M5s, 24 candidati ai nastri di partenza
volti “nuovi” soltanto nelle retrovie

M5s, 24 candidati ai nastri di partenza volti “nuovi” soltanto nelle retrovie
di Nicola QUARANTA
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Martedì 23 Gennaio 2018, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 11:19

Fine del casting. Ma il movimento, non più di “primo pelo”, stavolta punta in gran parte sui parlamentari uscenti, ai quali offre su un piatto d’argento il secondo mandato (altri cinque anni tra gli scranni del parlamento). A loro, infatti, il privilegio di essere collocati nelle posizioni più comode, in testa ai listini plurinominali. Relegati nelle “rischiose” retrovie i volti nuovi, chiamati a scendere in campo con spirito di servizio in alternativa ai “professionisti” della politica. Questo il verdetto della piattaforma Rousseau, il sistema di voto online riservato agli attivisti dei Cinque Stelle.
Quanti abbiano partecipato alla votazione tutt’oggi non è chiaro. Come, di conseguenza, nulla è stato comunicato circa le preferenze raccolte dai singoli “aspiranti” deputati e senatori. Ma tant’è. Il risultato delle parlamentarie, invece, è ufficiale. E insindacabile. Nomi e cognomi sono stati diffusi nella serata di domenica scorsa dal blog di Beppe Grillo. Anche in Puglia, dunque, corsia preferenziale ai protagonisti della legislatura uscente: i sei capilista di Camera e Senato sono tutti parlamentari uscenti. Gioco facile, dunque, per i salentini Barbara Lezzi e Diego De Lorenzis, da vagliare la posizione dei senatori Maurizio Buccarella e Daniela Donno (per loro qualche brivido in più, occupando la seconda e terza piazza del listino senatoriale del sud Puglia). Fuori dai giochi soltanto due uscenti baresi: Francesco Cariello, la cui autocandidatura era stata già “cassata” dai vertici del M5s in fase di preselezione dei curriculum; ed Emanuele Scagliusi, fuori dal quartetto di testa nel collegio di Taranto-Martina-Brindisi-Monopoli e ora primo dei “supplementi”. Tutti, stando alle voci, potrebbero essere «ripescati» nei collegi uninominali per avere anche una chance nello scontro diretto. Ma l’ultima parola, in questo caso, spetterà al candidato premier del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio.
Per scoprire i volti nuovi, dunque, occorre scorrere le posizioni dei listini bloccati. Partiamo dalla Camera: nel collegio di Lecce-Nardò-Casarano-Francavilla, alle spalle del deputato leccese uscente Diego De Lorenzis (capolista), c’è Veronica Giannone (anche lei leccese, impiegata, vicina al movimento No Tap). Terzo il galatinese Leonardo Donno, (titolare di una ditta di assistenza e manutenzione Impianti idrici e termici), quarta Annalisa Urso, di Taurisano, impiegata in un call center, già candidata consigliera comunale nelle scorse amministrative taurisanesi per il M5S.
 
Nel collegio di Taranto-Martina-Brindisi-Monopoli, oltre al capolista Giuseppe L’Abbate (deputato uscente di Castellana Grotte), compongono la lista Alessandra Ermellino (di Crispiano, impiegata) Giovanni Vianello (tarantino, collaboratore del deputato uscente De Lorenzis) e Valentina Palmisano (giovane avvocato ostunese, di 35 anni). Nel collegio di Bari-Bitonto-Molfetta-Altamura alla guida del listino c’è l’uscente Giuseppe Brescia, dietro di lui Angela Masi, Davide Galantino e Marika Notarangelo. Nel collegio che abbraccia Bat e Foggia altro uscente in testa, Giuseppe D’Ambrosio, e poi Marialuisa Faro, Giorgio Lovecchio, Francesca Troiano. Stesso criterio e stesso scenario nei due collegi del Senato. In quello che abbraccia le tre province della Puglia meridionale, alle spalle della leccese uscente Barbara Lezzi, Buccarella e Donno, anche loro salentini e rispettivamente secondo e terza. Il quarto nome è Cataldo Mininno, galatinese, 42 anni, dipendente pubblico. Nel collegio nord, oltre al capolista Alfonso Ciampolillo (uscente) nell’ordine Gisella Naturale, Vincenzo Garruti, Cinzia Maria Di Nunno.
Tutti i 24 che hanno superato il vaglio delle parlamentarie, quello del filtro di qualità e sono stati inseriti nelle liste dei collegi plurinominali, saranno comunque certi della loro candidatura soltanto alla scadenza del 29 gennaio, termine per la presentazione delle liste alle elezioni del 4 marzo, essendosi il Movimento riservato la possibilità di ulteriori ritocchi. Ma la corsa, di fatto, è già iniziata: «Sono una persona comune, non sono un politico di professione e mai lo sarò (ho già un lavoro), conosco bene le difficoltà della vita e capisco cosa vuol dire fare sacrifici ogni giorno per andare avanti e lottare contro una classe politica sorda ai bisogni reali della gente. Loro, invece, lo hanno dimenticato da un pezzo. A loro interessano solo poltrone, soldi e potere», scrive sulla sua pagina Facebook uno dei “candidati”, Leonardo Donno. «Sto ancora metabolizzando la fantastica esperienza del Villaggio Rousseau, ma adesso è il momento di dare il massimo», commenta, invece, Ermellino.
Tra gli ”epurati”, intanto, non si placa la rabbia.

Chi torna a esprimere delusione e amarezza è Giovanni Manzo, già candidato alle comunali leccesi e anche lui fuori dal voto online: «Grazie all’intuizione di due grandi innovatori, abbiamo costruito, pezzo dopo pezzo, una nuova macchina. L’abbiamo spinta per anni, pazientemente e faticosamente, ma, quando finalmente si è messa in moto ed è partita, i più furbi di noi si sono seduti comodamente all’interno. Senza pensarci due volte hanno cinicamente premuto l’acceleratore facendoci cadere violentemente sull’asfalto e non contenti, ci hanno anche buttato del nauseabondo gas di scarico sul viso»

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