La manifestazione delle discoteche: «Riaperture subito». Spunta l'ipotesi 16 luglio

La manifestazione dei gestori delle discoteche a Roma
La manifestazione dei gestori delle discoteche a Roma
di Francesco DE PASCALIS
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Venerdì 9 Luglio 2021, 05:00

“La marcia su Roma” dei gestori delle discoteche, tra vibranti proteste e richieste di riapertura poste direttamente al Consiglio dei Ministri. Tanti pugliesi e tanti salentini, gestori dei locali più belli e frequentati dalla Capitana a Santa Maria di Leuca, dalla costa jonica a quella adriatica, hanno partecipato alla manifestazione svoltasi ieri a Roma in una piazza San Silvestro torrida e assolata. 

IL SIT IN
Liberi di Ballare”, questo il titolo scelto da tutte le discoteche italiane, storiche e neonate, per un sit-in storico organizzato dal mondo dei locali notturni e dello spettacolo. Una manifestazione autorizzata dalle forze dell’ordine e che è stata «pacifica, educata, composta e nel pieno rispetto delle norme anti Covid, che la nostra categoria ha dimostrato di seguire sempre», hanno sottolineato proprietà, amministratori delegati e gestori presenti- e che «si protrarrà fino a quando non ci verrà detto quando potremo essere di nuovo liberi di aprire e far ballare nel rispetto della sicurezza e della legalità i nostri ragazzi, oggi ostaggio di rave e party abusivi». Al momento, sul tavolo del governo ci sarebbe la possibilità di una riapertura da venerdì 16 luglio, ma nulla è ancora deciso. Si tratterebbe, comunque, dell’ennesima data dopo tanti, troppi rinvii (fino a qualche giorno fa sembrava probabile una riapertura già da domani, ipotesi poi naufragata).
La protesta è stata indetta dai gestori dei locali da ballo e ha riunito anche i lavoratori dello spettacolo e del mondo dei locali notturni, settore colpito dalla pandemia e fermo da mesi, troppi mesi. Tra i primi a prendere posizione, Maurizio Pasca, storico gestore delle “Quattro Colonne” di Santa Maria al bagno, marina di Nardò e presidente nazionale del Silb-Fipe ConfCommercio. «Quotidianamente assistiamo ad assembramenti, spesso danzanti, di ogni tipologia e in ogni luogo: in piazza, in spiaggia, nei lounge bar, nelle feste private illegali, nei sempre più numerosi rave party», attacca Pasca. «Si balla ovunque e senza regole - rincara - meno che nei luoghi dove potrebbero esserci controllo e sicurezza: le discoteche. Il Cts ha deliberato la possibilità di ripartenza per il settore con rigide regole. E allora perché il governo non stabilisce una data per farci tornare a lavorare? Perché continuare a colpire un intero comparto fondamentale per la vita sociale e culturale delle nostre comunità? Perché umiliare un settore così importante per l’attrattività turistica delle nostre città e delle nostre riviere? Perché abbandonare migliaia di addetti ai lavori?»
In tanti sotto il sole cocente, dopo più di sei ore di viaggio in auto prendono posizione, come la delegazione del Vega di Gallipoli, della Praia di Baia Verde sempre nel cuore della città Bella o del Gueda-Arena Pirex di Santa Cesarea. «Il nostro è un settore ormai in ginocchio» dice David Cicchella del Samsara di Riccione e del Vega di Gallipoli. «Un settore in cui lavorano persone che, comprendendo i rischi e le difficoltà delle prime fasi della pandemia, ha taciuto con grande dignità affrontando sacrifici enormi. Siamo stanchi di questa indifferenza delle istituzioni - conclude - mentre intorno a noi impazza l’illegalità. Con questa manifestazione vogliamo far sentire la nostra voce, la voce ed il grido d’allarme di un settore fondamentale per il turismo del nostro Paese». Sulla stessa lunghezza d’onda Vincent de Robertis, art director del Guendalina-Arena Pirex di Santa Cesarea Terme. «La nostra è una protesta che ha un obiettivo unico: chiedere la riapertura delle discoteche ed evitare di far ballare migliaia di giovani in locali abusivi, rave illegale, bar e lidi che tutto sono tranne che locali da ballo. Noi possiamo mettere i ragazzi in totale sicurezza - afferma De Robertis - perché in discoteca l’accesso sarebbe autorizzato solo con green pass o tampone». Anche Pierpaolo Paradiso del Praia e Paolo Pastore del Riobò chiedono una soluzione condivisa, nel rispetto della legalità. «Vogliamo equità di trattamenti tra tutte le attività, siamo stanchi di vedere per le città pericolosi assembramenti ed allo stesso tempo discoteche serrate», affermano. «Noi siamo in grado di garantire la sicurezza dei nostri clienti con grandi investimenti per garantire il rispetto sia delle norme sanitarie sia quelle di sicurezza interna ai locali. Vedere in giro in queste settimane scene da Far west mentre i nostri locali sono con la saracinesca abbassata fa male». Poi la provocazione finale. «Raccoglieremo anche le firme per una petizione popolare rivolta al Cts ed al ministro Speranza, per richiedere una integrazione del protocollo già autorizzato, che consenta la riapertura graduale dei nostri locali perché la legge deve sempre e solo essere uguale per tutti», concludono. 
Intanto mentre in piazza il popolo delle discoteche protesta, il Consiglio dei ministri pare avere intavolato una discussione definitiva ed una bozza finale di riaperture già per il prossimo fine settimana.

Si vedrà.

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