Quali sono le zone a rischio alluvione e trombe d'aria in Italia? Focus su Bari e Salento La mappa

Clima in Italia, eventi estremi in aumento: le 14 aree più a rischio da nord a sud
Clima in Italia, eventi estremi in aumento: le 14 aree più a rischio da nord a sud
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Sabato 17 Settembre 2022, 11:18 - Ultimo aggiornamento: 12:37

Ondate di calore intense, siccità estrema ma anche piogge e alluvioni sempre più frequenti e in un tempo più breve. L'Italia è uno dei paesi più colpiti dalle mutazioni del clima. Non a caso si trova al centro del mediterraneo, considerato dagli scienziati del Global Strategic Communications Council (Gscc) una zona "hot spot" dove il cambiamento climatico è più evidente. Nel nostro paese l'aumento delle temperature procede a ritmi più elevati rispetto alla media globale: già quest'anno l'Italia ha già subito uno degli incrementi di temperatura maggiori in Europa, con +1,54 °C rispetto alla media del periodo 1961-1990. E la Puglia, Bari in particolare tra le grandi città, risulta una delle città più a rischio per le alluvioni. Ma anche la zona del Salento che tra il 2017 e il 2021 è stata colpita da 12 trombe d'aria che hanno distrutto infrastrutture e coltivazioni.

A fine agosto, per esempio, una tromba d'aria ha investito nel primo pomeriggio una vasta zona del litorale di Ugento a Torre San Giovanni, in Salento. Il passaggio del vortice ha generato un fuggi fuggi generale dei numerosi bagnanti presenti sulla costa, danneggiando alcuni stabilimenti balneari.

E sono state diverse le strutture colpite che hanno riportato danni a ombrelloni, sedie a sdraio e lettini scaraventati in mare dalla forza del vento. 

Negli ultimi 25 anni in Puglia, inoltre, è scomparso più di un terreno agricolo su quattro (28%) a «causa dell'abbandono e della cementificazione che hanno ridotto la capacità di assorbimento della pioggia e messo a rischio l'ambiente e la sicurezza dei cittadini». È quanto denunciato dalla Coldiretti Puglia.

Come cambierà il clima in Italia: meno piogge, più intense e neve a rischio  

Il futuro che sembra profilarsi non appare migliore. La Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) prevede per l'Italia meno piogge, ma più intense: una diminuzione delle precipitazioni nel periodo estivo per il Sud e per il Centro Italia, ed un aumento delle precipitazioni nel periodo invernale nel Nord Italia e della massima precipitazione giornaliera per la stagione estiva ed autunnale.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Hydrology and Earth, in caso di emissioni elevate, l'Italia rischierebbe di perdere fino a 111 giorni di neve per altitudini oltre ai 3500m, 88 giorni attorno ai 2500m, e 53 a 1500m di altitudine.

Le estati invece sarano sempre più calde, in linea con gli scenari globali.  Secondo il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), le temperature estive in Italia potrebbero aumentare fino a 3,5°C rispetto al 1971-2000 entro il 2100 in uno scenario di riscaldamento globale di 2,5°C, e fino a 6°C in uno scenario di riscaldamento globale sopra i 4°C entro la fine del secolo. 

Le aree a più a rischio: Bari e Salento le più colpite

Eventi come quello che ha colpito le Marche sono difficili da prevedere. Tuttavia l'analisi dei dati storici mostra che in alcune aree sono più frequenti fenomeni estremi come alluvioni, trombe d'aria o ondate di calore. Lo rivela il rapporto dell'Osservatorio CittàClima 2021 di Legambiente, riferito al decennio 2010 - 2021 che individua le zone più a rischio, per lo più grandi aree urbane e di territori costieri. 

Ecco allora che tra le grandi città Bari - insieme a realtà come Roma, Milano, Genova e Palermo, ma anche le coste: nel capoluogo regionale ci sono stati 41 eventi tra cui 20 allagamenti e 18 trombe d'aria dal 2010.

Devastato anche il Salento che tra il 2017 e il 2021 è stato colpito da 12 trombe d'aria che hanno distrutto infrastrutture e coltivazioni.

Per quanto riguarda le ondate di calore, i record si verificano sopratuttto al sud: a Siracusa l'11 agosto 2021 si è raggiunto il record europeo di 48,8°C.

Il geologo: «Il clima è cambiato, non siamo pronti»

«Il clima è cambiato, esistono due facce della stessa medaglia: siccità e alluvioni. Gli eventi estremi come quello che abbiamo avuto ieri nelle Marche trovano il sistema antropico ancora impreparato e incapace di accoglierli» riassume il geologo Endro Martini, coordinatore nazionale Area Tematica Contratti di Fiume di Sigea Aps. Per l'esperto è fondamentale fare prevenzione: «È assolutamente urgente e necessario declinare programmi triennali con interventi strutturali per attuare nel breve, medio e lungo termine una vera prevenzione e un adattamento del sistema antropico per accogliere gli eventi estremi senza subire danni». È necessaria insomma una gestione integrata del rischio che includa alluvioni, siccità incendi boschivi. 

A rinforzare questo concetto anche le parole pronunciate oggi dal premier Mario Draghi in conferenza stampa dopo la visita ai territori colpiti dall'alluvione: «La lotta al cambiamento climatico è fondamentale.

purtroppo come ci dicono gli avvenimento di oggi e di ieri è essenziale per sopravvivere».  

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