Green e integrato al Pnrr: così la Terra d’Otranto rivede il suo “masterplan”

Green e integrato al Pnrr: così la Terra d’Otranto rivede il suo “masterplan”
di Alessandra LUPO
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Venerdì 2 Dicembre 2022, 05:15 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 03:30

La Terra d’Otranto ci riprova. Questa volta, dopo lo stop forzato della pandemia e il piccolo “terremoto” del Pnrr che ha travolto i comuni, il lavoro per la stesura del masterplan  “Terra d’Otranto: dalle radici il futuro” riprende con forza e con alcune necessarie correzioni in corsa. Lo stato dell’arte sarà svelato questa mattina nella conferenza stampa che si terrà alle 11 al Municipio di Taranto, dove interverranno i sindaci di Lecce, Brindisi e Taranto, i presidenti delle rispettive province e il rettore dell’Università del Salento. L’obiettivo è quello di dare seguito al protocollo d’intesa sottoscritto dagli enti e mettere nero su bianco un piano integrato sullo sviluppo del Grande Salento. 
A coordinare il lavoro è proprio l’Ateneo salentino che intanto ha dovuto aggiornare il progetto (e la visione) tenendo conto dei cambiamenti in atto, primo tra tutti la rivoluzione del Pnrr. «Ci eravamo fermati per la necessità di assorbire nel lavoro le trasformazioni dovute ai finanziamenti previsti dal Piano - spiega il rettore Fabio Pollice -, oggi abbiamo ripreso in mano il masterplan con l’impegno di mettere a valore e a sistema i finanziamenti che stanno arrivando. L’obiettivo - spiega - è rielaborare e aggiornare una visione di insieme che tenga conto del Piano e cerchi anche di orientare gli ulteriori investimenti». Secondo il numero uno di Unisalento, infatti, la debolezza del Pnrr sta proprio nel fatto di prevedere singoli interventi. «E qui entra in gioco il nostro lavoro - aggiunge Pollice - che mira a integrare le progettualità ma anche a individuare specializzazioni complementare nelle tre province. Il tutto - conclude il rettore - rafforzato dalla convinzione che ciò che ci accomuna sempre più è l’esigenza di costruire un processo di sviluppo sostenibile anche indirizzato a contrastare gli effetti del cambiamento climatico». 
Il masterplan quindi riparte in una visione più “green” e d’insieme ma anche maggiormente condivisa dalle comunità, che saranno coinvolte in una campagna di ascolto. 
«La prima volta che ne parlammo era la fine del 2018 - racconta il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi -, eravamo io, Melucci e Salvemini: pensammo di mettere in sinergia le tre città in un’ottica di area vasta metropolitana. Dopo di che, nacque la proposta con l’Università del Salento di organizzare le attività con un masterplan allargato anche alle Province. Poi arrivò la pandemia a stoppare il tutto. Ora quei ragionamenti vengono attualizzati in virtù di quanto è accaduto, quindi del Pnrr ma anche delle esigenze maturate in questi contesti. Quello che vogliamo - prosegue Rossi - è costruire, non solo con gli enti locali ma anche con le comunità, un documento di visione che possa migliorare i progetti esistenti e al contempo cogliere i nuovi bisogni di territori.

Vogliamo che queste istanze possano entrare in contatto tra loro migliorandone la prospettiva strategica».

L'origine del progetto


Il progetto nasce infatti dall’impulso delle municipalità e vorrebbe ripensare l’area ionico-salentina in un’ottica di area vasta metropolitana. Una volta allargata la prospettiva anche alle Province, il filo logico ha inevitabilmente riportato alla mente il sogno del “Grande Salento”, tratteggiato a metà degli anni 2000 dai presidenti Giovanni Pellegrino, Giovanni Florido e Michele Errico, basata su un programma di sviluppo integrato della parte meridionale della Puglia ispirata dall’urbanista Giulio Redaelli. Oggi la prospettiva si è trasformata non solo dal punto di vista sociale e culturale ma anche politico (le stesse Province non sono più le stesse) ma l’ispirazione resta identica nelle sue esigenze strutturali (e infrastrutturali). Ne è cosciente Stefano Minerva. Il presidente della Provincia di Lecce si dice infatti convinto della bontà di «capitalizzare l’esperienza pregressa del Grande Salento, che ha posto la Provincia di Lecce al centro dei processi di sviluppo e di programmazione strategica nell’area ionico – salentina, introducendo un elemento di novità: il fondamentale contributo dell’Università del Salento. Avere al nostro fianco l’Università - prosegue - ci consente di elaborare una visione strategicamente funzionale allo sviluppo del territorio, uno strumento di pianificazione territoriale e di programmazione economica, una governance territoriale d’area vasta che vada oltre i confini locali per abbracciare la Terra d’Otranto».
Di fatto, rispetto al vecchio progetto, quello attuale presenta un’ottica aggiornata e policentrica in cui ogni territorio possa esprimere al meglio le sue specificità facendo tesoro del patrimonio naturale, culturale e produttivo condiviso dai vicini di casa. Una scelta inevitabile anche in ottica regionale, se di pensa alla storica fragilità del piccolo grande Salento rispetto all’area metropolitana di Bari ma anche rispetto all’effervescenza della Bat.
«Siamo pronti a praticare la strategia della condivisione con l’intento di qualificare il futuro delle province coinvolte, incidendo sulle possibilità di sviluppo dei territori interessati attraverso una più efficace capacità di utilizzo dei fondi disponibili e da intercettare - conferma il presidente della Provincia di Brindisi, Toni Matarrelli -. La piena condivisione di uno strumento comune così ambizioso configura la possibilità di attribuire al Salento il ruolo che merita, centrale nel panorama italiano e mediterraneo».

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