«L'allarme di Confindustria «Giovani da assumere? Uno su due non è formato»

«L'allarme di Confindustria «Giovani da assumere? Uno su due non è formato»
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Giovedì 23 Gennaio 2020, 10:22 - Ultimo aggiornamento: 12:41
Nei prossimi tre anni 200mila posti di lavoro saranno creati nei settori tecnico-scientifici. E le imprese non trovano un giovane su due, perchè mancano le competenze medio-alte per i settori della meccanica, Ict, alimentare, tessile, chimica e legno-arredo. È quanto emerso dalla XXVI giornata di Orientagiovani promossa da Confindustria e Luiss con il sostegno di Umana e la partecipazione di Unindustria. È stato un momento di incontro tra impresa e studenti in cui è stato presentato il fabbisogno delle competenze più richieste dalle imprese nel prossimo triennio. In tutta Italia, hanno preso parte all'iniziativa oltre 90 associazioni industriali con il coinvolgimento di circa 20mila studenti. Secondo le previsioni frutto di elaborazioni dell'Area Lavoro, Welfare e Capitale Umano di Confindustria sulla base di dati Istat e Unioncamere saranno circa 200mila i posti di lavoro a disposizione nel prossimo triennio (2020-2022) nei settori della meccanica, dell'Ict, dell'alimentare, del tessile, della chimica e del legno-arredo. Gli imprenditori cercano con urgenza figure professionali che in più di un caso su 3 sono di difficile reperimento, addirittura per gli under 29 si farà fatica a selezionarne 1 su 2. L'offerta formativa è infatti carente soprattutto per le competenze scientifiche e tecniche medio-alte.
Nello specifico, le previsioni indicano che saranno 67mila i nuovi posti di lavoro nel settore della meccanica. Di questi, circa un terzo saranno disponibili per professioni manageriali, scientifiche e di elevata specializzazione (come ingegneri, progettisti e specialisti in scienze informatiche) e per professioni tecniche come ad esempio addetti alla gestione dei processi produttivi, specie quelli legati al digitale. Nei settori della chimica, della farmaceutica e della fabbricazione di prodotti in gomma e plastica, si prevede per il prossimo triennio una domanda di lavoro pari a circa 16mila addetti. In questo settore, le professioni tecniche, scientifiche e di elevata specializzazione (come l'analista chimico, il ricercatore farmaceutico e il tecnico di laboratorio) rappresenteranno dalla metà ai due terzi delle figure professionali richieste, con una significativa domanda anche di dottori di ricerca.
La domanda di lavoro delle imprese dell'Ict è stimata sui 40mila individui nel triennio 2020-2022. In particolare, in prospettiva le figure più richieste saranno il programmatore, il progettista/sviluppatore di software e app, il data-scientist il progettista di apparecchiature informatiche e loro periferiche e il progettista di impianti per le telecomunicazioni. Sia i macro-settori della chimica che dell'Ict si caratterizzano per una forte domanda di nuovi posti di lavoro che prescindono dal turn-over dei lavoratori che andranno in pensione. È il caso anche del settore alimentare in cui gli ingressi complessivi entro il 2020 saranno circa 45mila, con una crescita di quasi +15mila rispetto allo scorso anno, con una forte domanda di giovani under29.
Significativa inoltre la crescita del fabbisogno del settore tessile, che si attesterà sulle 25mila persone, caratterizzata inoltre da punte di difficoltà di reperimento che superano l'80% per figure tecniche fondamentali come i modellisti. Nel legno-arredo invece, la domanda di lavoro consisterà di quasi 12mila nuovi ingressi con una forte domanda di designer e operai specializzati nella lavorazione del legno.
A livello locale, una riflessione giunge dal direttore di Confindustria Brindisi Angelo Guarini: «Le difficoltà nel reperire professionalità - spiega Guarini - riguarda anche le nostre imprese, dalle specializzazioni di ingegneria fino alle figure di saldatori altamente qualificati. Certo, non parliamo di un'incidenza come quella segnalata a livello nazionale. Tuttavia, andrebbe sicuramente fatta una revisione della spesa sulla formazione affinché venga impiegata meglio. A Brindisi, comunque, con l'associazione Foris che promuove la cultura della formazione come strumento essenziale per l'innovazione stiamo già ottenendo buoni risultati».
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