Libri, in Puglia si legge poco: appassionato soltanto il 10% dei cittadini

Libri, in Puglia si legge poco: appassionato soltanto il 10% dei cittadini
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Lunedì 22 Maggio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:49

La Puglia non è un paese per lettori: come tutti gli altri territori meridionali, la regione arranca nelle classifiche degli amanti dei libri e dei quotidiani. La fotografia arriva dall’Istat che ha pubblicato un’analisi sulla lettura dei libri e la fruizione delle biblioteche, ottenendo una risposta  da 19.829 famiglie e oltre 45mila cittadini. In Italia, nel 2022 il 39,3% di persone dai 6 anni in sù hanno letto almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali. Il valore si è ridotto rispetto a quanto rilevato nei due anni precedenti, quando i lettori erano rispettivamente il 41,4% (2020) e il 40,8% (2021) dei residenti di quell’età. La Puglia dimostra dati complessivamente deboli se non in alcuni parametri specifici: se si parte dalla lettura dei quotidiani almeno una volta a settimana, la regione è all’ultimo posto (17,7%). Un calo vistoso rispetto al 2021 quando era invece quartultima (20,3%) davanti a Basilicata (20,2%), Campania (20,1%) e Sicilia (18,8%). La situazione migliora se si tiene conto della lettura dei giornali almeno cinque volte a settimana. La performance pugliese (31,9%) rispetto al 2021 la porta a superare regioni come Piemonte (31,7%), Calabria (31,3%), Marche (30,9%), Umbria (28,9%), Toscana (26,6%), Molise (25,9%), Abruzzo (23%) e Campania (21,3).

I dati

Nell’indagine Istat i pugliesi dichiarano di non superare i tre volumi letti all’anno, se non per il 10,2% degli intervistati che arrivano a 12 e più libri, portando il territorio ad essere solo terzultimo davanti a Campania (10%) e Basilicata (8,5%). Un piccolo incremento rispetto al 2021, quando la lettura “forte” attraeva solo il 9,8%, davanti a Basilicata (7,9%) e Molise (6,4%). In generale l’abitudine alla lettura è più diffusa nelle regioni del Centro Nord: nel 2022 ha letto almeno un libro il 46,3% delle persone residenti nel Nord Ovest, il 45,8% di quelle del Nord Est e il 42,4% di chi vive nel Centro Italia. Al Sud la quota di lettori è del 27,9%.

Il rapporto Nord-Sud è di quasi due lettori a uno. L’analisi per fasce di età mette in evidenza nel 2022 una quota maggiore di lettori tra i più giovani (fino a 24 anni), con punte più elevate specialmente tra gli 11 e i 14 anni (57,1%), per quanto tra i giovanissimi la lettura complessiva non superi i tre libri l’anno per un lettore su due. A partire dai 25 anni di età l’abitudine alla lettura diminuisce, sebbene tra la popolazione di 55-59 anni si osservi un andamento nuovamente crescente, che regredisce però tra la popolazione ultra-sessantaquattrenne. Nel 2022 il 10,2% della popolazione di 3 anni e più si è recata in biblioteca almeno una volta nel corso dell’anno, dato in aumento rispetto al 7,4% del 2021, ma ancora distante dal 15,3% del 2019. Più elevata la quota di donne (11,7% a fronte dell’8,6% degli uomini), con differenze di genere particolarmente marcate tra i giovani di 15-24 anni (in questa fascia di età si sono recate in biblioteca il 28,9% delle ragazze a fronte del 16,8% dei ragazzi). I giovani e i giovanissimi tra 6 e 24 anni sono i frequentatori più assidui, con una quota più che doppia rispetto al resto della popolazione (23,5% a fronte del 10,2% della media generale).

I commenti degli esperti

Antonella Agnoli, ex assessore alla Cultura di Lecce e massima esperta italiana di biblioteche pensa a un ecosistema utile per coltivare la passione della lettura. «Sono di ritorno da Torino, dove centinaia di persone erano in fila sotto la pioggia per entrare al Salone -spiega-. È un dato confortante, ma non basta ovviamente. Secondo me la società culturale funziona meglio quando ci sono i servizi a fare da supporto. Una scuola moderna, biblioteche scolastiche, biblioteche pubbliche, lottando contro l’abbandono scolastico, la povertà educativa, le famiglie sempre più in crisi. Si tratta di un ecosistema che influisce su tutto. A oggi sono tanti i progetti nati per invitare a leggere. Se questo però non trova un humus nella famiglia e non c’è una scuola che ti motiva, dopo un po’ anche quella scintilla muore. Abbiamo bisogno di strutture: penso alla biblioteca Ognibene a Lecce, che è piena di bambini, di genitori che leggono, giocano, stanno insieme. Se si semina bene, si raccoglie sempre qualcosa di buono». L’editore Giuseppe Laterza legge i dati in controluce: rispetto al passato c’è stato un forte progresso. «I numeri sui libri e la lettura non sono una novità. E rappresentano un problema non solo al Sud -osserva-. Nelle regioni meridionali c’è maggiore difficoltà nell’accesso ai libri. Pensiamo alle biblioteche scolastiche o alla situazione del tempo pieno, fondamentale per integrare culturalmente le famiglie. Esistono in Puglia delle ottime librerie che però hanno poco supporto, a differenza di quanto accade in Francia, per esempio. Non ci sono incentivi economici significativi da questo punto di vista. È vero che in Italia si legge meno, però è anche vero che sono stati fatti passi avanti significativi. E poi c’è il fattore più importante di tutti: i giovani. Leggono molto di più i trentenni dei sessantenni come me. Basti pensare al libro più venduto lo scorso anno “Il fabbricante di lacrime” che ha avuto un grandissimo tam tam social. Nel 1961, quindi non nell’Ottocento, i lettori di libri erano il 16%. Oggi siamo più vicini agli altri Paesi europei, anche se certamente c’è ancora tanto da fare».

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