L'assessore alla Sanità, Lopalco: «Subito il vaccino a professori e alunni», ma per i pediatri «ha poco senso»

L'assessore alla Sanità, Lopalco: «Subito il vaccino a professori e alunni», ma per i pediatri «ha poco senso»
di Vincenzo DAMIANI
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Venerdì 8 Gennaio 2021, 07:53 - Ultimo aggiornamento: 19:54

Una volta messi in sicurezza Rsa e ospedali, si potrebbe iniziare «la fase 2 della campagna vaccinale anti Covid dalla scuola» per permettere ad alunni e insegnanti di tornare tra i banchi per le lezioni in presenza senza paure e possibili contagi: la proposta lanciata dall'assessore alla Sanità della Regione Puglia, Pierluigi Lopalco, fa discutere. E trova una prima opposizione proprio nei pediatri, i primi a chiedere, in tempi non sospetti e a gran voce, che le scuole venissero chiuse per limitare la seconda ondata di contagi Covid e per avere il tempo di migliorare l'organizzazione.


«Non sono d'accordo con l'ipotesi del professore Lopalco replica Luigi Nigri, presidente regionale e vice presidente nazionale della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) e spiego il perché: non esiste, ad oggi, un vaccino anti-Covid pediatrico, quindi dovremmo somministrate le dosi solamente al personale e ai docenti. I bambini non potrebbero essere vaccinati, quindi non raggiungeremmo l'obiettivo di una immunità di gregge negli ambienti scolastici. Sarebbe un intervento inefficace, il virus continuerebbe a circolare tra gli alunni e, attraverso loro, nelle famiglie, nella comunità esterna. Per questo ritengo che la proposta sia abbastanza discutibile, considerato, inoltre, che nella stragrande maggioranza dei casi il Covid non ha effetti importanti sui bambini e i più giovani, mentre sono proprio loro a rappresentare un veicolo di diffusione dei contagi». Quindi, secondo Nigri, sarebbe opportuno «procedere come stabilito dal governo Conte e dal Cts», cioè «vaccinando per primi i più anziani e ammalati cronici, la fascia più debole e a rischio».


Lopalco, invece, la pensa diversamente e ieri ha lanciato la proposta: «Iniziamo la fase 2 della campagna vaccinale dalla scuola.

Vaccinare gli insegnanti in estate avrà poco senso, visto che i risultati si avrebbero nell'anno scolastico 2021-22 quando, si spera, le ondate pandemiche saranno solo un brutto ricordo. I vantaggi sostiene - sarebbero tanti: proteggere una popolazione a rischio di contagio e con molti portatori di fragilità; limitare i focolai scolastici; evitare l'interruzione dell'attività scolastica in presenza di uno o più studenti positivi; creare dei blocchi nelle catene di trasmissione che passano per la scuola. L'unica vera sicurezza contro il virus è la vaccinazione. Se davvero teniamo alla scuola, proteggiamola nella sua componente più importante».


Ieri è stato il primo giorno di entrata in vigore della nuova ordinanza del governatore Michele Emiliano che ha stabilito la didattica a distanza per tutte le scuole sino al 15 gennaio, con possibilità per le famiglie di chiedere però le lezioni in presenza. «Fin dall'inizio della pandemia - prosegue Lopalco - il concetto di sicurezza è stato a mio avviso oggetto di innumerevoli fraintendimenti. Per molti coincideva con l'aumentare a dismisura il numero di test (i famigerati tamponi a tappeto). Per altri con l'utilizzo di app e tracciamento. Alcuni hanno perfino immaginato che la sicurezza in un'aula scolastica potesse aumentare con l'uso di banchi a rotelle», è la stilettata alla ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina. «Il dibattito sulla scuola in presenza conclude - è stato certamente fra i più agguerriti e ha posto il decisore politico, in tutto il mondo, davanti a scelte difficilissime. Non esistono due Paesi, ma nemmeno due Regioni all'interno dello stesso paese, che abbiano preso identiche decisioni sulla scuola a parità di livelli di rischio. Il motivo è semplice: non esistono dati certi sul ruolo della didattica in presenza sulla circolazione virale e il tema scuole è politicamente estremamente sensibile perché impatta sulla vita di ogni famiglia». Quello di ieri è stato un primo giorno, dopo la pausa natalizia, a intermittenza: le scuole del primo ciclo, elementari e medie, hanno riaperto quasi in tutte le città con classi però piene a metà.

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