Maltempo, il gelo dalla Russia si abbatte sui campi della Puglia: a rischio il 50% dei raccolti

L'allarme delle associazioni Confagricoltura e Coldiretti

Germogli gelati sui vitigni
Germogli gelati sui vitigni
di Paola ANCORA
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Martedì 7 Febbraio 2023, 05:00

Caldo quasi primaverile e poi gelo: dall’autunno all’inverno inoltrato, l’agricoltura si è ritrovata sull’ottovolante, con danni che solo fra qualche settimana potranno essere quantificati adeguatamente. «Dopo giorni di caldo anomalo che aveva fatto fiorire le gemme anticipatamente – commenta il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzaro -, il gelo ora ha completato l’opera distruttiva. L’ondata è arrivata sui campi e sulle coltivazioni già messe a dura prova da un inverno caldo e siccitoso. Ad aggravare il bilancio in corso di quantificazione, ma che già registra delle criticità, è stato il crollo repentino delle temperature: il gelo è arrivato all’improvviso in alcune zone su alberi da frutto, uva e primizie orticole in forte anticipo l’inverno mite». 

Il quadro

Le temperature alte delle scorse settimane, infatti, hanno sfalsato tutti i tempi, con un anticipo della maturazione di ortaggi come cicorie, finocchi, rape, broccoli e verze che ha generato un crollo dei prezzi di vendita, all’ingrosso e al dettaglio. In molti campi, soprattutto nel Brindisino, non è difficile trovare ancora oggi colture abbandonate perché raccoglierle e venderle sarebbe poco redditizio. E dopo il gelo di questi giorni, i coltivatori pugliesi presto si troveranno a fare i conti con perdite che i più ottimisti stimano intorno al 50 per cento, aggravando una situazione di per sé già non rosea. Nel 2022, infatti, in Puglia si è già registrato un calo della produzione orticola del 12,6 per cento rispetto al 2021. Stando ai dati raccolti ed elaborati dall’Istat, si è passati da 2 milioni e 900mila tonnellate a 2 milioni e 580mila tonnellate di produzioni ortive. Un calo legato anche al meteo impazzito degli ultimi anni e a un sistema agricolo poco capace di adattarsi e far fronte ai mutamenti climatici sempre più frequenti.
Il freddo rigido che tiene sotto scacco tutta la regione, da Foggia a Lecce, con la neve fioccata sulla Murgia, ma anche nelle province di Taranto e di Brindisi, e – ancora – il vento gelido fino a 70 chilometri orari stanno spazzando i campi ormai da giorni. «L’arrivo del grande freddo - sottolinea Coldiretti Puglia con il presidente Savino Muraglia - colpisce le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, e broccoli.

Si tratta di coltivazioni che reggono anche temperature di qualche grado sotto lo zero, ma se la colonnina di mercurio scende repentinamente o se le gelate sono troppo lunghe si verificano danni. A preoccupare - continua il numero uno dell’associazione - è anche il balzo dei costi per il riscaldamento delle serre per la coltivazione di ortaggi e fiori che risente dell’impennata della bolletta. Con 112 eventi estremi in 10 anni, la Puglia si posiziona al quarto posto della classifica delle regioni italiane maggiormente colpite dagli effetti violenti dei cambiamenti climatici, con danni stimati pari ad oltre 3 miliardi di euro sul settore agricolo». 

Gli eventi estremi e le conseguenze

Secondo l’associazione, il moltiplicarsi di eventi estremi ha provocato vittime e danni che in agricoltura superano già i 300 milioni di euro nel 2022, pari al 10% della produzione regionale. Prende forma, quindi, la previsione nefasta fatta esattamente un mese fa dal presidente del Distretto florovivaistico e del cibo di Puglia, Piero Tunno. «In questo periodo - diceva all’inizio del 2023 - la temperatura notturna sarebbe già dovuta scendere sotto lo zero. Molte colture come i ciliegi, i mandorli, i peschi hanno bisogno di molte ore di freddo. Il caldo di questi giorni precluderà sicuramente il raccolto di molti frutti. E anche per le produzioni orticole si è verificato un anticipo delle fioriture, con conseguente crollo dei prezzi. Questo clima, peraltro, pregiudica la qualità del prodotto stesso». La stessa sorte è toccata agli agrumeti, «fioriti a gennaio invece che a marzo-aprile e quindi, sottoposti al rischio delle gelate, in seguito alle quali non è detto che possano esserci nuove fioriture». Gelate puntualmente arrivate e che ora si vedrà quali effetti avranno sui raccolti. Non resta che attendere e, una volta che il freddo darà una tregua, contare i danni.

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