L'intervista/Fedele (Asl): «Mascherine, distanze e niente viaggi: così possiamo prevenire la diffusione»

L'intervista/Fedele (Asl): «Mascherine, distanze e niente viaggi: così possiamo prevenire la diffusione»
di Maddalena MONGIÒ
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Lunedì 5 Ottobre 2020, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 13:08
«Mascherine, distanziamento e se si può evitare di viaggiare». È la ricetta di Alberto Fedele, direttore del Servizio di igiene e Sanità pubblica della Asl di Lecce, a fronte del rialzo dei contagi che tiene alzate le antenne dell'autorità sanitaria e del Governo che sta pensando di reintrodurre qualche restrizione.
Direttore Fedele, la paura di un nuovo lockdown serpeggia. È un rischio concreto?
«Non credo che ci sarà, comunque è una scelta politica che lasciamo fare a chi ne ha la responsabilità».
L'ordinanza del presidente Emiliano impone l'uso della mascherina all'aperto. È davvero necessaria?
«Nelle strade della movida e comunque in tutte le situazioni di assembramento, ci si può contagiare. L'utilizzo della mascherina, in ogni condizione di rischio, è fondamentale. Noi pugliesi e in particolare i salentini, siamo relativamente attenti. Il rialzo del numero dei casi dovrebbe essere un monito per tutti noi».
Se è importante l'uso della mascherina all'aperto e lo è visto che ci sono stati piccoli focolai, perché questa ordinanza arriva solo ora?
«Diciamo che i casi registrati sinora sono legati a eventi specifici e non ad assembramenti generici. Si è deciso un giro di vite per aumentare il livello di attenzione. Tutte le decisioni assunte sono legate al fattore di rischio e in questo caso bisogna aumentare il livello di attenzione».
Magari si poteva adottare questa decisione per le discoteche.
«La discoteca è stata una prova d'estate che non è andata molto bene».
Rialzo dei contagi: cosa bisogna fare?
«Ridurre le occasioni di contatto, evitare la promiscuità e l'affollamento degli ambienti, evitare di viaggiare se non è strettamente necessario. In questo periodo, in provincia di Lecce, abbiamo avuto dei piccoli focolai derivati dalla partecipazione a banchetti fuori provincia. Banchetti nuziali, battesimi, compleanni: abbiamo avuti cinque o sei piccoli focolai. Sono avvenuti in estate quando si sono svolti all'aperto. È chiaro che andando incontro all'autunno potrebbero esserci risvolti significativi. Del resto altre nazioni come la Germania o l'Inghilterra, consentono questo tipo di eventi con un numero limitato di partecipanti. È abbastanza uniforme il pare della comunità scientifica: bisogna evitare assembramenti».
A parer suo sarebbe necessario sanzionare chi non rispetta le regole anti Covid?
«Oggettivamente una sorta di insofferenza all'osservanza delle norme di prevenzione l'abbiamo registrata anche noi. È andato crescendo il numero di segnalazioni che abbiamo fatto per il mancato rispetto delle misure cautelari che avevamo prescritto, ad esempio l'isolamento fiduciario. Figuriamoci con le misure quotidiane, però la sanzione non è facile da applicare. Probabilmente aiuterebbe quello che si sta facendo in altre regioni, con avvisi della Protezione civile e delle forze dell'ordine sul divieto di assembramenti, ma anche rammentare l'importanza del rispetto delle regole».
Stando alle indiscrezioni il Governo sta studiando una serie di restrizioni e in particolare l'anticipo di chiusura dei locali. È una misura utile a contenere i contagi?
«Onestamente non riesco a capire la ratio, se non quella di ridurre globalmente le persone che possono stare in ambienti confinati perché con la fine dell'estate si sta di più nei locali chiusi, quindi meno si sta negli spazi collettivi e meno rischio si corre. La leggerei così. Anticipare l'orario di chiusura comporta una riduzione dei turni di ristorazione: meno persone tornano a stare in un ambiente dove ce ne sono state già altre. Fermo restando l'osservanza delle misure base che per un certo periodo ci siamo potuti permettere il lusso di trascurare in quanto si stava all'aperto, tornando nei locali al chiuso questo è un tentativo di arginare il contagio».
C'è il rischio di sospensione del virus Sars-CoV-2 per un lasso di tempo tale da poter contagiare?
«Il dato certo è che il contagio avviene attraverso le particelle grossolane che cadano subito per terra e quindi serve il famoso metro di distanza. Dopodiché ci sono degli studi che hanno parlato anche di contagio da aerosol che sono particelle più minute che possono rimanere in sospensione nell'aria. Su questo non c'è ancora convergenza, ma ci sono studi che lo prospettano».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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