Mascherine, solo le briciole. Si punta sulla produzione regionale: pronte 165 imprese

Mascherine, solo le briciole. Si punta sulla produzione regionale: pronte 165 imprese
di Vincenzo DAMIANI
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Sabato 28 Marzo 2020, 09:56 - Ultimo aggiornamento: 10:55
La scorta di dispositivi di protezione individuale dal coronavirus promessa dalla Protezione civile è stata consegnata ieri, ma è sufficiente per un giorno. Continuano, quindi, ad arrivare a singhiozzo i rifornimenti, nel dettaglio la notte scorsa sono state fornite 3.840 mascherine ffp3, 34.800 mascherine ffp2, 30.000 bende tipo Montrasio, 2.000 tute; mentre il fabbisogno giornaliero pugliese è di 33.500 mascherine ffp3, 33.500 mascherine ffp2 e 21.350 tute. «Sono arrivate qualche migliaio di mascherine dopo le nostre pressioni commenta il governatore Michele Emiliano - abbiamo il necessario per andare avanti un altro giorno, ma abbiamo anche la promessa da parte del Governo e del commissario Arcuri di ottenere consegne quotidiane».

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Intanto, la Regione batte un'altra strada, quella di realizzare le mascherine in casa con la collaborazione di alcune aziende private disponibili a riconvertire la propria produzione. Una soluzione che potrebbe rendere la Puglia autosufficiente per la produzione di 50-60mila dispositivi al giorno, anche se non si conoscono i tempi di realizzazione del progetto avviato. Emiliano ha affidato al Politecnico di Bari il compito di selezionare le imprese e guidarle nella riconversione e produzione del primo prototipo, ad oggi sono già 165 le aziende che hanno dato disponibilità, tra di loro anche Natuzzi.

Le mascherine dovranno essere conformi e ricevere il via libera alla commercializzazione, quindi dovranno essere perfette in ogni aspetto: dal materiale utilizzato alla composizione e struttura. Il Politecnico ha costituito un gruppo di lavoro che sta fornendo le indicazioni alle aziende che vorrebbero convertire la loro attività. Hanno dato disponibilità imprese da tutte le province pugliesi ma anche da altre regioni, come Basilicata e Campania. Per la maggior parte si tratta di piccoli produttori dei settori tessile, confezionamento, lavorazione di materiale plastico, ma c'è anche qualche big come Natuzzi.

«Stiamo facendo una ricognizione delle capacità produttive di queste aziende - spiega il rettore del Politecnico, Francesco Cupertino - per poter arrivare rapidamente ad un prodotto sicuro e di qualità».
Nell'operazione è stata coinvolta anche l'Università di Bari per accelerare i tempi: dopo la realizzazione del prototipo, questo dovrà passare i controlli di un ente terzo per tutti gli aspetti chimico-biologici e medici. Il bando ministeriale autorizza il ruolo delle Università come laboratori per la certificazione della conformità tecnica e il Politecnico ha individuato la facoltà di Medicina. Il Consiglio dei ministri ha introdotto norme che semplificano la certificazione dei dispositivi, soprattutto per le mascherine filtranti destinate alla popolazione, ma per i dispositivi destinati al personale sanitario è necessaria una autorizzazione a produrre da parte dell'Istituto superiore di sanità che potrà arrivare solamente dopo che il prototipo sarà pronto. Il Politecnico ha già messo a punto una specifica tecnica per la produzione di mascherine filtranti concordata con la Protezione civile e i primi campioni sono già in fase di realizzazione. Il gruppo di lavoro, ribattezzato Riapro (Riconversione Aziendale per la Produzione di dpi) è formato da docenti, ricercatori e imprenditori e lavora in collaborazione con la Regione Puglia. La giunta Emiliano è pronta anche a fare un ulteriore investimento, se fosse necessario, per acquistare almeno tre macchinari necessari alla produzione. «In questo momento difficile, abbiamo messo le nostre competenze a disposizione della Regione e del Paese dice il rettore Cupertino per dare un contributo alla gestione dell'emergenza. Stiamo gestendo una quantità enorme di richieste nonostante le difficoltà del momento».

Per consentire un rapido scambio di informazioni e buone prassi, è stata anche costituita una cabina di regia a livello nazionale, della quale fanno parte i rettori di numerose università, da Nord a Sud. Un ostacolo potrebbe essere rappresentato dall'approvvigionamento della materia prima: le aziende che lo producono sono state fermate dall'ultimo decreto del governo nazionale, quindi le scorte potrebbero essere limitate.

Intanto, la Regione sta provando a concludere autonomamente acquisti in giro per il mondo, dalla Cina alla Russia, da Mosca ad esempio arriveranno 2 milioni di mascherine e 100 ventilatori grazie anche all'intermediazione del maestro barese Fabio Mastrangelo, direttore artistico del St. Petersburg State Music Hall Theater in Russia. «Ci auguriamo dice Emiliano - che gli ordini per 32 milioni di euro che abbiamo fatto sul mercato parallelo possano andare a buon fine. Va detto che stiamo ricevendo la collaborazione di tutti. Le banche, per esempio, sono rimaste aperte fino a tardi per consentirci di inviare le lettere di credito». Aggiunge Michele Mazzarano, consigliere regionale Pd: «Attraverso un protocollo di intesa tra la Regione ed il Politecnico di Bari è indispensabile individuare ed accreditare presso l'Istituto Superiore di sanità un laboratorio sul territorio regionale che possa certificare i dispositivi prodotti in Puglia e dare risposte concrete ed immediate a cittadini, personale sanitario e imprese».
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