purtroppo - chiude Mazzarella - che medici e infermieri vengono spesso chiamati a rispondere di "errori" nati in seno a organizzazioni del lavoro sbagliate, delle quali non sono i diretti responsabili». Il dibattito resta aperto.

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