La parola ai candidati/Primarie del centrosinistra. Minervini, preso lo slancio: ripartiamo

La parola ai candidati/Primarie del centrosinistra. Minervini, preso lo slancio: ripartiamo
di Francesco G.GIOFFREDI
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Domenica 9 Novembre 2014, 00:19 - Ultimo aggiornamento: 5 Dicembre, 17:36
Questione di matasse, evidentemente. In dieci anni svolte, dipanate, annodate, ingarbugliate. Talvolta perdendo il filo di un’esperienza di governo. Ora da rilanciare, senza occultare gli errori e con nuova linfa. Si scrive “decennio vendoliano”, e Guglielmo Minervini sa cosa vuol dire: esponente Pd, assessore alle Politiche giovanili e alla Trasparenza. E ora candidato a raccogliere lo scettro del governatore.



Da una parte la candidatura del segretario Pd, dall’altra quella espressione del vendolismo: lei si pone nel mezzo, tra radicale discontinuità e sostanziale continuità con l’ultimo decennio. Non teme di restare schiacciato?

«Le candidature di Michele e Dario sono espressione dei due partiti del centrosinistra, il segno di un’esibizione muscolare tra due apparati. Invece sia nel 2005 che nel 2010 le primarie sono andate oltre il recinto delle tessere per intercettare la domanda di cambiamento. E allora la mia candidatura serve a rompere la regressione dello schema della conta tra partiti, perché voglio parlare alla voglia di cambiamento dei pugliesi, mettendo al centro la Puglia e le sue sfide, senza vincoli di appartenenza. Insomma: voglio riprendere il ragionamento sulle potenzialità della Puglia esattamente dal punto in cui si è interrotto».



E quando e dove si è interrotto?

«Quando hanno prevalso i calcoli delle due opposte leadership carismatiche e dei loro partiti di riferimento. E questo è successo dall’inizio del secondo mandato, concepito come un mandato elettorale per realizzare il compimento degli obiettivi dei singoli leader, lasciando orfano il popolo pugliese. In questa dinamica hanno pesato errori di valutazione politica, ma anche legittime aspirazioni personali. Ora dare qualità all’azione di governo, onorare gli impegni di cambiamento, è il modo migliore per ricostruire la credibilità del centrosinistra».



Quali settori sono stati maggiormente penalizzati dall’incrinarsi di quel progetto tracciato negli anni scorsi?

«Abbiamo mollato la presa su alcuni faticosi processi di riforma: nella sanità, nei rifiuti, sull’Ilva e sulle politiche ambientali, fino all’agricoltura. Potevamo fare di più, e oggi i dati della Svimez sono lì a richiamarci al dovere».



Assessore, ma lei è stato parte integrante e attiva di questo decennio...

«Ho detto tutto questo per tempo. Ho partecipato alle scelte con grande autonomia di giudizio e comunque onorando gli impegni amministrativi assunti. Penso alla lotta al caporalato, che ho provato a fare fino in fondo con un radicalismo che magari avrebbe richiesto un concorso più ampio della politica e dell’amministrazione regionale».

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