Caldo quasi primaverile e poi gelo: dall’autunno all’inverno inoltrato, l’agricoltura si è ritrovata sull’ottovolante, con danni che solo fra qualche settimana potranno essere quantificati adeguatamente. «Dopo giorni di caldo anomalo che aveva fatto fiorire le gemme anticipatamente – commenta il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzaro -, il gelo ora ha completato l’opera distruttiva. L’ondata è arrivata sui campi e sulle coltivazioni già messe a dura prova da un inverno caldo e siccitoso. Ad aggravare il bilancio in corso di quantificazione, ma che già registra delle criticità, è stato il crollo repentino delle temperature: il gelo è arrivato all’improvviso in alcune zone su alberi da frutto, uva e primizie orticole in forte anticipo l’inverno mite».
Il quadro
Le temperature alte delle scorse settimane, infatti, hanno sfalsato tutti i tempi, con un anticipo della maturazione di ortaggi come cicorie, finocchi, rape, broccoli e verze che ha generato un crollo dei prezzi di vendita, all’ingrosso e al dettaglio. In molti campi, soprattutto nel Brindisino, non è difficile trovare ancora oggi colture abbandonate perché raccoglierle e venderle sarebbe poco redditizio. E dopo il gelo di questi giorni, i coltivatori pugliesi presto si troveranno a fare i conti con perdite che i più ottimisti stimano intorno al 50 per cento, aggravando una situazione di per sé già non rosea. Nel 2022, infatti, in Puglia si è già registrato un calo della produzione orticola del 12,6 per cento rispetto al 2021. Stando ai dati raccolti ed elaborati dall’Istat, si è passati da 2 milioni e 900mila tonnellate a 2 milioni e 580mila tonnellate di produzioni ortive. Un calo legato anche al meteo impazzito degli ultimi anni e a un sistema agricolo poco capace di adattarsi e far fronte ai mutamenti climatici sempre più frequenti.
Gli eventi estremi e le conseguenze
Secondo l’associazione, il moltiplicarsi di eventi estremi ha provocato vittime e danni che in agricoltura superano già i 300 milioni di euro nel 2022, pari al 10% della produzione regionale. Prende forma, quindi, la previsione nefasta fatta esattamente un mese fa dal presidente del Distretto florovivaistico e del cibo di Puglia, Piero Tunno. «In questo periodo - diceva all’inizio del 2023 - la temperatura notturna sarebbe già dovuta scendere sotto lo zero. Molte colture come i ciliegi, i mandorli, i peschi hanno bisogno di molte ore di freddo. Il caldo di questi giorni precluderà sicuramente il raccolto di molti frutti. E anche per le produzioni orticole si è verificato un anticipo delle fioriture, con conseguente crollo dei prezzi. Questo clima, peraltro, pregiudica la qualità del prodotto stesso». La stessa sorte è toccata agli agrumeti, «fioriti a gennaio invece che a marzo-aprile e quindi, sottoposti al rischio delle gelate, in seguito alle quali non è detto che possano esserci nuove fioriture». Gelate puntualmente arrivate e che ora si vedrà quali effetti avranno sui raccolti. Non resta che attendere e, una volta che il freddo darà una tregua, contare i danni.
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