La beffa delle mascherine: a 50 centesimi sono introvabili. Federfarma: «Prezzi alti, per ora stop agli ordini»

La beffa delle mascherine: a 50 centesimi sono introvabili. Federfarma: «Prezzi alti, per ora stop agli ordini»
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Giovedì 7 Maggio 2020, 11:20 - Ultimo aggiornamento: 15:27
«A nessuno si può chiedere di comprare una cosa a un prezzo superiore di quello che poi dev'essere il prezzo di cessione, penso sia una cosa normale: per questo», prima di fare altri ordini, «aspettiamo che venga prodotta la mascherina Italià che dovremmo pagare 40 centesimi». Così il presidente di Federmarma Puglia, Vito Novielli, spiega l'attuale assenza di mascherine chirurgiche nelle farmacie, quelle per cui è stato imposto un prezzo massimo di 50 centesimi. Anche se i farmacisti precisano che si tratta di 61 centesimi, considerando anche l'Iva.

«Le mascherine che noi avevamo - evidenzia Novielli - le abbiamo comprate a un prezzo superiore, ciononostante non abbiamo esitato a cederle a 61 centesimi, così come prevede l'ordinanza del commissario Arcuri. Terminate quelle scorte in farmacia, non le abbiamo più ricomprate. Io e tanti colleghi abbiamo adottato questo criterio: cediamo quello che abbiamo, saremo o no rimborsati, ma nel riacquisto aspettiamo sia messa in commercio questa mascherina Italià, prodotta da aziende italiane autorizzate a farlo, che noi dovremmo acquistare a 40 centesimi più questa benedetta Iva».

«Noi - conclude - abbiamo chiesto di eliminarla, ma ancora oggi ferma al 22%, la stessa Iva dei gioielli». Nel frattempo le mascherine «sono diventate introvabili». Lo confermano alcuni farmacisti pugliesi evidenziando che anche per loro «è impossibile pagarle a quel prezzo, mentre la gente pretende di pagarle quanto ha sentito dire da Conte nel discorso in tv, e ci accusa di voler speculare». «In realtà - sottolinea il titolare di due farmacie, in provincia di Bari e di Foggia - dalle mascherine non è stata tolta l'Iva al 22%, quindi il prezzo al quale è possibile venderle è a 61 centesimi. Ma gli unici che ci consentono un minimo di guadagno sono i grossisti, che le vendono a noi a 40 centesimi, ma ormai hanno esaurito le scorte». «Ieri - aggiunge il farmacista - ne ho avute solo 50 e le ho vendute in cinque minuti. Oggi me ne arrivano altre 30 e sono già tutte prenotate».

I farmacisti denunciano anche «molta confusione sulle pratiche di rimborso per ottenere dal governo la differenza di prezzo delle mascherine che, ad esempio, erano già in magazzino prima che fosse fissato il prezzo di 50 centesimi, o di quelle che sono «costretti a pagare anche tre euro e a rivendere a molto meno». «Quelle che avevamo - sottolineano - le abbiamo pagate 1,50 centesimi e le abbiamo vendute a 61 centesimi, tra le proteste dei clienti. Ora dobbiamo sperare che il governo, chissà quando, ci rimborsi».
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