Laricchia e la débâcle del Movimento Cinque Stelle: «In troppi rimasti a casa». E fra i grillini si apre la resa dei conti

Laricchia e la débâcle del Movimento Cinque Stelle: «In troppi rimasti a casa». E fra i grillini si apre la resa dei conti
di Massimiliano IAIA
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Martedì 22 Settembre 2020, 07:04
È una sconfitta, esattamente come cinque anni fa. Ma questa, per dimensioni e significato, è una batosta completamente diversa per Antonella Laricchia, che aveva mantenuto con tenacia - contro tutto e contro tutti - la candidatura con il Movimento Cinque Stelle. Contro tutto, perché l'alleanza di governo continuava a suggerire di mantenere lo stesso scenario anche su scala regionale, contro tutti perché era stata la stessa Laricchia a denunciare di aver ricevuto pressioni continue per cedere il passo al governatore uscente. E non è un mistero che anche all'interno del Movimento più di qualcuno avesse proposto di valutare attentamente quest'opzione.

Si pensava che il voto disgiunto potesse penalizzare Emiliano, con gli elettori del centrosinistra tentati dalla possibilità di esprimere la preferenza per un candidato in quota Emiliano, concedendo poi a Laricchia quell'opportunità sfuggita nel 2015. Niente di tutto questo, e a leggere i dati non c'è stato nemmeno un percorso inverso sul voto disgiunto, visto che le percentuali delle liste rispecchiano tutto sommato il consenso per la candidata presidente.

Si è trattata, nei numeri, di una debacle, anche se nella tarda serata di ieri Laricchia ha attribuito il risultato alla scarsa partecipazione alle urne: «Se oltre il 43% degli aventi diritto ha preferito restare a casa c'è un problema. Probabilmente non sono riusciti ad entrare nel nostro elettorato, ecco perché per noi è importante poter giungere nelle case di tutti con le nostre comunicazioni e farli appassionare alla vita politica. Dobbiamo impegnarci ulteriormente per far capire l'importanza della partecipazione».

Nell'analisi del voto, a scrutinio pienamente in corso, Laricchia spiega: «Il voto disgiunto? Non c'è stato. Tutta l'Italia parlava della Puglia, si osava invitare i nostri elettori a votare Emiliano e non me. C'è stata un'ingerenza importante». E risponde a Emiliano che ha ricordato a M5s l'errore di non aver voluto trovare un accordo: «Guardate - chiarisce Laricchia - a me sarebbe convenuto senz'altro, ma a quale prezzo? Sarei diventata sottosegretario o vicepresidente della Regione o assessore alla Sanità, se solo mi fossi tirata indietro. Ma noi non siamo mai stati questi. Emiliano non aveva bisogno dell'alleanza e lo ha dimostrato. Noi non la vogliamo perché non vogliamo ridimensionare il nostro ruolo». Sul futuro, Laricchia non ha dubbi: «Continueremo a fare opposizione come abbiamo fatto in questi cinque anni. Se ho parlato con Di Maio? Non c'è stato molto tempo, mi ha solo chiesto come stessi, ma parlerò con tutti».

Ammette invece l'«assoluto disastro» l'ex ministro Barbara Lezzi, che ha sempre sostenuto la candidatura di Laricchia, respingendo al mittente le proposte di gettare la spugna in favore del presidente uscente. Per Lezzi, «si possono attribuire le colpe della sconfitta a tanti di noi. A partire da me, Antonella e il M5S pugliese che abbiamo testardamente compiuto delle scelte passando da coloro che, da componenti del governo in quota 5 Stelle, hanno rilasciato interviste ambigue sino all'ultimo giorno di campagna elettorale dicendo che erano scelte sbagliate quelle nostre e che l'alleanza con il Pd dovrebbe diventare strutturale. Alleanza che, in ogni caso, non ci ha fatto vincere in Liguria e neanche in Sardegna dove ci sono state le suppletive per un seggio in Senato che prima era nostro. Non si sono risparmiati in questi attacchi interni neanche alte cariche istituzionali del M5S».

Per i pentastellati è giunto il momento di riflettere sul futuro. Lezzi ritiene «che siano urgenti gli Stati Generali tanto attesi ed è fondamentale che vengano organizzati in modo da coinvolgere tutti i territori, con i rispettivi attivisti ed eletti, in una discussione ampia che abbia come protagonisti i nostri obiettivi da perseguire nel prossimo futuro, una nuova governance stratificata, efficace e legittimata dalla scelta dei ruoli e dei nomi dai nostri iscritti senza alcuna ratifica. Nessuno di noi può, dati questi risultati, imporsi o nominarsi per poi farsi ratificare». «Abbiamo perso, Antonella - chiude Lezzi rivolgendosi idealmente a Laricchia - non ho nessun rimpianto ma solo il desiderio di migliorare per rispondere a ciò che gli elettori si aspettano da noi. So che in questo tu non mancherai perché ci sei sempre stata per i pugliesi». E poi la chiusura, che lascia trasparire anche una certa preoccupazione sul futuro del Movimento, qualora non si facesse nulla all'indomani del risultato elettorale. «Non cerchiamo un capro espiatorio in chi ha sostenuto per un solo giorno una scelta, piuttosto muoviamoci per questi Stati Generali ben fatti prima di arrivare al 5% o addirittura all'estinzione».
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