Lavoro, Puglia quartultima sulle paghe pro capite: «1000 euro il salario medio»

Lavoro, Puglia quartultima sulle paghe pro capite: «1000 euro il salario medio»
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Giovedì 27 Febbraio 2020, 21:54
Nessuna provincia pugliese figura tra le dieci italiane con le retribuzioni più alte, classifica in cui come prevedibile il Nord la fa da padrone, ma ben due tra le dieci con le retribuzioni più basse: Foggia e Lecce.
Insomma, un record poco edificante che spiega, numeri alla mano, come la nostra regione abbia ancora tanta strada da fare per raggiungere standard europei nella qualità occupazionale e reddituale, sebbene il trend di crescita sia tutto sommato positivo». Lo dichiara Franco Busto, segretario generale della Uil di Puglia, commentando lo studio del Servizio Lavoro Coesione e Territorio della Uil nazionale sulle retribuzioni mensili dei lavoratori dipendenti del settore privato. Secondo l'analisi della Uil (dati 2017-2018), la retribuzione media dei lavoratori del settore privato pugliese era pari, nel 2017, a 1.164 euro, con un leggero aumento nel 2018 (1.166 euro), dati che valgono il quart'ultimo posto nella speciale classifica nazionale. Passando al dato provinciale, Taranto è il territorio che vanta le retribuzioni medie pro-capite più elevate (1.269 euro nel 2018), Bari si attesta a un salario medio pari a 1.236 euro, seguita da Brindisi (1.158), Foggia (1.087), Lecce (1.000). Passando ai dati sull'occupazione reale nel privato, Bari è prima come numero di occupati nelle aziende private (332.231 nel 2108, +2,8% sul 2017), oltre che nona a livello nazionale, Lecce è seconda con 147.363 (+2,9% sull'anno precedente), quindi seguono Foggia (108.029, +1%), Taranto (104.775, +2,6%) e Brindisi (72.207, +3,1%). Il dato che fa particolarmente riflettere è quello sulla suddivisione dei lavoratori in base alla tipologia di orario di lavoro: in Puglia, nel 2018, risultano attivi 416.977 lavoratori full time, contro 347.628 part-time. «La forte componente di lavoro part-time nel settore privato - è l'opinione di Busto - che in Puglia incide per il 46%, ovvero quasi la metà del totale, riduce sensibilmente le giornate lavorative e, di conseguenza, penalizza le retribuzioni medie. Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto dati confortanti rispetto alla crescita del Pil regionale, tuttavia non basta. Anche il Piano Sud è per il momento un libro di buone intenzioni e niente più, mentre occorre intervenire subito con misure concrete e incentivanti, condivise da Governo, Regione Puglia e parti sociali, che intervengano sulla qualità e sulla stabilità dell'occupazione, contribuendo così a eliminare disparità di genere e territoriali, ancora troppo marcate, in particolare tra Settentrione e Mezzogiorno, che disegnano un Paese a due velocità, poco competitivo a livello europeo e internazionale». 
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