Maturità, due prove scritte. La delusione degli studenti: «Scelta che ci penalizza»

Maturità, due prove scritte. La delusione degli studenti: «Scelta che ci penalizza»
di Alessandra LUPO
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Mercoledì 9 Febbraio 2022, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 14:44

La seconda prova scritta e le modifiche all’orale tengono con il fiato sospeso gli studenti che quest’anno dovranno affrontare gli esami di quinta superiore. Dopo le proteste che hanno infuocato venerdì scorso le piazze italiane e che continuano a occupare istituti e promuovere iniziative e sit-in, la nuova doccia fredda da parte ministero dell’Istruzione che ha messo a punto nei giorni scorsi le ordinanze riguardanti gli esami di maturità che si svolgeranno a giugno e quelli di terza media. 


Il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, organo di garanzia del sistema scolastico, si è pronunciato contro la nuova linea e ha chiesto di non prevedere la seconda prova alla maturità. Una prova che quest’anno sarà predisposta dalle singole commissioni d’esame. Per il Cspi infatti solo la prova scritta di italiano, uguale per tutti come sempre a livello nazionale deve restare così com’è poiché «scrivere sottende riflessione, rielaborazione, adattamento e cura dei pensieri in ragione dei diversi contesti comunicativi. Non si tratta soltanto di una verifica finale - si legge nel documento messo a punto dall’organo collegiale dopo molte ore di discussione - ma di coltivare e mantenere nei ragazzi la capacità di argomentare e di scrivere intorno a un pensiero». 


Rispetto al ripristino della prova scritta di indirizzo, invece, il Cspi evidenzia una serie di criticità che la renderebbero molto problematica per docenti e studenti. Di qui l’invito ad individuare “altre modalità” di verifica della preparazione dei ragazzi. Intanto oggi le Consulte studentesche hanno incontrato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e discusso alla sua presenza le ordinanze sulla maturità sollevando critiche e esprimendosi negativamente a riguardo. La Rete degli studenti medi promette venerdì di manifestare sotto al Ministero e anche nel resto d’Italia. «Ci aspettiamo una convocazione dal Ministro». 

Le voci degli studenti


A livello locale ovviamente il sentimento non cambia e anzi viene vissuto con una maggiore impotenza. 
Lorenzo De Filippo, rappresentante degli studenti del Liceo Classico Palmieri di Lecce commenta: «Per quanto io appoggi gli scioperi questa volta la sensazione è che sia già tutto deciso». «A scuola - prosegue De Filippo - c’è confusione e frustrazione. Gli stessi docenti sono stati sopraffatti da questa decisione e ora devono strutturare in soli quattro mesi una seconda prova aiutando anche noi studenti».
Greta Morleo rappresentante del Maiorana di Brindisi spiega: «Credo che almeno gli scritti avrebbero dovuto evitarli anche quest’anno: veniamo da due anni di Dad in cui comunque gli scritti sono stati svolti diversamente. Io sento la difficoltà anche per me. Quanto alla tesina, poi, il fatto che non ci sia aggrava la situazione. I docenti ci stanno aiutando facendoci svolgere delle prove d’esame ma ci troviamo di fatto a dover recuperare due anni in meno di quattro mesi».
«Personalmente non mi dispiace l’idea di affrontare una seconda prova ma come rappresentante di istituto non posso non tenere conto della delusione dei ragazzi davanti a una decisione sicuramente irresponsabile - spiega Giulio Menga, rappresentante del liceo Salvemini di Bari. -.Penso che si possano facilmente immaginare le reazioni alla decisione di modificare l’esame rispetto agli anni precedenti. I ragazzi sono delusi perché si sarebbero aspettati un esame come quelli sostenuti dai maturandi nei due anni passati. Si sarebbero aspettati che chi governa, dopo averli costretti a seguire le lezioni da casa, causando danni irreparabili non solo alle loro conoscenze ma anche alla componente umana che si sviluppa nel corso dell’esperienza scolastica, avrebbe riconosciuto le gravi lacune provocate da questo tipo di modalità».
Marta Cucurachi, rappresentante del liceo scientifico De Giorgi di Lecce rimarca anche l’inadeguatezza dell’informazione fornita alle scuole. «A scuola tutti i ragazzi di quinta sono stati sorpresi da questo cambio improvviso non solo sulla seconda prova ma anche sul cambio dell’orale.

Non siamo felici anzitutto delle informazioni che ci sono state date, sinora poco chiare. Da un lato -prosegue Marta Cucurachi - è positivo che tutto sia stato lasciato nelle mani delle scuole che in questo modo possono organizzarsi, ma dall’altra si rischia di avere informazioni poco chiare. E Il problema - mi preme sottolinearlo - non è la preparazione dei ragazzi né l’impegno dei professori. Noi siamo stati messi da subito nelle condizioni di non perdere lezioni ma molte classi hanno puntato su interrogazioni orali perché gli scritti erano poco monitorabili. La pratica è venuta meno e adesso cercare di tornare alla normalità in maniera forzata, quando la situazione non è affatto tornata normale, è un grosso errore. E ne è consapevole anche l’organo dei docenti».

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