La riforma del ministro Orlando cambierà anche i centri per l'impiego. In Puglia aspettano ancora in 1.129

La riforma del ministro Orlando cambierà anche i centri per l'impiego. In Puglia aspettano ancora in 1.129
La riforma del ministro Orlando cambierà anche i centri per l'impiego. ​In Puglia aspettano ancora in 1.129
di Alessio PIGNATELLI
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Giovedì 9 Settembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:02

Nel piano di rilancio delle politiche attive del governo tra gli obiettivi principali c’è il potenziamento dei centri per l’impiego. Anche ieri, nella riunione tenutasi con le parti sociali, il concetto è stato ribadito dal ministro del Lavoro Andrea Orlando: «Sta per partire un importantissimo strumento, un piano che consentirà con oltre 5 miliardi di investimento di rafforzare i centri per l’impiego, di migliorare le politiche attive del lavoro, di aiutare i lavoratori a cercare e a difendere il lavoro, le imprese a riqualificare la manodopera, a migliorare la competitività del Paese e la tenuta sociale, a difendere i lavoratori».

Il monitoraggio del governo

C’è però la necessità di una sterzata anche da parte delle Regioni che sono in ritardo nelle assunzioni. In Puglia, per esempio, sono 1.129 le unità da immettere negli organici che ancora non sono state inserite. Non è l’unica, anzi. Nell’ultimo monitoraggio del governo, su 11.600 ingressi previsti nel triennio 2019-2021 solo 1.300 si sono concretizzati in tutta Italia. E sono sette le regioni in le assunzioni sono a quota zero: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sardegna.

Nei giorni scorsi, l’assessore regionale al Lavoro Sebastiano Leo ha chiarito che tra dicembre e gennaio 2022 saranno assunti i 181 a tempo determinato e tra ottobre e la fine dell’anno ci saranno le prove per gli altri 948 a tempo indeterminato. La riforma per il potenziamento delle politiche attive del lavoro farà perno sull’istituzione di un programma di garanzia di occupabilità dei lavoratori, Gol il suo acronimo, e che si accompagnerà, sulla base di quanto già disegnato nel Pnrr, a un Piano nazionale per le nuove competenze, al Piano straordinario di rafforzamento dei centri per l’impiego e al rafforzamento del sistema duale: Orlando ha ufficializzato ieri ai sindacati il pacchetto che si rivolge a tutte le persone beneficiarie di un ammortizzatore sociale o del Reddito di cittadinanza, oltre a neet, persone con disabilità e altre persone in condizione di fragilità nella ricerca del posto di lavoro.

«Per ciascuno è previsto un percorso appropriato alle caratteristiche personali e alla situazione del mercato del lavoro locale» ha specificato Orlando. Se la persona è facilmente ricollocabile, scatteranno gli interventi per accompagnarlo a un nuovo lavoro, altrimenti verrà indirizzato alle attività di formazione: di upskilling o reskilling. Oltre a questi percorsi ad personam, ce ne saranno altri di gruppo in caso di crisi aziendali. Infine, ci saranno percorsi ad hoc nei casi che incrociano l’esigenza di inserimento sociale o di conciliazione tra lavoro e famiglia, per esempio per le madri single. Il piano avrà un’orizzonte temporale di 5 anni fino al 2025 mentre le risorse complessive, previste dal Pnrr, sono pari a 4,4 miliardi di euro a valere sul Gol, cui si aggiungono 500 milioni di euro per il React-Eu, 600 milioni per il rafforzamento dei centri per l’impiego (di cui 400 già in essere e 200 aggiuntivi, oltre ad ulteriori 470 che restano sul bilancio dello Stato) e 600 milioni di euro per il rafforzamento del sistema duale.

Sindacati soddisfatti

Soddisfatti i sindacati che battono comunque sul punto delle assunzioni: «Vanno affrontate le questioni relative ai centri per l’impiego - è il messaggio del leader della Uil Pierpaolo Bombardieri - ci sono ritardi nelle assunzioni, c’è la necessità di un piano di qualificazione professionale per il personale già operativo e vanno stabilizzati i navigator». Per il segretario generale Cisl, Luigi Sbarra, «va messa in campo una rete efficiente, con articolazioni istituzionali ben collegate ai mercati del lavoro e ai centri per l’impiego, serve una regia nazionale degna di questo nome, mancano adeguati organici e dotazioni che mettano i Centri per l’impiego in linea con i grandi paesi europei».

Le parole di Mara Carfagna

Una necessità che vede d’accordo anche la ministra per il Sud, Mara Carfagna che proprio ieri è intervenuta sulla questione rispondendo al Question time alla Camera su Reddito di cittadinanza e occupabilità: «Solo 400mila beneficiari del RdC - su una platea di 1,5 milioni - sono oggi effettivamente coinvolti nei percorsi di inserimento al lavoro dei centri per l’impiego». E sul tema lavoro nero, ha osservato Carfagna, le situazioni più critiche «si registrano proprio al Sud e per questo intendiamo assumere un ruolo attivo nella riforma del mercato del lavoro e delle politiche attive del lavoro che il governo sta elaborando».

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