«Dalle 13 non si accettano altro che codici rossi, c'è il caos»: a dirlo il parente di una donna che, dopo un malore, avrebbe avuto bisogno di ricovero in ospedale. Ma a Lecce, nel Pronto soccorso, non c'è più posto, i medici scarseggiano e l'emergenza - che ormai è quotidiana al punto da essere diventata un paradosso - si ripete. Peraltro, una manciata di settimane fa l'assessore regionale alla Salute Rocco Palese aveva diramato una circolare a tutte le Asl con la quale ordinava ai direttori generali di organizzare i turni del personale in modo da garantire la copertura del servizio di urgenza, coinvolgendo allo scopo tutti i reparti di ciascun ospedale.
Il provvedimento ignorato
La circolare è restata lettera morta se anche oggi, come confermano dal 118 salentino, le ambulanze arrivate al "Dea - Fazzi" sono state rispedite indietro: si accettano soltanto codici rossi, cioè pazienti in serio pericolo di vita.
Nel momento in cui scriviamo (ore 19.35 del 27 aprile 2022) in base ai dati in tempo reale forniti dal sito web della Asl di Lecce, in attesa di visite e cure ci sono 103 persone in codice verde - delle quali si sta occupando un medico - mentre gli altri tre medici in forze al reparto sono impegnati sui sette codici rossi e sui 39 codici gialli.
L'episodio
La notte scorsa, intanto, in Pronto soccorso si è presentato anche Pablo Rodriguez, calciatore dell'Us Lecce, insieme a un accompagnatore: non è ancora chiaro se per un problema di salute del campione giallorosso o di chi era insieme a lui. Al termine della visita, tuttavia, Rodriguez ha condiviso una story su Instagram lamentando il cattivo servizio ricevuto. «Gestione di notte pessima, attenzione ancora peggio, esperienza davvero spiacevole». Il post, con tanto di immagine dell'ospedale Vito Fazzi, è stato poi cancellato, ma la polemica infuria ancora. E l'emergenza al Pronto soccorso continua.