I 21 criteri-sentinella e la pagella: Rt e gli ospedali, ecco cosa inciderà su una eventuale chiusura

I 21 criteri-sentinella e la pagella: Rt e gli ospedali, ecco cosa inciderà su una eventuale chiusura
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Martedì 3 Novembre 2020, 08:04 - Ultimo aggiornamento: 11:26

Rieccoli: sono i 21 indicatori-sentinella, il paracadute che avrebbe dovuto tutelare le regioni dopo la prima ondata di pandemia da coronavirus. Presentati il 30 aprile dal ministro Roberto Speranza, cristallizzati in un decreto, sono i parametri per misurare il livello di rischio, settimanalmente. Erano scomparsi dai radar, ora dovrebbero contribuire a stilare la pagella delle regioni. E a determinare perciò blocchi e lockdown.


Il primo, e più noto, criterio è Rt. È l'indice di riproduzione netto di una malattia: ci dice quante persone un soggetto infetto può contagiare. A differenza del già noto R0, viene misurato in un arco di tempo ben preciso. La soglia di guardia è di 1,5: le 11 regioni a maggior rischio sono oltre, la Puglia (ottava) è a 1,65. La media italiana è di 1,7. Non basta Rt per tastare il polso alle regioni. Tra gli indicatori anche la capacità di eseguire i tamponi nei tempi previsti, di eseguire il contact tracing, la percentuale di riempimento degli ospedali con pazienti Covid (sotto il 30 per cento per le terapie intensive, al 40 per gli altri reparti), la percentuale di positività dei test eseguiti, l'incidenza di nuovi casi in base alla popolazione. È la somma dei fattori a determinare il posizionamento in una fascia o nell'altra, non solo l'indice Rt. E sarà il ministero della Salute a decretare perciò «l'inserimento di una Regione in una delle tre aree, con conseguente attivazione automatica delle misure previste, avverrà con un'ordinanza del ministro della Salute» - ha detto Giuseppe Conte ieri sulla base di un monitoraggio settimanale, coordinandosi con il presidente della Regione stessa.


Ma, al netto di Rt, come va in Puglia con gli altri indici-sentinella? L'occupazione delle terapie intensive è al 23,5%, 88 ricoveri su un potenziale di 369 posti letto; al momento ne sono realmente attivi però 104, spazio e strumentazione per rendere operativi gli altri 265 ci sono, tuttavia manca il personale dedicato e per le Asl è un bel rompicapo.

La sanità territoriale sembrq vulnerabile: le stesse Usca sono all'osso, solo 32 operative, quando invece dovrebbero essere almeno 80. La reattività nel tracciamento dei contatti è sempre più bassa: proprio il carico di lavoro sui Dipartimenti Asl ha indotto a chiudere le scuole in Puglia, che gravavano più di qualsiasi altra cosa sul contact tracing. E quanto al tasso di positivi sul numero totale di tamponi, ieri è stata una giornata poco incoraggiante: 15,4%, in salita. La Regione Puglia prova a non farsi trovare impreparata: ha varato il piano ospedaliero d'emergenza, tenta l'accelerata sui tamponi, promette i test antigenici rapidi. La pesatura degli indici-sentinella è fatta dal ministero, ma in stretto coordinamento con la Regione. Potrebbe non bastare la dimostrazione di buona volontà, tuttavia.


Rt è stato intanto scorporato anche su base provinciale: in Puglia è maggiore di 1,5 (secondo la dicitura del Cts) a Brindisi; tra 1,25 e 1,5 a Taranto, nella Bat e a Foggia; tra 1 e 1,25 a Bari; e infine sopra soglia per periodi limitati (inferiore a un mese) a Lecce.

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