La xylella avanza: colpiti altri monumentali tra Monopoli e Polignano

La xylella avanza: colpiti altri monumentali tra Monopoli e Polignano
di Maria Claudia MINERVA
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Venerdì 9 Luglio 2021, 05:00

La xylella fastidiosa continua a conquistare sempre più fette del territorio pugliese. Dal Salento a Bari nuove manifestazioni di disseccamento rapido non lasciano presagire nulla di buono rispetto a un’infezione galoppante e incurabile. Sul sito istituzionale “Emergenza Xylella” sono state pubblicate nuove comunicazioni con l’indicazione di altri tre ulivi positivi in agro di Monopoli ed uno in agro di Polignano, tutti ricadenti in zona “cuscinetto”. Segno evidente che la profilassi per frenare la batteriosi dentro i confini delle province già infette - Lecce, Brindisi e Taranto - non è stata poi così efficace come si era ritenuto inizialmente. Del resto, nonostante l’obbligo delle buone pratiche agricole per pulire dalle erbacce, dove prolifera il vettore della xylella, i terreni e le aree comunali, provinciali e demianiali (rotatorie, cigli stradali, e quant’altro) e nonostante le multe - ancora non quantificate - pochi hanno seguito le regole, di conseguenza la batteriosi continua ad avanzare indisturbata.

Un nuovo focolaio

Rispetto alle nuove rilevazioni pubblicate sul sito regionale Emergenza Xylella e su Infoxylella.it, vale la pena sottolineare che l’ulivo di Polignano, non lontano dalla frazione di Triggianello, si trova all’interno di un focolaio individuato nella precedente campagna di monitoraggio, ovvero un’area con raggio di 50 metri nel contorno delle piante già trovate infette e, salvo deroghe, già abbattute. Si tratta di una pianta che, sulla base del requisito di monumentalità, era stata esclusa dalla determina di abbattimento avvalendosi della possibilità di deroga prevista appunto per gli ulivi monumentali risultati negativi alle analisi.

Analoga la situazione per due dei tre nuovi nuovi positivi di Monopoli, anch’essi monumentali ricadenti in due precedenti focolai. Il terzo olivo infetto di Monopoli, essendo appena 4-5 metri fuori dei 50 metri del focolaio già demarcato, genera a sua volta un nuovo focolaio.

I ricercatori

«Con questi ultimi ritrovamenti si conferma quanto già emerso da precedenti analisi statistiche - spiegano i ricercatori  di Infoxylella -, ossia che con la riduzione da 100 a 50 metri del raggio dell’area focolaio intorno alle piante trovate infette, unitamente alla possibilità di deroga per i monumentali, si ottiene solo un’azione di rallentamento della diffusione o “contenimento”, non certo l’auspicata tempestiva eradicazione dei focolai più avanzati nelle aree cuscinetto sul fronte epidemico che richiederebbe invece azioni ben più drastiche».
È ovvio che riducendo le dimensioni del raggio d’azione si riduce automaticamente anche la percentuale di eradicare il batterio con successo nelle aree a ridosso di quelle indenni. In passato era stato dimostrato statisticamente che estendendo gli abbattimenti entro il raggio di cento metri la percentuale di eradicare il batterio era molto alta (98%), ora che l’Unione Europea ha dimezzato la dimensione del raggio entro cui abbattere (da 100 a 50 metri) - decisione frutto di un compromesso con il governo nazionale e regionale, considerato il peso sociale degli abbattimenti di piante sane in un raggio di azione così esteso - la percentuale di eradicazione si è abbassata notevolmente. Come fanno sapere dalla Regione, rispetto al passato il contenimento della malattia è comunque maggiore, anche grazie ai monitoraggi nelle aree indenni e sui vettori. La speranza è che grazie alle azioni in atto il resto della Puglia sopravvissuta alla xylella possa essere preservata dalla distruzione toccata invece in sorte al Salento.

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