Il personaggio/ Lopalco, le "quattro vite" e la fallita metamorfosi da scienziato a politico

Pier Luigi Lopalco e Michele Emiliano
Pier Luigi Lopalco e Michele Emiliano
di Francesco G. GIOFFREDI
5 Minuti di Lettura
Giovedì 11 Febbraio 2021, 17:00 - Ultimo aggiornamento: 17:08

Nel regno delle metamorfosi e nel (nuovo) tempo dei competenti, qualcosa dev'essere andato storto. O si è bruscamente interrotto, mozzato dall'impatto con la realtà, con le sue trappole e contraddizioni. Pier Luigi Lopalco è rimasto a metà. L'epidemiologo atterrato dall'Università di Pisa in Puglia col crisma (curriculum alla mano) dello scienziato di rango, un anno fa è stato arruolato da Michele Emiliano per verniciare l'immagine di una Regione troppo spesso accusata d'essere il luogo dell'anti-scienza, e per raddrizzare la bussola della pandemia: il 9 marzo scorso il governatore ha affidato al prof salentino le redini della task force pugliese, la regione e la Regione (e cioè i pugliesi e l'istituzione) del resto s'erano scoperte all'improvviso vulnerabili, impreparate. Lopalco, il prof con la passione per la chitarra rock, doveva essere nei piani di Emiliano il passepartout, la carta del riscatto, l'esperto inoppugnabile, la "Sapienza" nella "Città del Sole" emilianiana da tirare a lucido in vista delle rischiose elezioni regionali. Di sicuro, l'epidemiologo dal governatore ha appreso subito l'arte del dichiarare.

L'uomo che visse quattro volte. In un anno, Lopalco è stato l'uomo che visse quattro volte: l'epidemiologo-macchina dell'emergenza pugliese, lo scienziato conteso dai salotti televisivi nazionali, il candidato alle elezioni e infine l'assessore regionale alla Sanità, tra alti (spesso perlopiù social-mediatici), bassi e scivoloni. Nella Puglia delle metamorfosi, l'epidemiologo si trova ora in mezzo al guado: eletto consigliere accettando la sfida della politica protetto dallo scudo-Emiliano, ha contribuito (oltre i quasi 15mila voti raccolti a Bari, lista civica "Con") alla portentosa remuntada alle urne del governatore, è diventato assessore, tuttavia non abbastanza politico per "sentire" la complessa e complessiva macchina dell'amministrazione sanitaria, né più "scienziato puro" circonfuso dall'aura della terzietà. Sull'ottovolante, un sali-scendi, e in queste ore come non mai l'epidemiologo sta facendo i conti con ciò che forse non aveva previsto, e che probabilmente nemmeno Emiliano gli aveva anticipato: l'amaro boccone degli errori quando si è alla plancia di comando di un'amministrazione, il fiele delle inevitabili contestazioni, l'aspro ma necessario sapore della responsabilità pubblica, che ti obbliga a dire cosa hai fatto e perché.

Il caso: l'arancione e i dati sbagliati. Il centrodestra pugliese invoca le dimissioni dell'assessore, nel centrosinistra qualche silenzioso mugugno è trattenuto a fatica, i gestori di bar e ristoranti mostrano il piglio battagliero dopo la zona arancione frutto di dati pasticciati. Cos'è successo, non è più un mistero: la Puglia era rimasta intrappolata nella fascia intermedia di restrizioni, senza potersi tingere di giallo, perché la Regione non aveva comunicato a Roma il surplus di posti letto in terapia intensiva (100 in più, che permettono di ritoccare al ribasso il tasso d'occupazione ospedaliera) e l'aggiornamento dei pazienti guariti. Scoperto l'errore, l'assessorato s'è affrettato a comunicare al ministero il mutato quadro, e infatti da stamattina la Puglia è in zona gialla.

La repentina resipiscenza della Regione ha un po' spiazzato tutti, in realtà: tanto Lopalco quanto Emiliano erano supporter dell'arancione, più restrizioni per contenere il contagio («Il giallo? Il virus ringrazia», aveva detto l'assessore il 1° febbraio). Ma evidentemente il radicale cambio di registro è da attribuire alla protesta crescente di commercianti e piccoli imprenditori: meglio rimediare, prima di doverne fronteggiare la rabbia di piazza. «Io sono convinto - ha detto ieri - che la classificazione in zona gialla è da prendere con estrema prudenza. Capisco la stanchezza dei cittadini e di alcuni operatori economici che non ce la fanno più, però zona gialla non significa liberi tutti».

Gli altri inciampi. Non è la prima volta che l'epidemiologo-assessore inciampa in dichiarazioni o mosse contradditorie. Magari suggerite dalla foga comunicativa, dalle tante telecamere dei troppi salotti tv, o da qualche superiore bisogno politico del momento. Ma tant'è. È successo quando Lopalco ha scandito numeri in serie su tamponi, test rapidi, contact tracing, vaccini, piani di somministrazione: promettere in politica non è sempre mantenere, ma se a promettere è il prof dal lungo curriculum allora cambia tutto, dal peso delle parole allo stridore delle promesse tradite.
Oppure è successo quando il 24 settembre, all'avvio dell'anno scolastico, il neo-assessore non ha avuto dubbi: «Abbiamo messo in campo tutta la preparazione di cui potevamo disporre. I pediatri di libera scelta sono pronti ad affrontare i casi. Non dobbiamo spaventarci, siamo pronti». Un mese dopo il registro sarà ben altro: un'ordinanza regionale prevede lo stop totale alla didattica in presenza (verrà però congelata dal Tar), le scuole sono bollate come un pericoloso luogo di contagio («I contagi sono ripartiti alla grande con la riapertura delle scuole»). Non è andata meglio con Rt (l'indice di trasmissibilità del virus): il 14 giugno, con la Puglia prima tra le regioni, Lopalco tranciante dichiarava che «Rt non lo guardo proprio, non perdo nemmeno il tempo a calcolarlo, non serve, non ha senso farlo adesso»; a dicembre, smentendo i medici pugliesi, poneva invece l'accento su Rt «inferiore a 1». Ecco, tra l'altro: non sembra essere scoccata la scintilla nemmeno con i camici bianchi. Anzi.

Non solo Coronavirus. Nella politica che riscopre il valore delle competenze, il competente Lopalco si ritrova invece stritolato, a tratti isolato. Il sentiero che porta dalla cattedra universitaria alla scrivania assessorile è stretto e insidioso. Tecnica e politica, conoscenza e visione, numeri e percezione: è un difficile dosaggio, Lopalco lo sta toccando con mano. E la fine della pandemia potrebbe inghiottire ancora di più l'epidemiologo-assessore nel gorgo delle contraddizioni: oltre il Coronavirus ci sarà tanta materia scottante che in quest'anno è stata messa tra parentesi, le liste d'attesa, la medicina del territorio, la rete ospedaliera, la spesa farmacologica. La Puglia "reale" e la politica busseranno alla porta di Lopalco, ma un buon curriculum da epidemiologo potrebbe non bastare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA