La pastinaca, il pisello nano e tutti gli altri:
l'eccellenza alimentare è nei piccoli borghi

La pastinaca, il pisello nano e tutti gli altri: l'eccellenza alimentare è nei piccoli borghi
di Maurizio TARANTINO
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Domenica 14 Gennaio 2018, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 11:14
Piccoli comuni e tipicità enogastronomiche: anche in Puglia l’eccellenza dei prodotti tradizionali è diventato il fiore all’occhiello di un comparto in crescita. Lo dimostra lo studio Coldiretti/Symbola su “Piccoli comuni e tipicità”, presentato dalla Coldiretti a Roma a Palazzo Rospigliosi, in occasione dell’apertura dell’anno nazionale del cibo italiano nel mondo.
Un patrimonio enogastronomico, custodito fuori dai tradizionali circuiti turistici, che potrà ora essere finalmente valorizzato e promosse, grazie alla nuova legge che contiene misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni. Presenti all’evento di Coldiretti a Roma con fascia tricolore Michele Schifone, sindaco di Torricella, Gianfilippo Mignogna, sindaco di Biccari, Michele Dedda, sindaco di Bovino, Giuseppe Grassi, sindaco di Monteparano e Michele Armienti, Sindaco di Poggiorsini. E in Puglia, nonostante l’incidenza dei piccoli comuni sul totale (33,3%) sia la più bassa a livello nazionale, ben 16 delle 20 Dop e Igp e Pat riconosciute tradizionali dal Ministero delle Politiche agricole e forestali vengono coltivate, allevate e trasformate in aree sotto i cinquemila abitanti.
Da tempo, la lungimiranza degli amministratori ha permesso il riconoscimento della “carota giallo - viola di Tiggiano (pastinaca), della cipolla di Zapponeta, della fava e del pisello nano di Zollino, della patata di Zapponeta, del pomodoro di Morciano, della fava di Carpino, del cacioricotta caprino orsarese, del lardo e del prosciutto di Faeto, del calzone di Ischitella, dell’arancia e del limone femminello del Gargano e della patata novella di Galatina. Soddisfatto il sindaco di Zollino, Antonio Chiga: “Nel novero dei riconoscimenti abbiamo anche la Sceblasti, il pane condito tipico. Ritornando alla terra in maniera intelligente si può sperare in un futuro più prospero. Oggi raccogliamo quello che abbiamo seminato ieri. da due euro al chilo, i legumi sono passati a 7 euro al chilo e possiamo contare su una cooperativa di comunità, che si occupa di produrre e vendere le tipicità. Naturalmente la sfida per andare oltre è la gastronomia, creare nuove produzioni come la pasta con la farina di ceci, e la marmellata di pisello”.
A Morciano ad essere coltivato è il pomodoro: “È un prodotto di nicchia che in pochi coltivano -sottolinea il primo cittadino, Luca Durante- diventato Pat grazie alla Pro Loco e all’Università del Salento. La prima fase di tutela è già stata fatta, vorremmo sviluppare con territori più o meno simili, tipo il Cilento con il quale era stata avviata una collaborazione per le medesime produzioni. La caratterizzazione di alcuni prodotti tipici può essere un fattore fondamentale per la destagionalizzazione”. Dal tessuto territoriale dei centri sotto i 5mila abitanti dipende gran parte della leadership italiana in Europa con il sistema della qualità alimentare Made in Italy (Dop/Igp) che sviluppa un fatturato annuo al consumo di quasi 14 miliardi, dei quali circa 4 miliardi realizzati sul mercato estero.
 
Una risorsa per l’Italia che può contare su un patrimonio di antiche produzioni agroalimentari tramandate da generazioni in un territorio unico per storia, arte e paesaggio che sono le principali leve di attrazione turistica. Non a caso due stranieri su tre considerano la cultura e il cibo le principali motivazione del viaggio nel Belpaese mentre per ben il 54 per cento degli italiani il successo della vacanza dipende dalla combinazione cibo, ambiente e cultura, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. Secondo Coldiretti Puglia, il turismo enogastronomico è il vero traino dell’economia turistica pugliese caratterizzato da 5 milioni di ulivi pluricentenari, 276 prodotti riconosciuti tradizionali dal Mipaf, 10 prodotti Dop (5 oli extravergini, il Pane di Altamura, il canestrato pugliese, la mozzarella di bufala, il caciocavallo silano e l’oliva Bella di Cerignola) e 29 vini Doc, oltre a pregevoli masserie storiche, le più belle d’Italia. L’offerta di attività ricreative e culturali è aumentata in misura crescente nel corso degli ultimi anni, rispettivamente del 26,5 e del 22,4 percento.
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